Giallo napoletano, un film del 1979 diretto da Sergio Corbucci. Scritto e diretto da Sergio Corbucci, con la fotografia di Luigi Kuveiller, il montaggio di Amedeo Salfa, le scenografie di Marco Dentici e le musiche di Riz Ortolani, Giallo napoletano è interpretato da Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Peppino De Filippo, Ornella Muti, Renato Pozzetto, Zeudi Araya, Capucine.
Sinossi
Napoli. Raffaele Capece, afflitto da una zoppia dovuta a una poliomielite contratta in infanzia, è un professore di mandolino: scapolo, sempre arruffato e continuamente in bolletta a causa dei debiti di suo padre, incallito giocatore di lotto. Per saldare l’ennesimo debito è chiamato a fare una serenata sotto un balcone. Da qui in avanti Raffaele viene coinvolto in una scia di delitti che hanno come filo rosso la musica, i ricordi della guerra e un’enorme somma di denaro.
Raffaele Capece è un mite suonatore di mandolino con due disgrazie nella vita: la prima è la poliomielite (“coscia morta”, come lo apostrofa il padre), che l’ha reso claudicante e “dalla quale si può guarire…“, la seconda, “dalla quale non si può guarire”, è il padre Natale, che è solito giocare indebitandosi per poi mettere nei guai il figlio. In seguito a uno di questi debiti paterni, il buon Raffaele viene coinvolto in un intrigo fatto di serenate, omicidi, bobine e scheletri nell’armadio. Ma non tutti i mali vengono per nuocere.
Giallo napoletano è una gradevolissima commedia con infiltrazioni gialle (Hitchcock è il nume ispiratore) scritta, tra gli altri, dall’autoctono Elvio Porta, diretta con piglio sicuro dal navigato Sergio Corbucci e girata con luci fredde al Vomero. Un divertissement (Totò è l’altro modello) in cui il cast è costituito da eccellenti attori: Marcello Mastroianni interpreta il protagonista, confermandosi abile in tutti registri recitativi (qui quello buffonesco: zazzera e baffetti); Michel Piccoli impersona con classe l’ambiguo direttore d’orchestra; Peppino De Filippo il simpatico Natale Capece con tanto di battuta antieduardiana (“a me nun me piace ‘o presepe”); Ornella Muti, Capucine e Zeudi Araya sono le affascinanti e misteriose figure femminili di contorno; Renato Pozzetto un vicecommissario milanese in trasferta (esilarante la gag con l’auto senza freni); gagliardi e assai spassosi i caratteristi Peppe Barra (Giardino), Franco Javarone (Sella) e Natale Tulli (Albino abbestia). Particina da “femminiello” per un giovanissimo Gian Felice Imparato. Commento musicale ad hoc di Riz Ortolani.