Torneranno i prati, l’ultimo lungometraggio di Ermanno Olmi
La trincea per Olmi è un mondo di intima disperazione, il luogo in cui il frastuono dei mortai fa il paio con il dramma dell'esistenza. Ma Torneranno i prati è soprattutto un film di attese e di contemplazioni, di vite distrutte e incenerite sotto cumuli di terra e di neve. L'ultimo, eccellente film del maestro
Torneranno i prati, un film del 2014, l’ultimo scritto e diretto da Ermanno Olmi. In concomitanza con le celebrazioni del centenario della prima guerra mondiale Olmi decise di realizzare un film ambientato nelle trincee sull’Altopiano di Asiago, luogo teatro di sanguinose battaglie e località ove il regista viveva. Il film è liberamente ispirato al racconto La paura (1921) di Federico De Roberto. Il film è stato proiettato la prima volta a Roma il 4 Novembre 2014, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte autorità dello Stato, e in concomitanza in 100 paesi nel mondo, compreso nei luoghi dove sono di stanza i contingenti militari italiani per le missioni all’estero. Con Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria.
Sinossi Il film si svolge durante le notti sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 ed è ambientato nelle trincee degli Altipiani innevati. La vita dei soldati alterna lunghe ed interminabili attese, che accentuano la paura, ad improvvisi accadimenti imprevedibili. La pace della montagna diventa un luogo dove si muore.
La recensione di Taxi Drivers (Elena Tenga)
A tre anni di distanza dal suo ultimo lavoro, Il villaggio di cartone, Ermanno Olmi è tornato dietro la macchina da presa con la trasposizione di un racconto del 1920 che snocciola le memorie di un giovane soldato durante la Prima Guerra Mondiale. Concretizzando così anche i ricordi di bambino, quando suo padre gli raccontava le storie del fronte, Olmi ha voluto realizzare un film che fosse prima di tutto utile ed edificante, che sapesse raccontare quegli anni tremendi e la fragilità intrinseca delle ragioni che motivano la guerra.
In Torneranno i prati siamo catapultati a 1.800 metri di altezza, sull’Altipiano di Asiago, subito dopo i sanguinosi scontri del 1917, fin dentro uno degli avamposti italiani, a poca distanza dalle linee nemiche austriache, dove il capitano (Francesco Formichetti) sta piegando un manipolo di uomini alle terribili condizioni dei suoi ordini dichiaratamente criminali. La ricostruzione attenta e fedele degli avvenimenti riesce a fornire al pubblico un punto di vista onesto e preciso dal quale poter guardare i fatti e riflettere, a mente lucida, sull’insensatezza della guerra e sulla brutalità del sapere che la morte ti aspetta sul bordo della trincea.
Oggi il film sarà proiettato in contemporanea in cento paesi del mondo, dall’America Latina all’Africa, in occasione dell’anniversario dell’Armistizio firmato a Villa Giusti che pose definitivamente fine alla Prima Guerra Mondiale. L’anteprima romana sarà presenziata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, mancherà invece proprio il maestro Olmi, ricoverato a Milano per accertamenti, che però si è premurato di lasciare un video messaggio per la presentazione del film.
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