Matrimonio all’italiana, un film del 1964 diretto da Vittorio De Sica, con Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Aldo Puglisi, Marilù Tolo, Tecla Scarano Il soggetto è la commedia teatrale Filumena Marturano di Eduardo De Filippo. Nel 2007 il film è stato restaurato, con il contributo di SKY Cinema. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d’Argento, ha vinto 4 David di Donatello.
Sinossi
Filumena Marturano, ex prostituta, è stata per anni la serva-amante di Domenico. Stanca di questa sua condizione, decide di farsi sposare. Per riuscirci, finge di essere in punto di morte. Lo stratagemma riesce a metà perché, accortosi dell’inganno, Domenico fa annullare le nozze. La donna allora rivela di avere tre figli, uno dei quali proprio dall’amante-padrone.
La carriera registica di Vittorio De Sica ebbe un netto calo qualitativo negli anni Sessanta, ma Matrimonio all’italiana resta forse il miglior film del regista girato in quel periodo. Tratto dalla Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, il film si prende alcune libertà rispetto al testo teatrale, soprattutto nel ritratto della protagonista che è stata molto ringiovanita, ma queste infedeltà non hanno affatto nuociuto al risultato finale, che, rispetto alla precedente versione del 1951 curata dallo stesso Eduardo, è più soddisfacente dal punto di vista del linguaggio cinematografico. Sophia Loren riempie la scena con indubbia bravura, fascino e aderenza al personaggio, riuscendo perfino a superare in intensità il suo partner storico Marcello Mastroianni che, come Domenico Soriano, è altrettanto bravo, ma forse meno spontaneo. Da antologia la scena della “risurrezione” di Filumena dopo il matrimonio celebrato con l’inganno; l’ambientazione napoletana è pittoresca ma mai fasulla, la fotografia a colori assai gradevole, la direzione di De Sica generalmente ispirata e piuttosto sicura, pur con qualche concessione a un sentimentalismo che in altre opere dilagherà in maniera imbarazzante. Bellissimo affresco teatrale in una storia piena di tensione emotiva e dai toni sospesi tra dramma e riso; d’altronde De Sica, si sa, è stato un maestro nel tratteggiare la filologia della cultura popolare, sopratutto quella napoletana, e di trasmetterla ai suoi interpreti. Il film è girato con un’ottima fotografia e il ritratto della “napoletanità”, palpabile per tutta la durata del film, è fantastico. Capolavoro immancabile in qualsiasi cineteca si rispetti. Fu un successo anche all’estero ed ebbe due nomination all’Oscar, per la Loren e come miglior film straniero: difficile dire se avrebbe davvero meritato la statuetta, ma di certo è migliore rispetto a Ieri oggi e domani, che vinse nella stessa categoria l’anno precedente.