The Nice Guys, film del 2016 diretto e co-scritto da Shane Black e interpretato da Ryan Gosling, Russell Crowe, Angourie Rice, Matt Bomer e Kim Basinger. Il film ha incassato 36 milioni di dollari in Nord America e 25 milioni nel resto del mondo, per un totale di 62.8 milioni di dollari contro un budget di 50 milioni. Con la direzione della fotografia di Philippe Rousselot, le scenografie di Richard Bridgland, i costumi di Kym Barrett e la colonna sonora firmata da John Ottman e David Buckley, The Nice Guys si svolge nella Los Angeles degli anni Settanta.
Sinossi
A Los Angeles, negli anni Settanta, Holland March, un detective privato caduto in bassa fortuna, e Jackson Healy, un assassino di professione, devono collaborare per risolvere due casi criminali all’apparenza senza legame: ritrovare una ragazza scomparsa e chiarire le circostanze della morte di una star del porno. Nel corso delle indagini, scopriranno uno stupefacente complotto che chiama in causa uomini influenti e ricoprenti alte cariche di potere.
La recensione di Taxi Drivers (Luca Biscontini)
Un imbolsito Russel Crowe, tuttora magnificamente ammantato da un’aura da divo, e un agile, spiritoso Ryan Gosling, che ancora fa le prove per dimostrare la sua caratura di star, si dimenano vorticosamente in questo The Nice Guys, il film di Shane Black (lo sceneggiatore di Arma Letale 1 e 2) che ambienta nella Los Angeles degli anni Settanta una complicata storia poliziesca che i due protagonisti, improvvisati detective, si troveranno, loro malgrado, a dover risolvere, tra esplosioni spettacolari, incidenti di auto e rovinose cadute, da cui miracolosamente escono sempre indenni. Il gladiatore e il ‘driver’ si dissacrano, si scontrano e infine si ritrovano in un forte legame d’amicizia, dovendo cimentarsi con un complicato caso di una ragazza scomparsa e una pornostar deceduta in circostanze poco chiare. Si ride in questo film, che sa miscelare sapientemente una scoppiettante comicità con una frenetica azione, deliziando gli amanti di un genere che negli ultimi anni ha conosciuto un certo declino. L’epoca della messa in scena, difatti, rivela chiaramente l’intenzione di rivisitare quel cinema che tra la metà degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta conobbe il suo periodo di massima fortuna e la regia di Black (e la sua sceneggiatura) fornisce la garanzia della bontà del prodotto. L’altra diva, tirata in ballo per questa occasione, è Kim Basinger, nei panni di una cinica signora delle istituzioni che, nonostante la risoluzione del caso operata, alla fine, dai due protagonisti, pone il suo nefasto sigillo sull’esito complessivo della vicenda: sebbene i due anti-eroi riescano a spuntarla su tutti i malvagi del caso, non potranno fermare davvero quel mostruoso meccanismo – nella fattispecie il problema dell’inquinamento atmosferico che già allora provocava effetti disastrosi – che la logica dei consumi aveva fatalmente innescato.
The Nice Guys è spettacolo all’ennesima potenza, c’è in esso una dichiarata voglia d’intrattenere a tutti i costi lo spettatore, coinvolgendolo su diversi piani, da quello spiccatamente umoristico fino alla raffinata struttura noir, sapientemente architettata dal regista, e la metropoli da sfondo si trasforma nell’altro protagonista decisivo, laddove i due strampalati indagatori vi si muovono come pesci in un acquario (da segnalare in tal senso la divertente sequenza in cui Holland March, alias Goslin, insegue un’improbabile sirena in una piscina durante un esilarante party). Da segnalare c’è anche il delicato e spiritoso rapporto padre-figlia che Goslin intrattiene con la piccola Angourie Rice, una sagace ragazzina che spesso è in grado di leggere le situazioni assai più lucidamente del genitore, e il suo caustico umorismo ridimensiona non poco le miriadi di peripezie che Jackson Healy (Crowe) e Holland March si trovano ad affrontare. Ma ciò che costituisce la cifra specifica del lungometraggio di Black è l’aver accostato i corpi di due divi, neutralizzandoli, ridimensionandone la celebrità, e gettandoli nella mischia di una città che fagocita chiunque la frequenti. Eppure, tutta la campagna pubblicitaria montata per promuovere il film – una macchina imponente messa in moto dalla produzione, che ha addirittura organizzato un tour europeo, portando a spasso Crowe e Goslin – fa proprio il contrario, ovvero tenta ostinatamente di rilanciare la statura da star dei due protagonisti, sebbene, probabilmente, si debba considerare (a parte rarissimi casi) definitivamente conclusa l’epoca delle stelle, ormai rimpiazzate da una massa creativa che, forse, non ha più bisogno di eroi. Comunque, questo ultimo guizzo di un certo modo di pensare il cinema continua a esercitare una non trascurabile attrazione e, vista la bontà dell’operazione nel suo complesso, ne consigliamo, dunque, la visione; una cosa è indubitabile: l’intrattenimento è assicurato, le risate anche. Un prodotto onesto che non vi deluderà.