Victor Victoria. Cosa sapere sul film di Blake Edwards

Julie Andrews nel film Victor Victoria

Victor Victoria, un film del 1982 diretto da Blake Edwards, è tratto da una vecchia pellicola del 1934 prodotta in Germania dalla Universum Film, il cui soggetto è stato scritto da Hans Hömsburg, diretto da Reinhold Schünzel e interpretato da Renate Müller, celebre autrice teutonica del tempo, con Hermann Thimig e Adolf Wohlbruck. Da notare che in Germania fu realizzato un altro remake di questa fortunata opera.

Il film ha ricevuto sette candidature ai Premi Oscar 1983 e ha vinto il premio per la migliore colonna sonora (adattamento con canzoni originali). Nel 2000 l’American Film Institute l’ha inserito al 76º posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi. Con Julie Andrews, Robert Preston, James Garner, Lesley Ann Warren, Alex Karras, John Rhys-Davies, Graham Stark, Peter Arne, Herb Tanney.

Sinossi

Parigi, 1934: Victoria è una cantante disoccupata e affamata. Convinta da un travestito, artista di cabaret, si fa credere un nobile omosessuale polacco dalle ambizioni musicali. È il successo: ma le cose si complicano quando un boss americano inizia a girarle intorno, poco convinto dalla sua identità sessuale.

Scritto in modo lesto, senza un solo minuto inutile o qualche momento eccessivamente diluito, Victor Victoria è una delle più scintillanti, scoppiettanti commedie ironiche mai uscite da Hollywood, anche perché realizzato con un’armonia e una leggerezza davvero sorprendenti. Gli effervescenti momenti musicali impreziosiscono la brillante opera, colorata con tinte rosa e caramellose in omaggio a uno stile dirompente e sbarazzino.

Non è un caso che al centro della scena ci siano tre personaggi atipici (più altri due non esattamente ordinari, la guardia del corpo grassone che si rivelerà omosessuale e la volgare amante di James Garner): una finta travestita, un gay e un malavitoso.

In sublime equilibrio tra farsa teatrale e umoristico film sentimentale, Victor Victoria è assolutamente da non perdere, una favolosa operazione retrò che centra il bersaglio. La fantastica Julia Andrews, ancora una volta diretta dal marito, torna a cantare e a ballare con il gusto di quindici anni prima (ai tempi dei più zuccherosi Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente) e non importa se come uomo non sia credibile (è talmente grande che le perdoniamo tutto), ma la parte del leone la fa un Robert Preston stratosferico, checca infallibile al quale è concesso un finale con i fuochi d’artificio. Le musiche di Henry Mancini arrivano al cuore.

Tra le tante gag è da ricordare quella dello scarafaggio al ristorante e la scazzottata al Chez Lui.

Solo un Oscar (canzone), su sette nomination (quando l’Academy piglia belle cantonate). Film così non se ne fanno più.