Diretto da Norman Jewison ed esordito nelle sale cinematografiche statunitensi nel 1987, Stregata dalla luna, disponibile a pagamento su Prime video, è un film che ancora oggi riesce a comunicare a tutte le età dei suoi spettatori.
È un gelido inverno a Brooklyn e Loretta Castorini, vedova italoamericana, si trova in un ristorante italiano dove il suo compagno, Johnny, le chiede di sposarlo.
Ma quando, qualche giorno dopo, Johnny parte per l’Italia per stare accanto alla madre malata, chiede alla futura moglie di invitare al matrimonio il fratello Ronny, con cui non parla da anni.
L’incontro tra Loretta e Ronny scatena però un’attrazione immediata e irresistibile, che mette in crisi i progetti di nozze.
Stregata dalla luna Tra ironia, italianità e amori proibiti
Stregata dalla luna, già dalle prime scene, comunica con forza il suo carattere ossimorico: una freddezza inusuale, un clima atipico e un’enfasi svogliata che, invece di trasmettere distacco e gelo, generano grande comicità.
Sembra essere più una pellicola pensata per imbarazzare gli stessi personaggi, e con loro gli spettatori che seguono le vicende, eppure, dietro questa patina di imbarazzo, si nasconde un equilibrio sorprendente tra tenerezza e ironia, capace di trasformare anche le situazioni più scomode in momenti di autentica umanità.
La famiglia è il cuore pulsante di un viaggio fatto di ambizioni, desideri, libertà e tradimenti, i quali – con un divertente, ma eccessivamente caricaturale, dialetto siciliano – condividono prospettive, preoccupazioni e lezioni di vita. L’italianità sembra percepirsi in qualsiasi scorcio della città americana: dalle scritte luminose a LED, ai movimenti dei personaggi, alle esclamazioni e all’ironia tipica della nostra nazione. Sono tutti personaggi vivi, fieri di ciò che fanno e poco attenti alle conseguenze, eppure capaci di trasmettere amore ed emozioni in ogni loro gesto.
La protagonista, muovendosi liberamente in città senza il promesso sposo, scopre una prospettiva che non aveva mai vissuto. Va contro l’apparenza e i pregiudizi, ritrovando una vitalità e un amore che credeva di aver perduto.
Un amore che, per quanto sbagliato e persino amorale, porta calore, vita e riscoperta (ed è esattamente questo il suo segreto). Il timore e la consapevolezza, per entrambi i protagonisti, di vivere un amore che non potrà mai funzionare portano a lasciarsi cullare da una città che accompagna ogni loro movimento e gesto, quasi fluttuando tra vie e vialetti che custodiranno per sempre questo sentimento proibito destinato a morire.
Emozioni senza tempo e il teatro della vita
La bellezza della pellicola – oltre alla sua attualità, data dall’esplorazione di emozioni e conflitti universali capaci di parlare a ogni generazione – sta nella sua carica esplosiva di prospettive e punti di vista sempre differenti.
Anche se la storia sembra incentrata esclusivamente sulla coppia Cage-Cher, il respiro del racconto è molto più ampio: nessuno è realmente soddisfatto di chi ha accanto e tutti cercano rifugio altrove. Questi personaggi condividono lo stesso desiderio di spensieratezza e riscoprono una vita che stavano, o volevano, dimenticare.
Forse c’è il desiderio di una giovinezza, o, ancora peggio, di una malinconia mai vissuta, ma con il finale ogni amarezza si scioglie in una riconciliazione calda, corale e soprattutto sincera.
Questa tensione amorosa trova il suo apice quando Loretta e Ronny, immersi nelle note di La bohème, si riflettono nei destini tragici e passionali dei protagonisti pucciniani. L’inserimento dell’opera nella narrazione è magistrale e fortemente significativo: teatro e vita si specchiano a vicenda, fondendo i due piani in un unico flusso emotivo.
La scelta di La bohème, ambientata nella Parigi ottocentesca, non è casuale: come l’America dei protagonisti, anche la Francia dell’epoca è attraversata da passioni improvvise, malattia e morte. Questo parallelismo li conduce a una consapevolezza più profonda della loro condizione, mentre la musica e i dialoghi dell’opera amplificano il sentimento travolgente e inaspettato che sta nascendo.
In quel momento, amore e arte si intrecciano fino a diventare inseparabili, fissando una delle scene più iconiche del film.
È proprio in passaggi come questo che Stregata dalla luna rivela la sua natura di cult: un’opera capace di unire commedia e lirismo, radicata nella realtà e sospesa in un incanto senza tempo.