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Film da Vedere

Viva Zapata! Cosa sapere sul film di Elia Kazan

La storia dell'eroe leggendario della rivoluzione messicana diviene un apologo sul senso di una rivolta e del successivo cambio di potere

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Viva Zapata!, un film del 1952 di Elia Kazan ispirato alla biografia scritta da John Steinbeck sul capo rivoluzionario messicano Emiliano Zapata interpretato da Marlon Brando. Film sulla corruzione delle rivoluzioni e ambigua auto-riflessione di Kazan sugli anni del maccartismo, è soprattutto un potente ritratto di eroe, interpretato da un superomistico Brando (che vinse la Palma d’oro a Cannes). Oscar per Anthony Quinn come non protagonista.

Sinossi
Messico, 1909. Vita del rivoluzionario Emiliano Zapata (1879-1919) che durante la rivoluzione messicana si batté contro il dittatore Porfirio Diaz per i diritti dei peones oppressi dai grandi proprietari terrieri. Emiliano Zapata, insieme con Pancho Villa, si ribella al dittatore Diaz e rovescia il suo tirannico regime. Ma il nuovo governo, di ispirazione democratica, non dura a lungo. Zapata, tornato a combattere per l’eguaglianza e la libertà, viene ucciso a tradimento. 

Per raccontare la vita di uno dei rivoluzionari più celebri di sempre, la Fox di Darryl F. Zanuck scomoda un trio di nomi a dir poco interessanti: il regista Elia Kazan, l’attore Marlon Brando, entrambi recentemente consacrati da Un tram che si chiama Desiderio (1951), e il grande romanziere John Steinbeck, chiamato a scrivere la sceneggiatura a partire da Zapata the Unconquerable di Edgecumb Pinchon. Le indubbie e numerose libertà rispetto alla realtà storica (come da tradizione di ogni biopic hollywoodiano) sono pecche perdonabili in questo vitale e trascinante racconto epico, impregnato di avventura, violenza e lirismo. Nella lotta armata di Zapata in nome della democrazia e dell’egualitarismo, Kazan mette in luce sia il sincero idealismo che i lati più oscuri (in particolare, la corruzione e l’ipocrisia del potere politico). La struttura del film – ascesa, caduta, redenzione e martirio del protagonista; amori passionali; amici che si trasformano in traditori – sarà ripresa in decine di film biografici successivi. Un grandioso Brando, premiato al 5° Festival di Cannes, dona fascino e impronta divistica al suo romantico eroe senza tempo, mentre Anthony Quinn conquista il suo primo Oscar come attore non protagonista in un ruolo splendidamente ambiguo. Curiosamente, un film su un personaggio così “sovversivo” uscì in pieno maccartismo, proprio poco dopo la celebre denuncia da parte di Kazan di alcuni colleghi alla commissione delle attività anti-americane.

Dopo l’esordio in Uomini – Il mio corpo ti appartiene, si può dire che le radici del mito di Marlon Brando nascano con questo film che vide l’incontro con uno dei registi più importanti con cui il divo di Queimada abbia lavorato: la storia dell’eroe leggendario della rivoluzione messicana diviene un apologo sul senso di una rivolta e del successivo cambio di potere. Infatti, anni prima di come capiterà ad altri due personaggi-simbolo di un’altra rèvolucion, Ernesto e Fidel ,il combattente indomito e il più atto alla politica si dividono, essendo incapace il primo di svestire i panni del guerrillero e di rischiare di trovarsi nel ruolo di quelli contro i quali si è battuto. Bellissima la sequenza finale, con la trappola mortale tesa all’eroe di cui il sottoscritto si onora di portare il nome, e i peones, di fronte al cadavere straziato si rifiutano di credere alla sua morte: un momento splendido, frutto di talenti come l’autore di Fronte del porto e Steinbeck alla sceneggiatura.

  • Anno: 1952
  • Durata: 113'
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Elia Kazan