Guardando il commovente, poetico e, soprattutto, necessario film di Carmine Amoroso, lo spettatore è sollecitato in modo talmente intenso e continuo, che quasi prova un senso di estatica vertigine, tante sono le riflessioni che viene giocosamente e gioiosamente convocato a fare. In un momento come questo, in cui stiamo assistendo all’inequivocabile ritorno di un puritanesimo fuori tempo massimo, e che pure si è tragicomicamente imposto, Porno & Libertà costituisce un coraggioso, fiero e doveroso atto di resistenza – etica ed estetica – che diventa un grido, laddove interrompe la litania intonata dagli asserviti sgherri di un nuovo ordine, non solo economico ma anche dei costumi, che, come l’ipnotico canto delle sirene di Omero, vorrebbe stordirci, annullando – similmente a quanto è accaduto per le conquiste dei lavoratori, lentamente ma inesorabilmente smantellate – quel festoso divenire dell’immaginario e delle pratiche sessuali verificatosi nel corso della seconda metà del secolo scorso.
Judith Malina (da poco scomparsa), la storica fondatrice del Living Theatre, la celebre compagnia teatrale sperimentale nata nel 1947, intervistata da Amoroso, mette in evidenza due caratteristiche specifiche, ontologicamente pregnanti, della natura dell’essere umano: la politica e il sesso. Questi aspetti non sono separati, ma convivono giustapposti, l’uno è il rovescio dell’altro; d’altronde cos’è la vita se non desiderio?, si sforzarono sempre di teorizzare Gilles Deleuze e Félix Guattari, con il leggendario L’Anti-Edipo (1972) e poi con Millepiani (1980). Prima ancora di chiederci se la diffusione della pornografia è stata o sia un beneficio, dovremmo interrogarci su cosa essa sia. Senza complicare eccessivamente le cose, si potrebbe affermare che è la manifestazione (il divenir visibile) dei corpi e del loro relazionarsi, e che, dunque, lungi dall’essere ‘oscena’, essa fa parte, come tanti altri aspetti del quotidiano, del linguaggio. Il prendere corpo, il divenire immagine testimonia la sua urgente necessità di uscire dal fuori campo relativo in cui era stata arbitrariamente relegata, dissipando un equivoco culturale in cui troppi sono caduti: noi non abbiamo un corpo, noi siamo un corpo. Esso è l’insostituibile principio d’individuazione che ci delinea in quanto soggetti. È la nostra manifestazione fenomenologica, e, visto che il mondo, come professava Heidegger, è innanzitutto e per lo più linguaggio, anche esso, il corpo, è linguaggio. Potremmo allora mai tollerare che una parte del discorso sia bandita, che la si tratti come se non meritasse di emergere sul piano significante? Attenzione, allora, oggi più che mai, alle nuove forme di repressione che si stanno diffondendo senza incontrare particolari resistenze: la sbornia libertaria che abbiamo vissuto nei tempi recenti ci impedisce di credere di poter subire forme anacronistiche di censura. Ma è proprio quello che sta accadendo.
L’ossessione paranoide per il politicamente corretto, il quale si sta impudicamente insinuando in ogni sfera dell’esistenza, ponendosi come dovere e non come eventuale libera scelta, ha dato corpo a uno scenario inquietante in cui una miserabile involuzione domina l’orizzonte degli eventi. Tutto ciò non va assolutamente sottovalutato, e Amoroso, che ha intercettato prima e meglio di altri questa nefanda tendenza, ha sacrosantamente testimoniato, attraverso una girandola di visioni, parole, riflessioni e corpi la parabola discendente di un momento storico che pare sempre più fatalmente attratto da un invincibile gorgo che tutto risucchia, in nome di una rappresentazione fasulla, in quanto non veritiera, della nostra natura. Se si disinnesca il desiderio – processo che di fatto è in corso – si nega ciò che di più intimo e costitutivo è contenuto in noi. Noi siamo movimento, divenire, desiderio senza causa e senza fine (l’oggetto del desiderio è il pretesto ontico presente nell’ordine simbolico, ma, come ha insegnato Lacan, esso, in realtà, non è davanti a noi, ma alle nostre spalle; è una causa evanescente, sempre al di fuori della nostra possibilità di riconoscerlo). Ma essendo noi immersi nel mondo, nella parola, nel linguaggio, in un con-esserci (mit-sein) che produce un incontro e uno ‘sfregamento dei corpi’, non possiamo consentire l’occultamento di ciò che produce il movimento della vita.
Grazie a un tempismo eccezionale, Carmine Amoroso con il suo prezioso film ammonisce a tenere alta la guardia, a non farsi travolgere dalla silenziosa manipolazione che la degenerazione antropologica, veicolata dal capitale per ridurci al ruolo di miserabili consumatori, sta con metodo compiendo. Riccardo Schicchi, Ilona Staller, Marco Pannella, Lasse Braun, Giuliana Gamba, Helena Velena, Giampiero Mughini: tante voci contribuiscono a riempire con svariate tessere il mosaico ordito ad arte da Carmine Amoroso, al quale va il nostro plauso per la sua necessaria e coraggiosa iniziativa culturale, filosofica, estetica, umana.
Pubblicato da Mustang Entertainmnet, in collaborazione con I Wonder Pictures, e distribuito da CG Entertainment, Porno & Libertà è disponibile in dvd, in formato 1.78:1, con audio Dolby Digital 5.1, sottotitoli in inglese, in francese e per non udenti opzionabili. È inoltre presente una ricchissima sezione extra con oltre cinquanta minuti di contenuti speciali.
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