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Mad Puppet

Profondo Rosso

Le colonne sonore nel cinema di genere italiano. Rubrica a cura di Fabio Meini

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Profondo Rosso è il quinto film di Dario Argento. Dopo la collaborazione con Ennio Morricone per la trilogia degli animali (L’uccello dalle piume di cristallo, 4 mosche di velluto grigio, Il gatto a nove code), il regista romano inizia una collaborazione col jazzista Giorgio Gaslini. Sue sono infatti le musiche del quarto film, la commedia storica Le cinque giornate, e anche quelle della mini-serie TV La porta sul buio prodotta e in parte diretta da Argento. Il connubio con Gaslini continua in modo naturale anche col film successivo Profondo Rosso senonché le musiche composte dal maestro non soddisfano a pieno Argento che sente per il nuovo film la necessità di un sound più rock. Per questo si è resa necessaria la collaborazione con un gruppo che apporti queste sonorità.

Un primo tentativo, non andato in porto, sembra che Argento lo faccia addirittura con i Pink Floyd, che già avevano lavorato per Antonioni, ma l’inaspettata soluzione l’ha in mano Carlo Bixio direttore artistico della Cinevox Records, etichetta discografica specializzata in colonne sonore. Proprio in quel periodo la Cinevox aveva deciso di far uscire il primo disco degli Oliver, un gruppo rock progressivo composto da italiani ma che all’epoca risiedeva in Inghilterra. Gli Oliver erano stati fatti conoscere a Bixio da Enrico Simonetti, un’istituzione della musica italiana, artista della Cinevox e padre di Claudio, tastierista di questo giovane complesso. Gli elementi che compongono il gruppo sono Massimo Morante (chitarra), il figlio d’arte Claudio Simonetti (tastiere), Fabio Pignatelli (basso), Tony Tartarini (voce) e Carlo Bordini (batteria) che provengono un po’ tutti da precedenti formazioni dello stesso genere musicale: Rustichelli & Bordini, Il Ritratto di Dorian Gray e L’Uovo di Colombo.

Il gruppo si rifà al rock progressivo inglese e ha delle venature dark perfette per il progetto del regista. I giovani Oliver vengono così assoldati da Dario Argento per il quale cambiano nome in Goblin. In questo cambiamento la formazione vede la defezione di Tony Tartarini in quanto la sua voce non è necessaria e di Carlo Bordini che temeva che il vincolo con la casa discografica bloccasse il suo lavoro di sessionman. Al suo posto entra il batterista Walter Martino, gia con Claudio Simonetti ne Il Ritratto di Dorian Gray. Per la cronaca, il disco degli Oliver verrà stampato dalla Cinevox soltanto l’anno successivo a nome Cherry Five, perché nel mentre succede l’impossibile. Ai Goblin viene specificatamente chiesto di riarrangiare i brani composti da Gaslini in una veste più rock. Il jazzista fornisce loro gli spartiti, ma di li a poco in disaccordo con Argento lascia tutto, e a quel punto il regista chiede ai ragazzi di comporre anche nuovi brani. Questi quattro ragazzi sconosciuti e poco più che ventenni si ritrovano a fare le musiche per uno dei registi più importanti del genere. Per la ricerca del sound giusto Argento fornisce ai Goblin alcuni dischi dell’epoca a cui ispirarsi fra cui Tubolar bells di Mike Oldfield che due anni prima era diventato famoso come colonna sonora de L’Esorcista. E’ questo il disco che più influenzerà il loro lavoro.

I brani che vengono composti e firmati da tutti e quattro i Goblin sono solo tre: la title track Profondo rosso, Death dies e Mad puppet. Già da queste tre tracce che compongono il lato A dell’LP (Cinevox MDF 33/085) possiamo constatare che se pur a livello compositivo non ci si discosti dalla musica del momento, a livello di sonorità invece ci sono delle novità. Questo misto di jazz e rock con l’ampio uso di sintetizzatori ma soprattutto con l’inconfondibile suono del basso di Pignatelli andranno a caratterizzare quello che verrà presto battezzato come Goblin-sound.

Il tema principale Profondo rosso, probabilmente uno dei temi più famosi della musica da film, è un tema ripetitivo, ossessivo, eseguito dalle tastiere di Simonetti ma contraddistinto anche dal basso di Fabio Pignatelli che pare sia il vero ideatore del tema ispirato a quello de L’Esorcista. Il tema Profondo rosso lo sentiamo oltre che durante i titoli, nelle famose carrellate sugli insoliti oggetti presenti sul tavolo dell’assassino (una bambola, dei disegni, delle biglie, dei coltelli) ma anche nella sequenza in cui il protagonista, Marc (David Hemmings), scopre l’affresco dietro l’intonaco nella “Villa del bambino urlante”.

Il secondo brano del lato A è Death dies. Questo è temporalmente l’ultimo brano che i Goblin incisero per quest’album e vide la sostituzione del batterista Walter Martino, passato ai Libra, con Agostino Marangolo (ex batterista dei Flea on the honey). Questo pezzo jazz-rock dal ritmo frenetico viene utilizzato nel film durante gli omicidi. Il terzo ed ultimo brano composto dai Goblin è Mad puppet il famoso tema di basso che accompagna il protagonista all’interno della villa. Anche per questo brano è plausibile che abbiano preso spunto dal giro di basso della parte finale della prima parte di Tubolar bells.

Nel Lato B del 33 giri invece ci sono quattro brani composti da Giorgio Gaslini, due eseguiti dai Goblin (Wild session e Deep Shadow) e due dall’orchestra del jazzista milanese (School at night e Gianna). Wild session è un altro brano jazz-rock caratterizzato dall’ampio uso del sintetizzatore e dal sax (probabilmente suonato da Antonio Marangolo). L’intro di Wild session è stato ripreso dal passaggio sonoro fra i brani Swan is a murderer (1a parte) e (2a parte) del disco dei Cherry Five che è alla fine l’unica parte di questo brano utilizzata nel film.

Deep Shadow, forse il brano più articolato del disco, accompagna il protagonista alla scoperta dei primi due omicidi ma si sente nella sua interezza soltanto alla scoperta del cadavere all’interno della villa.

L’orchestra di Gaslini invece chiude il Lato B con School at night brano misterioso che include la versione strumentale del tema del bambino e Gianna, dolce tema eseguito dal flauto dedicato al personaggio interpretato da Daria Nicolodi.

E il tema cantato dal bambino? Incredibile da dirsi ma la terrificante nenia composta da Gaslini che preannuncia gli omicidi non è presente nel disco originale. Non abbiate paura (o meglio, abbiatene) perché è invece inclusa su CD dove sono incise molte più delle sette tracce stampate nel disco del 1975. Una “Complete edition” è uscita nel 1996 (Cinevox CD MDF 301) ed una ancora più completa nel 2006 (Cinevox Cinevox CD MDF 613). Nel CD del 1996 troviamo come detto il tema del bambino School at night (Lullaby – Child Version) che in realtà era cantato da una bambina, la tredicenne Maria Grazia Fontana (futura vocalist della TV) così come troviamo la versione strumentale School at night (Lullaby – Instrumental Version) che sentiamo nel film quando Marc scopre il disco con la canzoncina. Gli altri brani presenti in questo CD sono variazioni dei sette temi presenti su vinile.

Altro materiale molto interessante è stato incluso nell’edizione del 2006. In particolare troviamo tutti i brani jazz di Giorgio Gaslini: Profondo Rosso (Jazz Source #1) brano eseguito dal gruppo jazz di Marc all’inizio del film, Profondo Rosso (Jazz Source #2) brano che Marc suona al piano mentre l’assassino entra in casa, Profondo Rosso (Jazz Source #3) il duetto al pianoforte fra Marc e Carlo al Blue Bar. Un altro brano significativo che troviamo nel nuovo CD è Profondo Rosso (Paura #6) di cui sentiamo un frammento durante l’incendio della villa. Nel CD sono presenti anche altri brani come Profondo Rosso (Jazz Source #4) e tutti i Profondo Rosso (Paura #1-5) che nel film non sono riuscito a sentire, quindi probabilmente non furono utilizzati. Viceversa, c’è un piccolo grottesco frammento musicale suonato dai Goblin che accompagna l’uscita di Gianna da casa di Marc che non è presente nel CD.

Come abbiamo visto quindi la colonna sonora di Profondo Rosso è composta da brani dei Goblin eseguiti da loro stessi, brani di Gaslini eseguiti dai Goblin e brani di Gaslini eseguiti dalla propria orchestra. Nonostante ciò i titoli di testa riportano grossolanamente “musiche di Giorgio Gaslini eseguite da I Goblin” che è un affermazione decisamente omissiva.

Le musiche di Profondo Rosso ebbero un successo clamoroso: il disco superò i 3 milioni di copie vendute e risultò l’album più venduto del 1975. L’LP, se pur tutt’oggi molto ricercato, essendo stato stampato in molte copie è facilmente reperibile e non particolarmente costoso (circa 30€). Il disco, dalla copertina apribile e completamente rossa, presenta nel retro una foto dei Goblin. I più attenti avranno notato che nella foto c’è una quinta persona: l’“estraneo” è Tony Tartarini che come suddetto non prese parte alla colonna sonora. All’epoca uscì anche un 45 giri comprendente Profondo rosso e Death dies. Una colonna sonora che non può mancare in nessuna casa. E in nessuna villa.

Fabio Meini

caniarrabbiati.it

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