C’è una linea sottile tra il New Italian Cinema Events (N.I.C.E.) e l’Irish Film Festa. Una linea che si tocca, si intreccia e si solidifica rendendo concreto e significativo il fine delle due realtà. Da un lato promuovere il nuovo cinema italiano all’estero, dall’altra promuovere il meglio del cinema irlandese in Italia.
E’ con questi presupposti che si è rinnovata la prestigiosa collaborazione tra il New Italian Cinema Events (N.I.C.E.) e l’Irish Film Festa per la serata di chiusura della 50 Giorni di Cinema a Firenze. L’evento propone una doppia immersione nel meglio del cinema irlandese contemporaneo, tra cult intramontabili e nuove scoperte. Si parte questa sera, giovedì 11 dicembre, alle 18.30 con Breakfast on Pluto (2005), il cult visionario di Neil Jordan, per poi proseguire alle 21.00 con The Spin (2024), frizzante commedia musicale nordirlandese. Una doppia occasione per esplorare voci, storie e sensibilità del cinema irlandese all’interno della splendida cornice del Cinema La Compagnia di Firenze.
Per questa occasione abbiamo avuto il piacere di conversare con Susanna Pellis, direttore artistico dell’Irish Film Festa. Come è nato il progetto, le difficoltà nella promozione del cinema irlandese in Italia e le sfide del futuro.
L’intervista a Susanna Pellis
Il festival esiste ormai da molti anni. Come nasce l’idea dell’Irish Film Festa?
Il festival è nato nel 2007, quindi sono ormai più di diciotto anni di attività. L’idea affonda le radici nei miei studi: mi sono laureata in letteratura ma ho dedicato la mia tesi al cinema, e proprio da quel lavoro sono poi nati libri e altre occasioni professionali che alla fine mi hanno portata a immaginare un festival interamente dedicato al cinema irlandese.
Già trent’anni fa il fascino del cinema irlandese era fortissimo, soprattutto per la qualità dei suoi attori. Anche prima che la cinematografia nazionale si affermasse pienamente, se ne intuiva la potenzialità. Quando poi l’Irlanda ha finalmente avuto le risorse economiche per produrre i propri film, questo cinema è diventato ciò che conosciamo oggi: una realtà piccola, certo, ma in continua crescita e decisamente interessante.
Come è nata la collaborazione con il New Italian Cinema Events?
È stata una proposta molto naturale. In Irlanda l’Irish Film Festa è sorprendentemente più conosciuto che in Italia, e questo ha favorito il contatto. Sono molto soddisfatta della collaborazione: credo che i festival non commerciali siano luoghi fondamentali e che dovremmo orientarci tutti un po’ di più verso questo tipo di realtà.
Quali sono le principali difficoltà nel far conoscere il cinema irlandese in Italia?
Per molto tempo il problema è stato legato soprattutto ai sottotitoli: non c’era l’abitudine a seguire proiezioni sottotitolate. Anche i dibattiti, che per noi sono sempre stati parte integrante del festival, non venivano molto seguiti, mentre ora il pubblico li apprezza molto—e gli irlandesi, si sa, sono grandi conversatori e raccontarsi per loro è una gioia.
Con gli anni il pubblico è cresciuto e oggi possiamo proporre film che all’inizio non avremmo potuto presentare.
Sul fronte della distribuzione commerciale, invece, la situazione è più complessa. Personalmente trovo discutibili molte scelte delle distribuzioni italiane, sia nella selezione dei titoli sia nelle modalità con cui vengono lanciati. Faccio un esempio: Kneecap è stato distribuito in Italia a fine agosto, un periodo notoriamente sfavorevole, nonostante all’estero abbia avuto un successo enorme.
Un altro limite è la scarsa collaborazione: non sempre, per esempio, un film irlandese già acquisito da una distribuzione italiana può essere proiettato in anteprima al nostro festival. Sarebbe interessante organizzare iniziative comuni, soprattutto ora che siamo alla Casa del Cinema, che ha 120 posti: un pubblico gestibile, ideale per anteprime e incontri.

Verso il futuro
Consiglieresti tre titoli del cinema irlandese, anche per chi vuole avvicinarsi a questa cinematografia?
È sempre difficile rispondere perché molti titoli, purtroppo, sono difficili da reperire in Italia. In generale, direi che gli anni Novanta sono stati cruciali: è allora che il cinema irlandese ha cominciato a circolare all’estero, e rivedere oggi alcuni film di quel periodo permette di cogliere l’evoluzione di registi ora affermati.
Detto questo, tra i film recenti che consiglierei senz’altro—anche perché hanno avuto distribuzione italiana—ci sono Kneecap e The Quiet Girl: due opere molto diverse tra loro, ma entrambe ottimi punti di accesso per chi vuole avvicinarsi al cinema irlandese contemporaneo.
Il mio film irlandese preferito di tutti i tempi è December Bride, un titolo del 1990 difficile da ritrovare.
C’è sempre molta curiosità da parte del pubblico: ci chiedono spesso se i film che proiettiamo al festival poi arrivino in sala, ma succede raramente. Le piattaforme avrebbero potuto semplificare la situazione e, in parte, lo fanno; tuttavia offrono un catalogo talmente vasto e frammentato da rendere difficile orientarsi, senza contare che spesso servono abbonamenti diversi all’interno della stessa piattaforma.
Qual è il tuo augurio per il futuro dell’Irish Film Festa? Avete degli obiettivi specifici per i prossimi anni?
Un obiettivo molto concreto è quello di trovare un pubblico che apprezzi i documentari. In questo momento il cinema irlandese sta producendo documentari estremamente interessanti, a volte perfino più del cinema narrativo. Tuttavia è difficile convincere il pubblico a venire a vederli: molti spettatori privilegiano i film di finzione, e solo dopo la visione si rendono conto del valore dei documentari. Lavorare per farli scoprire prima della proiezione è uno degli obiettivi su cui stiamo riflettendo e che ci siamo dati.
Un altro auspicio, molto pratico, riguarda i finanziamenti: il festival cresce, ma i costi della Casa del Cinema—oggi gestita dalla Fondazione Cinema per Roma—sono aumentati. Non è semplice mantenere lo stesso livello qualitativo con risorse economiche non certo floride. Abbiamo avviato una campagna di fundraising e speriamo di continuare a ottenere buoni risultati, come è accaduto finora.
L’Irish Film Festa è prodotto dall’associazione culturale Archimedia ed è realizzato in collaborazione con Irish Film Institute; con il sostegno di Culture Ireland, Screen Ireland; con il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia; e con il contributo di Intesa Sanpaolo. Media Partner: Film Tv. La rassegna si svolge alla Casa del Cinema di Roma, presenta nuovi film in anteprima e recupera alcuni classici inediti. Oltre alle proiezioni – tutte in originale con sottotitoli e tutte a ingresso libero – il programma prevede presentazioni e incontri con gli ospiti irlandesi (registi, attori, sceneggiatori e produttori), dibattiti ed eventi speciali.
Ringraziamo l’ufficio stampa Ester Di Leo e Susanna Pellis per la disponibilità.