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Festival dei popoli

‘Chi sale sul treno’: dove i binari portano speranza

Valerio Filardo racconta con delicatezza la fede, la fragilità e la speranza di un intero Paese.

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Ci sono treni che non portano solo passeggeri, ma storie. Chi sale sul treno, il nuovo documentario di Valerio Filardo, racconta uno di questi viaggi straordinari: quello dei cosiddetti treni bianchi che ogni anno attraversano l’Italia per accompagnare malati e pellegrini verso Lourdes. Un percorso che unisce fede, dolore e speranza. È un’opera che non si limita a mostrare, ma accompagna lo spettatore in un percorso umano e spirituale. Un viaggio sui binari dell’Italia più intima, quella che spesso resta ai margini delle cronache e delle narrazioni ufficiali.

Prodotto da Invisibile Film, Apnea Film, Cinefonie e Webreak Production: Il progetto è stato selezionato nel concorso italiano del Festival dei Popoli (66ª edizione) a Firenze, grazie al sostegno della Film Commission di Torino Piemonte e la Piemonte Doc Film Fund.

Sito Ufficiale Del Festival

Un treno che racconta un paese

Con uno sguardo intimo ma mai invadente, Filardo costruisce un mosaico di volti, dialetti e paesaggi che restituisce l’anima del Paese. Dal Sud assolato fino alle Alpi, ogni carrozza diventa uno specchio dell’Italia più autentica. Quella che si muove lentamente, ancora legata a un senso profondo di comunità e solidarietà. È un treno del silenzio e della speranza, ma anche della memoria: ci viene racconto come se fosse un essere vivente, un corpo che respira insieme a chi lo abita per qualche giorno. Ogni carrozza ha un suo ritmo, un suo linguaggio, un suo respiro.

La macchina da presa non cerca la commozione facile: preferisce la poesia del reale.  La vibrazione di un gesto gentile, l’attesa tra una stazione e l’altra. I dialoghi, spesso sussurrati, si mescolano al rumore ritmico dei binari, fino a comporre una sorta di sinfonia. In 73 minuti questo documentario disegna una mappa sentimentale fatta di volti segnati dal tempo, sguardi che si incrociano e si sfuggono.

Ma Chi sale sul treno è anche una riflessione sul tempo che finisce: il regista suggerisce che questa possa essere l’ultima volta che il treno bianco parte. E allora ogni partenza diventa memoria. In questa prospettiva, il film si trasforma in un testamento collettivo. C’è un senso di dolce malinconia che attraversa ogni sequenza. Non si tratta di un film religioso in senso stretto – la fede qui è presenza diffusa, ma mai proclamata – bensì di un film sull’umanità, sul bisogno di essere insieme, sul valore del viaggio condiviso. La cinepresa sembra chiedere: cosa resta, quando i riti si spengono e le tradizioni si dissolvono? Il treno bianco appare come un relitto di un’altra epoca, in cui la comunità esisteva davvero. 

Lo sguardo del Regista

Filardo, che proviene da un percorso documentaristico attento al reale e alle sue ombre, sceglie un linguaggio visivo essenziale, ma denso di significato. Niente voce fuori campo, niente spiegazioni superflue: la macchina da presa osserva, ascolta, attende. È un cinema contemplativo, che preferisce il dettaglio alla sintesi, il gesto al racconto. La fotografia, curata con grande sensibilità, alterna toni caldi e naturali all’interno del treno a immagini quasi pittoriche dei paesaggi esterni: l’Italia vista dal finestrino diventa un personaggio a sua volta.

Chi sale sul treno non mostra solo chi parte, ma chi sceglie di restare umano in un mondo che ha dimenticato la lentezza.

Chi sale sul treno

  • Anno: 2025
  • Durata: 73'
  • Distribuzione: Invisibile Film, Apnea Film, Cinefonie e Webreak Production
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Valerio Filardo
  • Data di uscita: 06-November-2025