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‘Xoftek’ apre il concorso del Giffoni Film Festival

Un viaggio spezzato, un racconto sospeso tra sogno e incubo

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Xoftex

Xoftex, un film franco – tedesco, diretto da Noaz Deshe, con protagonisti due fratelli, interpretati da Abdulrahman Diab e Osama Hafiry, apre il concorso del Giffoni Film Festival nella sezione Generator +18.

Un viaggio spezzato, un racconto sospeso tra sogno e incubo.

Nasser, un adolescente palestinese-siriano, insieme al fratello maggiore Yassin, vive in un campo profughi in Grecia in attesa dell’asilo. Tra sogni di fuga verso la Svezia, video comici girati con lo smartphone e l’amara realtà della marginalità.

Noaz Deshe, regista rumeno dalla sensibilità cruda e poetica, realizza questo film basandosi sulla sua personale esperienza nei campi profughi greci e, da un laboratorio teatrale realizzato con migranti veri, in un’ex fabbrica di carta igienica riconvertita a campo per richiedenti asilo.

Con un passato da direttore della fotografia e musicista, Deshe ha già stupito il mondo con White Shadow, vincitore del Leone del Futuro alla Mostra del Cinema di Venezia. In Xoftex, suo secondo lungometraggio, mette in scena una visione autoriale che intreccia fiction, documentario e onirismo.

Viviamo in un mondo in cui non esiste una realtà condivisa. La finzione, quando è onesta, è il solo modo per raccontare l’invisibile”.

Xoftex è molto più di un film: è un grido sommesso ma potente, un invito a guardare i rifugiati non come vittime, ma come esseri umani pieni di speranze.

Gli interpreti del film non sono attori professionisti, ma ex rifugiati che, in parte, mostrano la loro reale condizione di vita. La realtà piomba al cinema.

Cosa vuol dire diventare umani? Esserlo. La differenza sta in come trattiamo le persone: ecco, il modo in cui vengono trattati i profughi nei campi è disumano. Andrebbero visti come sognatori, e non come vittime. I diritti umani sono nelle nostre mani, bisogna guardare le persone come essere umani, con i propri sogni e le proprie aspirazioni“

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