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Finalmente in Italia l’inedito Bernie con Jack Black e Matthew McConaughey

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Avete mai sentito parlare di Bernie Tiede, assistente delle pompe funebri a Carthage, in Texas, nonché membro molto amato della comunità cittadina?

Prendendo ispirazione da un articolo di cronaca nera apparso sul Texas Monthly, l’eclettico cineasta di Houston Richard Linklater – autore, tra l’altro, dell’ottimo School of rock e del sopravvalutato Boyhood – ne ha riportata l’assurda storia all’interno del lungometraggio Bernie, che, datato 2011 e mai arrivato nelle sale cinematografiche italiane, approda finalmente su supporto blu-ray tricolore targato Lucky red, con il trailer nella sezione riservata ai contenuti speciali.

“Una storia così incredibile deve essere vera” recita giustamente la fascetta del disco, in quanto, unico amico della ricca vedova Marjorie Nugent, incarnata dalla veterana Shirley MacLaine e detestata dai suoi concittadini, il protagonista prima ne diventa una inseparabile metà, poi, esasperato dalle sue richieste di attenzione esclusive e vedendo minacciata, di conseguenza, la propria vita sociale, arriva addirittura ad ucciderla.

E, cimentandosi anche – come di consueto – in performance canore, è il mai disprezzabile Jack Black a concedere anima e corpo a questo curioso individuo che, inizialmente in grado di approfittare della relativa indifferenza che circondava la donna in città, vede complicarsi la sua situazione quando la polizia irrompe in casa e ne trova il cadavere nel freezer.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_Bernie_LinklaterPerché, sebbene il tono generale della circa ora e quaranta di visione tenda ad orientarsi dalle parti della commedia, è, in realtà, una vicenda dal contenuto non poco drammatico quella portata in scena; tanto più che, inaspettatamente, il regista vi include anche la cruda immagine di un incidente automobilistico avvenuto, senza risparmiare inquadrature di deceduti in bella vista.

Del resto, sebbene la produzione dell’operazione sia del tutto americana, è facile intuire anche un forte (retro)gusto “nero” degno del british style nel corso dell’insieme, destinato a sfociare in una seconda parte prevalentemente rappresentata dall’aspetto processuale della vicenda.

Ulteriore testimonianza della maniera linklateriana di concretizzare un elaborato in fotogrammi evitando cliché e banalità; tanto che, anche in questo caso, anziché ricorrere alla più classica delle strutture narrative da Settima arte, si preferisce conferire alla pellicola un sapore tutt’altro che distante da quello di un mockumentary.

Sapore che non manca di emergere grazie alla scelta di alternare il progressivo evolversi del rapporto tra Bernie e Marjorie ad una serie di interviste a diversi personaggi comprendenti anche veri abitanti della zona texana in cui avvenne il fattaccio.

Mentre, due anni prima di aggiudicarsi il premio Oscar tramite la sua memotabile interpretazione in Dallas buyers club di Jean-Marc Vallée, Matthew McConaughey si aggiunge al già ricco cast calandosi nel ruolo del procuratore distrettuale Danny Buck Davison, ovvero colui che accusò Tiede dell’omicidio della Nugent.

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