È di ieri notte la notizia dell’arresto di Domenico Diele, resosi artefice di un incidente stradale nel quale ha perso la vita una donna di 48 anni. Senza entrare nella ricostruzione dei fatti ed evitando di commentare l’accavallarsi di dettagli e supposizioni di cui è sempre ricca la cronaca degli eventi che coinvolgono i personaggi pubblici, a lasciare sgomenti è la fatalità di un destino che non lascia scampo a nessuno. Nato 31 anni fa a Siena, l’attore toscano si era messo in evidenza nel cinema con un ruolo alla Serpico, interpretando la parte del poliziotto integerrimo e leale in ACAB – All Cops Are Bastards di Stefano Sollima e due anni dopo recitando accanto a Emir Kusturica ne La foresta di Ghiaccio di Claudio Noce. Attivo anche nel piccolo schermo, dopo varie apparizioni in fiction televisive targate RAI (Don Matteo) aveva trovato collocazione stabile su SKY, dapprima nel ruolo di Padre Riccardo in In Treatment, serie diretta da Saverio Costanzo, e poi nella parte del poliziotto sieropositivo che indaga nella Milano di “Mani pulite” nel dittico 1992 e 1993.
Faccia pulita, da ragazzo della porta accanto, Diele ha fatto breccia soprattutto nel cinema d’autore (da Mia Madre di Nanni Moretti a L’attesa di Piero Messina e La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi) che sulla sua non comune fotogenia ha costruito figure giovanili spesso sfuggenti e comunque laterali alle vicende dei protagonisti, in cui la convenzionalità dei personaggi era increspata da improvvisi lampi di inquietudine e da un introversione che, soprattutto negli ultimi lavori televisivi, sembrava essere diventata il tratto comune dei suoi personaggi. Una carriera in crescendo che oggi Diele è costretto a mettere da parte per fare i conti con le sventure della vita.