Uomini contro è un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull’Altipiano, con Alain Cuny, Gian Maria Volonté, Mark Frechette, Franco Graziosi e Giampiero Albertini. Il film verrà presentato, in occasione del restauro a più di cinquant’anni dalla realizzazione, all’Euro Balkan Film Festival, dove sarà proiettato il 9 Novembre.
Ambientato durante la prima guerra mondiale, quest’opera, di chiara impronta pacifista e anti-autoritaria, mette in luce la follia della guerra. A proposito di questo film ha dichiarato il regista Francesco Rosi: «Per Uomini contro venni denunciato per vilipendio dell’esercito, ma sono stato assolto in istruttoria. Il film venne boicottato, per ammissione esplicita di chi lo fece: fu tolto dai cinema in cui passava con la scusa che arrivavano telefonate minatorie. Ebbe l’onore di essere oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana, che a quell’epoca non si fece certo scrupolo di fare pubblicità a un film in questo modo.»
Nel corso della prima guerra mondiale, i soldati del generale Leone, dopo aver conquistato, lasciando sul terreno tremila caduti, una cima considerata strategicamente indispensabile, ricevono l’ordine di abbandonarla. Poi l’ordine cambia: occorre che la cima venga di nuovo tolta al nemico. Gli austriaci, però, vi si sono saldamente insediati e la difendono accanitamente con due mitragliatrici. Gli inutili assalti, nemmeno protetti dall’artiglieria, si susseguono provocando ogni volta una strage tra gli attaccanti. Stanchi di essere mandati al massacro da un generale tanto incompetente, quanto stupidamente esaltato, una parte dei soldati inscena una protesta: il generale Leone ordina, come risposta, di punirli con la decimazione. Costretti ad uccidere o ad essere uccisi da uomini come loro, vittime dello stesso mostruoso ingranaggio, i soldati italiani, in gran parte ex contadini, rivolgono la loro fiducia a quei pochi ufficiali – come i tenenti Ottolenghi e Sassu – che giudicano quella e tutte le guerre come inutili stragi. Ma il primo muore, nel tentativo di impedire il massacro dei suoi uomini, mentre Sassu viene condannato alla fucilazione per essersi opposto a un ordine iniquo di un suo superiore.
Malgrado riporti alcune scene estratte fedelmente dal libro, il film fu criticato per la sua “faziosità”, accusato di esasperare gli elementi drammatici; Mario Rigoni Stern, in una prefazione all’edizione Einaudi di Un anno sull’Altipiano, confida che Emilio Lussu, dopo aver visto il film, ne sottolineò la distanza dalla sua esperienza raccontata nel libro commentando «… tu lo sai, in guerra qualche volta abbiamo anche cantato…» https://cryptocasumo.com Non si possono non notare, per via degli argomenti, delle ambientazioni e delle tematiche trattate, delle similitudini che ci sono tra il film di Rosi e Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick, dove l’esercito protagonista nella prima guerra mondiale era quello francese. Anche in quest’ultimo film, infatti, viene evidenziata l’insensatezza degli ordini impartiti da alcuni alti ufficiali, nonché il ricorso a fucilazioni e decimazioni contro i soldati renitenti. Come capitò al film di Rosi in Italia, Orizzonti di gloria ebbe problemi ad essere proiettato in Francia, dove poté essere visto solo dalla metà degli anni ’70.