Luigi Zampa, regista considerato da taluni esponente di un ‘cinema medio’, espressione inadeguata che non restituisce giustizia alla vitalità creativa di un autore che ha realizzato film indimenticabili, quali L’onorevole Angelina (1947) con Anna Magnani e una serie felicissima di lungometraggi con Alberto Sordi, nella fattispecie Il vigile (1960), Il medico della mutua (1968) e Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971), tre capolavori della commedia italiana, nel 1959 mise in scena un piccolo dramma famigliare, e non solo, ambientato in una Genova algida e impersonale, in cui i personaggi brancolano disorientati.
Il magistrato è un film caduto velocemente nell’oblio, ma che per la forza della storia raccontata e la bravura degli interpreti merita un’attenta rivisitazione che ne recuperi l’indubbio valore e, soprattutto, ne consenta la visione alle nuove generazioni. Pubblicato per la prima volta in dvd da Mustang, il film di Zampa affronta il periodo della nascita della ‘borghesia capitalista’ in Italia, e, in tal senso, chi scrive si permette di dissentire dalla pur brillante introduzione al film di Gianni Canova – contenuta nella sezione extra del dvd -, giacché la sceneggiatura scritta da Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa (e dallo stesso Zampa) non metteva alla berlina l’inettitudine di una classe sociale, ma ne descriveva il mutamento in atto, con tutti i risvolti negativi che tale trasformazione antropologica comportava. La famiglia di Luigi Bonelli (interpretato dal François Périer che aveva magnificamente duettato con Giulietta Masina in Le notti di Cabiria) aspira ad un tenore di vita più elevato, e per ottenere il sospirato benessere accetta di vendere l’anima al diavolo: tutti i componenti del nucleo, rispondendo ai desideri della moglie/madre (Anna Mariscal), che incarna la voce della falsa coscienza borghese, scendono a compromessi pur di adeguarsi a uno stile di vita che cominciava allora a diffondersi capillarmente, laddove il possesso diveniva uno status che s’imponeva e dal quale non ci si poteva sottrarre. La storia parallela del giovane (Maurizio Arena), resosi involontariamente colpevole dell’omicidio di un laido reclutatore di “avventizi” (i lavoratori a giornata del porto di Genova) costituisce il contrappunto alla piccola ma assai simbolica tragedia dei Bonelli, giacché, alla fine, è proprio il più indifeso a pagare il conto per un sistema di rapporti avvelenato, in cui tutto è lecito pur di raggiungere il meschino obiettivo di una salvifica opulenza. Il gentile e probo magistrato (José Suárez) capisce bene il perverso meccanismo che regola l’attribuzione di responsabilità in un tessuto sociale corrotto e decadente, tanto che presenta le proprie dimissioni al procuratore, che, comunque, cerca di dissuaderlo. Sebbene la giustizia non paia di questo mondo, il dottor Morandi alle fine tornerà sui suoi passi, provando a prestare servizio alla nobiltà di una causa che sembra sfuggire ad ogni tentativo di presa. Si segnala anche una significativa apparizione di Claudia Cardinale, qui in una delle sue prime interpretazioni, nel ruolo della fidanzata di Orlando Di Giovanni (Arena).
Nel film di Zampa è l’inizio dell’era capitalistica italiana che viene raccontato, tentando di tracciare lo sfuggente profilo di una nuova borghesia sorta sulle ceneri della miseria del dopoguerra. La televisione, i primi elettrodomestici comprati rigorosamente a rate, i ristoranti, i cinema, i locali alla moda, le compagnie festanti: viene mostrata una girandola umana e sociale che frastorna chi, come il mite Bonelli, modesto impiegato senza ambizioni, voleva continuare a vivere in quella tranquillità che precedette la rincorsa sfrenata all’arricchimento, senza per questo sentirsi in colpa. Ma un licenziamento improvviso, dovuto alla sua onestà, che gli impedisce di piegarsi al metodo delle bustarelle per siglare più contratti di assicurazione, lo mette in una posizione molto scomoda, da cui potrà liberarsi solo sporcandosi le mani, perdendo la sua ancestrale innocenza. Il finale è tragico, e incarna l’eroica e drammatica resistenza di un uomo a una degenerazione intollerabile che cominciava a inquinare ogni rapporto. Non tutto funzione nel film di Zampa – in particolare il personaggio del magistrato è troppo contenuto e buonista per apparire verosimile -, ma nell’insieme rimane un’opera significativa che testimonia egregiamente un momento storico decisivo, che tanto influì sulla costituzione morale e politica della nostra nazione.
Pubblicato da Mustang Entertainment e distribuito da CG Entertainment, Il magistrato è disponibile in dvd, in formato 4:3, con audio in italiano (Mono) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra l’introduzione al film di Gianni Canova.
Luca Biscontini
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