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DVD/Blu Ray

Rapina record a New York di Sidney Lumet in dvd

La bellezza di Rapina record a New York (il cui titolo originale, The Anderson Tapes, rende assai meglio il senso generale del film) risiede nella raffinatezza della scrittura, resa possibile grazie all’acutezza del romanzo di Lawrence Sanders da cui prende spunto, capace di segnalare con enorme anticipo il decisivo passaggio dalle società disciplinari a quelle del controllo (di deleuziana memoria)

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Sidney Lumet, il prolifico regista americano, autore di capolavori immortali quali Pelle di serpente (1960) con Marlon Brando e Anna Magnani, Serpico (1973) con Al Pacino, Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) ancora con Pacino e il compianto John Cazale e, infine, Il verdetto (1982) con Paul Newman, nel 1971 realizzò quello che si può considerare il primo tassello di una trilogia ‘metropolitana’, stavolta con il reduce dai successi clamorosi dei vari James Bond, Sean Connery. A completare il brillante cast concorrono il veterano Martin Balsam e il quasi esordiente Chistopher Walken, qui alla sua seconda prova d’attore. La bellezza di Rapina record a New York (il cui titolo originale, The Anderson Tapes, rende assai meglio il senso generale del film) risiede nella raffinatezza della scrittura, resa possibile grazie all’acutezza del romanzo di Lawrence Sanders da cui prende spunto, capace di segnalare con enorme anticipo il decisivo passaggio dalle società disciplinari a quelle del controllo (di deleuziana memoria), denunciando, quindi, la sensibile riduzione, operata dalle istituzioni, della libertà degli individui, braccati già da sempre da uno sguardo che li segue e ne monitora costantemente le azioni.

D’altronde il film non cincischia sull’argomento, aprendo con una perentoria dichiarazione del protagonista, Duke Anderson (Connery), che, in procinto di lasciare il carcere dopo dieci lunghi anni di reclusione, afferma senza esitazioni, interrogato dallo psicoterapeuta del penitenziario, di non provare alcun senso di colpa o pentimento per i reati commessi (rapine), dato che considera assai più gravi tutte le nefandezze perpetrate da un sistema economico-politico in cui chi riveste ruoli di potere può delinquere ai danni della collettività senza il rischio di vedersi comminata alcuna sanzione. Il manifesto dichiaratamente politico, sventolato sin da subito da Lumet, allerta immediatamente lo spettatore circa la natura profonda dell’opera che si accinge a visionare, e, sebbene il film si sviluppi su un filone già ben collaudato, quello della rapina spettacolare, sono ben altri gli effetti che vuole provocare, soprattutto mettere in guardia sulla pericolosa deriva del controllo di massa che, attraverso la diffusione di nuovi supporti tecnologici (pur essendo ambientato nel 1971, nel film si mostra la massiccia presenza di video camere, già allora impiegate ovunque), permette di spiare in continuazione qualsiasi cittadino sul quale gravi anche un barlume di sospetto.

A farne le spese è il malcapitato protagonista che, dopo aver organizzato e tentato di portare a termine un mirabolante colpo per svaligiare un intero edificio in un ricco quartiere di New York, si ritrova addosso un plotone di polizia precedentemente avvisato da chi lo sorvegliava sin dalla sua uscita dal carcere. In Rapina record a New York tutti i personaggi, per un motivo o l’altro, sono tenuti sotto osservazione: cioè che viene tematizzata è la questione della libertà dei soggetti all’interno delle società capitalistiche avanzate, laddove gli Stati Uniti incarnavano, già allora, la massima espressione di questa logica di repressione totale, in virtù della quale si sentivano autorizzati a mettere in campo qualsiasi mezzo, lecito e non. Nel film di Lumet la macchina da presa indugia con insistenza sui chilometri di nastro che sfilano nelle bobine degli ingombranti registratori dell’epoca, o sulle cineprese che, celate dietro avamposti impenetrabili, si insinuano nelle ‘vite degli altri’ (tanto per citare il famoso film del 2006 di Florian Henckel von Donnersmarck, insignito con l’Oscar, che si soffermava proprio su questi temi); un tentativo impossibile di totale ‘copertura analogica’, oggi fatalmente reso praticabile attraverso la smaterializzazione digitale, e i nuovi supporti che consentono in ogni momento di ‘contattare’ chiunque.

Dunque, Rapina record a New York è un film da rivalutare per la sua lungimiranza e per il suo ruolo di preziosa testimonianza del passaggio tra due fasi decisive dello sviluppo capitalistico, giacché l’odierna degenerazione dei mezzi di informazione e comunicazione trovò origine proprio in quel delicato mutamento. Godibile in pieno, d’altronde, è l’azione messa in scena, con attori di razza, che offrono prestazioni di valore, senza contare la bellezza delle musiche di Quincy Jones.

Pubblicato da Columbia Tristar Home Entertainment e distribuito da CG Entertainment, Rapina record a New York è disponibile in dvd in formato 1.85:1, con audio originale e in italinao (Dual Mono) e sottotitoli opzionabili.

Luca Biscontini

Trova il film su CG Entertainment

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  • Anno: 1972
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Poliziesco
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Sidney Lumet