Girato con un piccolo cast tecnico e artistico, Panopticon, serie web scritta e diretta da Daniele Misischia e Cristiano Ciccotti, in uscita il prossimo 15 settembre, riesce dare quella sensazione di inquietudine che è nell’intento degli sceneggiatori. La storia è scritta in maniera molto precisa e rigorosa, stando attenta a centellinare e rilasciare dettagli e particolari che compongono l’intero “universo narrativo” in un crescendo di tensione psicologica.
Daniele Misischia e Cristiano Ciccotti scrivono e dirigono Panopticon, una serie web in uscita il 15 settembre sul canale YouTube – realityserieweb, un progetto indipendente autoprodotto con un budget di 5000€ e girato a Roma tra novembre e febbraio scorsi. “Panopticon nasce dalla voglia di mettere in scena una storia di fantascienza semplice e compatta ma molto “vasta” per quel che racconta. 15 piccole pillole di angoscia e suspence che lentamente vanno a formare un universo narrativo molto più grande e complesso di quello che sembra.” – come spiegano i due autori.
Attraverso le 15 pillole-episodi Panopticon racconta la storia di un uomo (Manuel, interpretato da Rimi Beqiri) che vive chiuso in un appartamento e che fatica a compiere i gesti più semplici del quotidiano e ad uscire di casa. Puntata dopo puntata lo spettatore scoprirà nuovi personaggi (tra cui il Dr. Bentham, interpretato da Claudio Camilli) e alcuni particolari importanti del suo passato, dapprima in maniera confusa, poi in modo sempre più chiaro ed inquietante. Le singole puntate sono i tasselli di puzzle che costruiscono una realtà completamente diversa da quella ipotizzabile durante le prime “pillole”, ogni capitolo corrisponde quasi ad una presa di coscienza da parte dello spettatore di una situazione ben più grande dello stesso protagonista.
In effetti, approfondendo il Panopticon che dà il titolo alla serie, è il nome con cui si indica un carcere progettato nel 1791 in cui un sorvegliante può osservare (opticon) tutti (pan) i detenuti senza che questi possano capire se e quando sono controllati. Pensatori, filosofi e scrittori tra cui George Orwell, Noam Chomsky e Zygmunt Bauman hanno utilizzato il termine Panopticon come metafora per indicare il potere nascosto che esercita il controllo sui popoli e sulle menti in maniera sotterranea e invisibile.
Girato con un piccolo cast tecnico e artistico, che aveva già collaborato insieme nel precedente lungometraggio horror/thriller indipendente Connections (2013, scritto da Ciccotti e co-diretto da Misischia), la serie riesce dare quella sensazione di inquietudine che è nell’intento degli sceneggiatori. La storia è scritta in maniera molto precisa e rigorosa, stando attenta a centellinare e rilasciare dettagli e particolari che compongono l’intero “universo narrativo” in un crescendo di tensione psicologica.
E sempre nell’intento di Misischia e Ciccotti è anche la voglia di raccontare una storia così ricca, dai risvolti psicologici che s’intrecciano con la narrazione e con considerazioni di natura politica nella parte finale, attraverso pochi mezzi; perché il punto di forza di questo progetto è la sceneggiatura, da cui traspare una scrittura meticolosa e attenta ai piccoli particolari che definiscono personaggi e situazioni e che portano ai frequenti punti di svolta.
In un panorama audio-visivo sempre più allargato, incrementato anche dalle nuove forme di narrazione come le serie web, un lavoro come Panopticon può aiutare lo spettatore a prendere coscienza di questioni importanti come la manipolazione mediatica, affrontate sia dal cinema che dalla letteratura e dalla saggistica, ma che attraverso una serie web le cui singole puntate durano 3’ arrivano in maniera più diretta, incisiva e veloce, fruibili quindi anche durante gli spostamenti quotidiani su autobus o metropolitana.
Anna Quaranta