Alphaville Cineclub propone, dal 5 al 9 maggio prossimi nella sua sede di Roma Via del Pigneto 283, alle ore 21.00, la rassegna ‘Mystery Jarmusch’, selezione monografica di lungometraggi firmati Jim Jarmusch a partire dal suo primo film d’esordio.
Jarmusch, originario di Akron, nell’Ohio, studia alla Columbia University fino al 1973, quando si trasferisce a Parigi per una ricerca approfondita su A. Breton ed il surrealismo, che perfeziona frequentando assiduamente la Cinemateque. Le teorie alla base della corrente artistica francese influenzeranno profondamente la futura poetica cinematografica del regista.
Tornato a New York si laurea ed inizia a girare i suoi primi lavori. Influenzato anche dal cinema di W. Wenders, in particolare dal suo sguardo apparentemente neutro spesso raffreddato da un elegante bianco e nero capace di cogliere con precisione luoghi di preferenza marginali e periferici, Jarmusch ha aggiunto di suo nel tempo un particolare humour ed un gusto nel raccontare molto vicino a quella narrativa on the road sospesa tra ironia, minimalismo e citazione pulp. Disilluso nei confronti del mito del sogno americano, i suoi personaggi vivono spesso ai confini delle comunità d’appartenenza , incapaci di decidere del proprio destino perché alienati da una vita priva di possibilità future.
La rassegna inizia mercoledì 5 maggio con la proiezione di Permanent Vacation (1980) , film d’esordio alla regia per il 28enne Jarmusch in cui viene descritta la deriva errante del giovane Aloysius, i suoi incontri ed i rapporti pessimi con la sua ragazza.
A seguire è prevista la proiezione di Mystery Train (1989), film ad episodi ambientato a Memphis, legato al culto sempre vivo di Elvis Presley. Con umorismo sornione si racconta di una coppia di adolescenti giapponesi in pellegrinaggio nei mitici luoghi del rock, ma anche di una giovane vedova italiana che viaggia con il marito in una bara, per finire con la storia di 3 balordi, di una rapina e di un morto ammazzato.
Giovedì 6 maggio in prima serata assisteremo alla proiezione di Daunbailò (1986), storia quasi improvvisata ma molto simpatica di un Dj disoccupato e di un ruffiano meno cattivo di quel che sembra che finiscono in prigione dove incontrano uno stralunato turista italiano… Bella prova per Roberto Benigni, qui in compagnia di Tom Waits e John Lurie. La seconda serata è dedicata a Stranger Than Paradise (1984), film di finissimo umorismo, ancora una volta imperniato su 3 personaggi ed una stramba storia on the road dove l’intreccio di rapporti e di destini ha l’odore inconfondibile della verità.
Dead Man (1995) è in visione venerdì 7 maggio. Racconta la storia di William Blake, giovane contabile, che, ucciso un uomo per legittima difesa, fugge braccato dai cacciatori di taglie. Viene aiutato dal pellerossa Nessuno, convinto che egli sia l’omonimo poeta inglese, ma non sa che il suo è un viaggio iniziatico verso la morte. Acid-Western in bianco e nero con paesaggi senza cielo, molto poetico nella descrizione di un eroe antieroico, si stempera durante il percorso attraverso forti pennellate ironiche e grottesche, a cui non mancano momenti di violenza ed una bella colonna musicale affidata alla splendida chitarra di Neil Young.
Sabato 8 maggio sarà possibile assistere alla proiezione di Ghost Dog-ll Codice del Samurai (1999), gangster-movie inclinato al noir con forte contaminazione di Melville. Il protagonista è un afroamericano senza nome, sicario di un anziano mafioso di origini italiane a cui presta servizio non per denaro, ma per riconoscenza. Legato alle regole di comportamento di un antico Samurai, quando gli uccidono i piccioni e distruggono i libri con cui vive, elimina ad uno ad uno i componenti della gang italoamericana e …. Jarmusch qui propone la sua personale visione della storia americana, paese di minoranze emarginate e di tribù ormai scomparse. Ironico, tenero, ricco di toni e di idee, traccia la storia di un uomo verso la morte come nel precedente western ‘Dead Man’.
Ultimo appuntamento con Jarmusch domenica 9 maggio con Broken Flowers (2005), vincitore del premio della giuria a Cannes. Jarmusch racconta qui la storia di un don Giovanni arricchito grazie ai computer che scopre di avere messo al mondo un figlio maschio 20 anni prima. Preso da un desiderio profondo di paternità, parte per incontrare le 4 donne che potrebbe aver messo incinte. Ma, come lui stesso dice secondo una battuta fornita dal regista citando una lettera dal carcere di Antonio Gramsci, “il passato non può essere recuperato nè fondare il futuro: conta soltanto il presente”. Film di sottrazione, malinconico ma anche sarcastico, deve molto alla interpretazione di Bill Murray ed alle protagoniste femminili qui in forma impeccabile.
La proiezioni saranno precedute da sequenze ed episodi tratti da ‘Taxisti di notte’ e ‘Coffee and Cigarettes’.
Per informazioni:
Alphaville Cineclub