«”Green Zone” è un thriller mozzafiato, che rimarrà nella storia del cinema quale uno dei film di denuncia più limpida nei confronti del governo americano in fatto di guerra».
Thriller mozzafiato come ci si aspettava dal regista di The Bourne supremacy e The Bourne ultimatum, questo Green Zone rimarrà nella storia del cinema quale uno dei film di denuncia più limpida nei confronti del governo americano in fatto di guerra. Basato parzialmente su fatti realmente accaduti, tratto dal libro scritto dal giornalista Rajiv Chandrasekaran, coordinatore del team di reporter del Washington Post a Baghdad dal 2003 al 2004, il film di Paul Greengrass racconta quanto accadde dietro le quinte di quelle armi chimiche mai ritrovate. È doveroso ricordare agli spettatori che non siamo però di fronte ad un documentario. È lo stesso regista a ricordarci, infatti,che “Questo film non è un film sulla guerra in Iraq, è un thriller ambientato in Iraq”.
La storia inizia nel 2003, nel pieno di un’operazione di ricerca di uno dei famigerati siti incriminati al tempo di contenere armi di distruzione di massa. Il maresciallo luogotenente Roy Miller, interpretato dal premio Oscar Matt Damon, si trova ancora una volta di fronte ad una pista sbagliata, e degli uomini perdono la vita per cercare quello che non c’è. Miller inizia a sentire puzza di bruciato e si mette in contatto con un agente della CIA, il comandante di postazione Martin Brown, che ha il volto del pluripremiato Brendan Gleeson. “Pensavo stessimo tutti dalla stessa parte” – dice Miller a Brown, per sentirsi rispondere – “Non sia ingenuo”. Anche grazie alle notizie apprese dalla giornalista del Wall Street Journal Lawrie Dayne, Miller inizia una ricerca forsennata di una verità che scoprirà, più avanti, essere coperta dalla Casa Bianca per prima. La giornalista ha pubblicato un rapporto, “regalatole” da un agente FBI come fosse una rivelazione in esclusiva. Il rapporto contiene una fonte, nome in codice Magellano, che in Giordania dovrebbe aver confessato all’FBI i siti di stoccaggio delle armi. È a partire da quelle informazioni che tutte le squadre si riuniscono di continuo a fare il punto di una ricerca che ha sempre come risultato uno zero assoluto. Miller durante una inutile missione per la quale i suoi uomini sono costretti a scavare buche nel centro di un incrocio nel mezzo della città, riceve la visita di un iracheno che si fa chiamare Freddy, al secolo Khalid Abdalla, l’interprete de Il cacciatore di aquiloni e United 93, . Freddy sostiene di sapere che nelle vicinanze, mentre gli americani scavano le loro buchette, i pezzi grossi dell’esercito di Saddam si stanno incontrando. Miller segue l’istinto e con una squadra piomba nell’abitazione, scoprendo un vero incontro segreto come detto dall’informatore. Da questo momento in poi entrano in campo le forze speciali, sequestrando gli uomini presi in ostaggio da Miller e palesando così quanto detto da Brown. C’è chi sta coprendo una verità scomoda.
Greengrass e Damon, si fanno portatori di quei principi sani di un’America che, dopo le guerre infondate e gli scandali economici interplanetari, cerca disperatamente di ricostruirsi un’ossatura morale. Ma il cinema è finzione mentre nella realtà la guerra infondata sta andando avanti anche se sono cambiati i vertici, macinando ora dopo ora altre vittime.