E’ vero che l’amore è la cosa più sconvolgente del pianeta?
Prova a risponderci il regista Garry Marshall con questo Valentine’s day (come s’intitola in patria il film) che, dopo Pretty woman (1990) – citato anche nei titoli di coda – e Se scappi ti sposo (1999), lo vede per la terza volta alla direzione di Julia Roberts.
Infatti, all’interno dell’intreccio di storie che, ambientate a Los Angeles nel giorno della festa degli innamorati, costituiscono la sceneggiatura di Katherine Fugate (Un principe tutto mio), la vincitrice del premio Oscar per Erin Brockovich-Forte come la verità (2000) veste i panni di una donna in viaggio in aereo che finisce per fare conoscenza con Bradley Cooper (Una notte da leoni), passeggero seduto accanto a lei.
A terra, invece, abbiamo Emma Roberts (Aquamarine), nipote proprio dell’attrice, che sembra essere prossima alla perdita della verginità con il ragazzo, Carter Jenkins (Alieni in soffitta), Topher Grace (Spider-man 3) innamorato di Anne Hathaway (Alice in wonderland) senza immaginare che svolga l’attività d’intrattenitrice erotica al telefono, il giornalista televisivo Jamie Foxx(Miami Vice) che pare destinato a incrociare la propria giornata lavorativa con quella dell’eterna single Jessica Biel(Non aprite quella porta), addetta stampa dell’atleta Eric Dane (X-Men: Conflitto finale) e, soprattutto, il fioraio Ashton Kutcher (Notte brava a Las Vegas), conteso tra l’amore per la fidanzata Jessica Alba (I Fantastici 4) e la profonda amicizia con la maestra Jennifer Garner (30 anni in un secondo), fiduciosa nei confronti di un Patrick Dempsey(Come d’incanto) che non la merita affatto.
E’ quindi il cast all star, comprendente anche le veterane Shirley MacLaine (Voglia di tenerezza), Kathy Bates (Misery non deve morire) e Queen Latifah (Chicago), a rappresentare il maggiore punto di forza dell’operazione, appositamente costruita per sfruttare la romantica atmosfera del 14 febbraio (anche se in Italia è giunta un mese dopo).
Un’operazione che, tra colorata flora e frasario da cioccolatini, offre non poche occasioni per sprofondare in sane risate, risultando caratterizzata da un ritmo narrativo nel complesso discreto, anche se in parte penalizzato dall’eccessiva durata (siamo sulle due ore circa) e dalle forse troppe vicende tirate in ballo (alcune, come quella che vede protagonista il Taylor Lautner di New moon, vengono appena abbozzate).
Ciò che ne viene fuori è un leggero prodotto che si lascia tranquillamente guardare, ma che ci spinge subito a pensare che l’impresa di scaldare il cuore con simpatia attraverso una commedia corale sia riuscita decisamente meglio ad altri registi.
E ricordiamo solo il nostro Fausto Brizzi di Ex (2009) e il Ken Kwapis de La verità è che non gli piaci abbastanza (2009), scritto proprio dagli stessi Abby Kohn e Marc Silverstein qui autori del soggetto insieme alla già citata sceneggiatrice.
Francesco Lomuscio
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