Ogni Paese ha i suoi generi di appartenenza, come il western per il cinema statunitense, la Nouvelle Vague per quello francese; l’ espressionismo per quello tedesco; Eisenstein per il sovietico, mentre quello italiano è ben rappresentato anche dai cinepanettoni.
Certamente nel cinema italiano figurano molti altri filoni e grandi maestri, ma è necessario constatare come il genere dei cinepanettoni abbia incarnato un periodo ben preciso del panorama cinematografico nazionale, entrando profondamente nell’immaginario culturale collettivo, nel bene e nel male.
In particolar modo è interessante indagare quando nasce il fenomeno dei cinepanettoni, da che anno, come e perché prende forma, oltre a osservare le dinamiche della sua lenta “caduta”.
Cinepanettoni: l’inizio
Se si dovesse individuare un capostipite del film “natalizio” tutto italiano, lo si potrebbe rintracciare in Vacanze d’inverno (1959), film corale con protagonisti Alberto Sordi e Vittorio De Sica.
Successivamente vi è la parentesi di Sapore di mare (1983) di Carlo ed Enrico Vanzina, opera malinconica e molto più profonda di quanto possa sembrare a una prima visione. I Vanzina realizzano un film di grande classe, raccontando una gioventù borghese che vive un’estate di cambiamenti, delusioni sentimentali e nostalgia: una stagione fatta di semplicità, appartenente a un mondo che non esiste più.
Il film si pone come risposta italiana ad American Graffiti di George Lucas. Entrambe sono opere di un cinema “amarcord”, volto a riportare in scena la spensieratezza di una giovinezza ormai perduta, seppur collocata in contesti sociali differenti.
Cinepanettoni: il primo grande successo
Questa esperienza diventa la base per il successivo Vacanze di Natale (1983), sempre diretto dai fratelli Vanzina. Il film si rivela fin da subito un successo strepitoso, riuscendo a sfruttare gli elementi già presenti in Sapore di mare, trasportandoli in un contesto vacanziero differente. Inoltre, il film riesce a raccontare con grande efficacia uno spaccato sociale tra alta borghesia e classe media italiana, con la prima messa profondamente in crisi.
Questo primo cinepanettone si configura come un’opera agrodolce, sincera e a tratti commovente, che racconta un mondo borghese in crisi, costretto ad affrontare le proprie ipocrisie, con uno stile elegante e misurato che solo i Vanzina sapevano mantenere.
Come già detto, il film ottenne un grande successo, che portò, seppur non immediatamente, alla realizzazione di un seguito: Vacanze in America (1984). Si tratta di un coming of age all’italiana, ricco di rimandi ai classici del cinema americano, che chiude idealmente un cerchio narrativo iniziato con Sapore di mare.
Dopo la conclusione di questa trilogia, arrivano Yuppies – giovani di successo (1986) e Yuppies 2 (1987), che non vengono considerati due cinepanettoni in senso stretto, ma che ancora rientrano in questa visione di satirico della società italiana. In particolare, i due film si concentrano sul fenomeno dello yuppismo, importato dall’America e diffusasi in Italia negli anni Ottanta, complice la fascinazione di figure di spicco come Gianni Agnelli.
La fase Oldoini
Nel 1990 arriva Vacanze di Natale ’90, diretto da Enrico Oldoini, che l’anno successivo firma anche Vacanze di Natale ’91. Queste due opere non si discostano in modo netto dal modello dei Vanzina, mantenendo però una forte analisi sociologica e una critica alla società italiana, e introducono al filone dei cinepanettoni proprio la famosa coppia Massimo Boldi e Christian De Sica, che già in passato avevano collaborato in altre commedie.
È un periodo di profondi cambiamenti per l’Italia: la Prima Repubblica è ormai al termine; negli Stati Uniti si conclude il mandato di Ronald Reagan; l’URSS si dissolve; in Europa si inizia a programmare l’introduzione dell’euro. In questo contesto, in Italia si assiste alla crisi dei Partiti storici e del benessere economico degli anni Ottanta, e dall’emergere delle prime grandi inchieste giudiziarie sulla corruzione politica, che avrebbe portato al esplosione di Tangentopoli, insieme a una crescente attenzione pubblica verso il problema della criminalità organizzata e dei suoi rapporti con lo Stato.
Enrico Oldoini riesce a intercettare questi mutamenti nei suoi cinepanettoni, raccontando un’Italia in trasformazione e una borghesia ancora ricca di contraddizioni e scheletri nell’armadio. Emblematica è la scena con Diego Abatantuono in Vacanze di Natale ’90, in cui, durante una cena borghese, il personaggio smaschera e deride l’ipocrisia della famiglia che lo ospita.
Successivamente, Oldoini porterà sullo schermo Anni 90 e Anni 90 – Parte II, due film a episodi che proseguono nella critica dei vizi, i costumi, le mode e le ossessioni dell’italiano medio dell’epoca.

Vacanze di Natale ’95
Il ritorno dei Vanzina e l’arrivo di Neri Parenti
Dopo un periodo di assestamento, i fratelli Vanzina tornano a occuparsi del filone con S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa (1994), un omaggio al genere peplum che si configura come una satira della società italiana dell’epoca. Ambientando la storia nella Roma repubblicana, il film celebra e prende in giro il sistema politico italiano, oltre a raccontare anche dello scandalo di tangentopoli, che stava avvenendo proprio alla sua uscita. Al centro della narrazione vi è la coppia Massimo Boldi – Christian De Sica, affiancata da una guest star internazionale come Leslie Nielsen, presenza di grande rilievo per una produzione di questo tipo.
Questo film pone le basi per il nuovo corso del cinepanettone, che trova la sua piena consacrazione con l’arrivo di Neri Parenti. Dopo una lunga gavetta nella commedia italiana e una lunga collaborazione con Paolo Villaggio, con il quale realizzerà ben sette capitoli della saga di Fantozzi, Parenti realizza nel 1995 Vacanze di Natale ’95. Il film riprende apertamente la struttura dei precedenti, puntando maggiormente su situazioni comiche, equivoci, location di richiamo e star internazionali, come Luke Perry.
Il risultato è un successo strepitoso per l’epoca: il film incassa circa 20 miliardi di lire, confermando definitivamente che quella fosse la strada produttiva da seguire.
La conferma del modello
Convinto del successo di Vacanze di Natale ’95, il filone prosegue immediatamente. L’anno successivo arrivano A spasso nel tempo (1996) e A spasso nel tempo – L’avventura continua (1997), che segnano il ritorno alla regia dei fratelli Vanzina.
Il tema del viaggio temporale è ricorrente e sentito nella filmografia dei fratelli, come dimostrano opere successive quali Il cielo sopra una stanza (1999) o Torno indietro e cambio vita (2015). A differenza di queste, però, i due A spasso nel tempo rinunciano a una riflessione profonda sui cambiamenti sociali e sulle possibilità offerte dalla vita, privilegiando invece una comicità più diretta e parodistica, costruita su una serie di sketch che omaggiano e prendono in giro diversi filoni del cinema.
Dopo questo excursus temporale, nel 1999 arrivano Tifosi, nell’autunno, e Paparazzi, sotto Natale, due film che prendono di mira i vizi storici del popolo italiano: il gossip e il calcio. Queste opere preparano il terreno per quella che può essere considerata la parentesi conclusiva dei Vanzina all’interno del filone.
Con Vacanze di Natale 2000, infatti, i fratelli Vanzina firmano il loro ultimo cinepanettone “classico”, oltre a realizzare una sorta di bilancio simbolico di fine millennio. Il film propone tre racconti che rispecchiano le diverse classi sociali italiane: dagli studenti precari, alle famiglie economicamente povere ma ricche di spirito, fino alla borghesia in perenne crisi.

Natale in India
Il successo e la separazione della “coppia d’oro”
Dal 2000 in poi, il genere passa definitivamente sotto la gestione di Neri Parenti. A partire da Bodyguards – Guardie del corpo (2000), per passare a Merry Christmas (2001), Natale sul Nilo (2002), Natale in India (2003), Christmas in Love (2004), il regista realizza i titoli che ottengono i maggiori successi al botteghino, arrivando a incassare quasi 30 milioni di euro.
Questi film ripropongono in maniera sempre più marcata lo schema inaugurato da Vacanze di Natale ’95, spingendolo progressivamente all’estremo, oltre a presentare altri comici di rilievo che hanno preso parte al genere, come Enzo Salvi, Biagio Izzo, i Fichi D’India, Fabio De Luigi e Paolo Ruffini, insieme a volti famosi come Sabrina Ferilli, Anna Maria Barbera, Megan Gale, Victoria Silvestedt, Cristiana Capotondi.
Anche quando la storica coppia Boldi – De Sica si separa con Natale a Miami, il modello resta invariato, con De Sica che diventa l’attore simbolo del genere, continuando con Natale a New York (2006), Natale in Crociera (2007), Natale a Rio (2008), Natale a Beverly Hills (2009) e Natale in Africa (2010), trovando in Massimo Ghini come nuova spalla.
Masimo Boldi decide di proseguire autonomamente con i cosiddetti “cinepanettoni autunnali”, come La fidanzata di papà (2008), Matrimonio alle Bahamas (2007), Olè (2007), A Natale mi sposo (2010) e Matrimonio a Parigi (2011), senza però riuscire a replicare il successo del filone principale.
Un dato interessante è che i cinepanettoni del periodo 2000, da Bodyguards fino a Natale in Africa, accompagnarono l’Italia di tutti i governi Berlusconi, in particolare dal secondo al quinto, rispecchiando con sorprendente precisione il clima culturale e il sentimento popolare del Paese.
Il pubblico di allora non rideva semplicemente dei protagonisti, ma si identificava in essi, perché quei personaggi incarnavano un modello di aspirazione: individui liberi da responsabilità morali, guidati dall’istinto, capaci di ottenere successo, denaro e riconoscimento senza pagarne il prezzo. Il cinepanettone finiva così per tradurre in forma comica lo stesso immaginario che dominava il discorso pubblico in quegli anni.
Cinepanettoni: momento di cambio d’identità
Dopo aver visitato innumerevoli location internazionali, nel 2011, poco dopo la fine del governo Berlusconi, si decide di ritornare alle origini, così viene rilasciato Vacanze di Natale a Cortina, dove tutto è iniziato ma questo revival incassa solamente ben 11 milioni di euro, segno che il pubblico mostra una forte stanchezza.
Nel 2012 avviene un primo cambiamento significativo. Con Colpi di fulmine, diretto da Neri Parenti, il film abbandona la struttura basata su una location esotica per raccontare due episodi slegati tra loro e privi di un’ambientazione di richiamo.
Il risultato è una commedia dalla forte componente sentimentale, arricchita da momenti comici spesso poco ispirati e situazioni piuttosto convenzionali. Questo cambiamento risponde a una necessità evidente: l’ultimo cinepanettone aveva già registrato un calo significativo degli incassi, aggravato dall’arrivo di una concorrenza sempre più aggressiva, composta sia da blockbuster americani sia da nuove commedie italiane.
Nonostante tutto, Colpi di fulmine si rivela un discreto successo, riuscendo a incassare circa 9,7 milioni di euro, anche grazie al confronto diretto con titoli imponenti come Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato e Le 5 leggende.
Questo risultato convince Filmauro a ripetere l’esperimento l’anno successivo con Colpi di fortuna (2013), che presenta tre episodi, ancora una volta slegati narrativamente e incentrati sul tema della fortuna. Nonostante la forte concorrenza di Frozen – Il regno di ghiaccio e Lo Hobbit – La desolazione di Smaug, il film riesce a incassare circa 10.861.000 euro.
Cinepanettoni: la spaccatura
Nel 2014 si verifica una vera e propria frattura del genere. Per la prima volta non viene distribuito un cinepanettone “classico”; al contrario, escono contemporaneamente diversi film a tematica natalizia, ma profondamente differenti tra loro.
Nello stesso periodo vengono infatti rilasciati Ogni maledetto Natale del trio Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo (gli stessi autori della serie Boris), Soap Opera di Alessandro Genovesi, Un Natale stupefacente con il duo Lillo & Greg, prodotto da Filmauro, e Ma tu di che segno 6? di Neri Parenti, questa volta prodotto da Lucky Red.
Questa sovrapposizione di titoli genera una forte assuefazione del pubblico al genere natalizio, senza però riuscire a convincere pienamente critica e spettatori. Il risultato è uno scontro diretto che vede questi film soccombere alla concorrenza americana, in particolare a Lo Hobbit – La battaglia dei cinque eserciti e Big Hero 6.
Questo momento segna una crisi ormai evidente del fenomeno: nonostante il cambio di registro e l’assenza di Christian De Sica, il pubblico continua ad allontanarsi, causando un ulteriore calo degli incassi.
Gli ultimi tentativi e la fine
Nel 2015 si tenta un ritorno alle origini con Vacanze di Natale ai Caraibi, diretto da Neri Parenti e interpretato nuovamente da Christian De Sica. Il film ripropone una struttura a episodi intrecciati, ma non riesce a convincere né il pubblico né la critica, finendo per soccombere alla concorrenza di Star Wars – Il risveglio della Forza e, poco dopo, al fenomeno Quo Vado? di Checco Zalone.
Nel 2016 esce Natale al Sud di Federico Marsicano, appartenente al filone solitario con protagonista Massimo Boldi. L’opera si rivela scialba, priva di veri momenti comici e senza mordente, e viene nuovamente penalizzata da una concorrenza più attrattiva come Rogue One – A Star Wars Story e Oceania.
La fine appare ormai inevitabile e arriva nel 2017 con Super Vacanze di Natale, diretto da Paolo Ruffini, attore e regista la cui carriera è fortemente legata a questo genere. Si tratta di un vero e proprio “non-film”: una raccolta di scene iconiche dell’intero filone, estrapolate dal loro contesto narrativo e montate insieme. L’incasso finale è estremamente basso, fermandosi a circa 392 mila euro.
Il segnale è chiaro: il cinepanettone non attrae più il pubblico, avendo perso ogni forma di fascino e di intrattenimento, complice la saturazione del genere, la mancanza di idee e una concorrenza sempre più agguerrita.

Vacanze su Marte
Il tramonto definitivo
Nel 2018 vengono distribuite tre opere che rappresentano gli ultimi colpi di coda del genere. Natale da Chef di Neri Parenti rientra nel filone solitario di Boldi e si rivela un’opera dimenticabile. Natale a 5 stelle, scritto dai fratelli Vanzina, tenta un ritorno satirico al genere ed è il primo cinepanettone prodotto e distribuito direttamente da Netflix, segnale evidente che la sala cinematografica non è più il terreno naturale per questo filone. Il terzo titolo è Amici come prima di Christian De Sica, che segna il ritorno della storica coppia Boldi – De Sica.
Quest’ultimo film si distingue dagli altri, proponendo una comicità più malinconica e riflessiva, in linea con la filmografia di De Sica figlio. È anche l’opera che ottiene il maggior successo di pubblico, incassando circa 8,2 milioni di euro. Forte di questo risultato, l’anno successivo De Sica torna come attore e regista con Non sono fantasmi, senza Boldi, un personale omaggio a Ghostbusters ambientato a Napoli, che però non riesce a replicare il successo.
Il genere durante e nel post-covid
Nel 2020, oltre allo scoppio della pandemia di Covid-19 e alla chiusura delle sale cinematografiche, Medusa decide di distribuire direttamente in streaming Vacanze su Marte. Si tratta del primo cinepanettone a esplorare il genere fantascientifico ed è anche il primo film non americano a utilizzare la tecnologia Stagecraft, la stessa impiegata nella serie The Mandalorian.
Nonostante l’innovazione tecnica, il film si presenta come un’opera stanca, priva di mordente, tecnicamente pigra e recitata senza particolare sforzo, mostrando in maniera evidente tutto ciò che ormai non funziona più nel genere.
Si arriva infine a Cortina Express (2024), che può essere considerato un vero e proprio post-cinepanettone: un tentativo di revival che ipotizza un ritorno alle origini, cercando l’eleganza del capostipite del 1983, senza però riuscire a recuperare né il ritmo né il mordente, neppure prendendo a modello il Neri Parenti più ispirato.
Altra nota dolente è l’incapacità del film di intercettare e raccontare il vissuto del proprio pubblico nel periodo post-pandemico. Sia Vacanze su Marte e Cortina Express si limitano a riproporre cliché e macchiette ormai svuotate di senso, prive di quello sguardo ironico e pungente che in pasato rendeva il genere capace di dialogare, anche in modo scorretto, con il presente.
Fine di un trend
In sintesi, il genere dei cinepanettoni ha rappresentato un periodo ben definito del cinema italiano. Nato come piccola commedia agrodolce, è diventato un vero e proprio filone capace di raccontare, in modi diversi, la società italiana attraverso un registro burlone, ironico e spesso scorretto che, nel bene e nel male, ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo.
La sua fine è particolarmente interessante da osservare, poiché il genere ha tentato di raccontare l’Italia post-berlusconiana senza riuscire mai a coglierne pienamente le trasformazioni. Al contrario, un’opera come Quo Vado? (2016) è riuscita, e riesce ancora oggi, a raccontare quel tipo di Italia, avendo compreso perfettamente il proprio pubblico, le sue origini e il modo in cui vive il presente.
Cosa resta dei Cinepanettoni?
Il filone natalizio italiano, oggi, ha cambiato volto, raccontando storie più semplici e “tradizionali”, trovando maggiore spazio nello streaming piuttosto che nella sala cinematografica. Basti pensare a casi come Elf Me (2023) con Lillo, Natale a tutti i costi (2022) con Christian De Sica e il recente Natale senza Babbo con Alessandro Gassmann, opere che hanno scelto consapevolmente questa strada. A questi si aggiunge il prossimo Agata Christian (2026), che tenta di cambiare completamente registro, pur rimanendo all’interno di un territorio del cinema comico invernale.
I cinepanettoni classici non esistono più, anche perché non si è verificato un vero ricambio generazionale di attori capaci di prendere progressivamente il posto della vecchia guardia. Questo ha impedito al genere di rinnovarsi e di trovare una connessione autentica con il pubblico più giovane.
Questo è il lascito dei cinepanettoni: un genere che ha mostrato ciò che l’Italia è stata e ciò che voleva essere, ma che oggi non riesce più a raccontarla, limitandosi al massimo a evocare un passato percepito come migliore, in cui “si stava meglio”.