Come ogni vigilia di Natale è ritornato Una poltrona per due, il classico dei classici che Mediaset ha fatto diventare da alcuni decenni un appuntamento fisso e imperdibile per le famiglie italiane. Il film, che lanciò definitivamente la carriera di Eddie Murphy, ha sempre avuto una certa unicità nel distribuire la sua forma, la commedia degli equivoci legata alla slapstick, e la commedia sociale travestita da critica al capitalismo americano.
Ma al netto della critica sociale e del tema della lotta di classe, centrali nell’anti-moralità del film, Una poltrona per due funziona soprattutto per il suo controsenso: non è un film di Natale.
Perché difatti l’ambiente natalizio nel cult di John Landis è solo uno scenario, un’atmosfera che ha l’unica finalità di distruggere l’aura classica della tipica opera natalizia improntata ai buoni sentimenti. Al centro del cult troviamo invece cinismo, egoismo, sopraffazione, vendetta, ribaltamento di gerarchie e, ovviamente, lotta al capitalismo. Un film stupendo proprio perché è un film anti-natalizio.

L’ideologia negativa del Natale al cinema
Una poltrona per due è un caso interessante proprio per come ribalta la natura idealista e ideologica dei film natalizi. Il christmas film, nella sua storia, ha sempre rappresentato una sorta di contratto filmico tra prodotto e spettatore in linea con i propositi e la magia positiva dell’atmosfera natalizia. Alla fine i film di Natale, sia in un opere protese alla morale buonista immediatamente evidente come Miracolo nella 34ª strada o in costruzione come accade in Mamma ho perso l’aereo, devono necessariamente ricomporre un conflitto tra l’idea del Natale e la manifestazione realista di questo. Il sentimento natalizio, cioè, nel suo sguardo dentro il cinema, è quasi obbligato ad unire una comunità riaffermando i valori emotivi e morali più alti. In questo Una poltrona per due è unico proprio perche si oppone a questa tendenza, divenendo dentro il Natale un antagonista di questo.
Nel cult di Landis si può osservare come il Natale non abbia alcuna funzione progressiva nella centralità della narrazione. Non è un protagonista onnipresente senza esserlo, non avendo nemmeno la tendenza “topofrenica” del legame emotivo con lo spazio d’azione. Gli eventi del film, la scommessa dei Duke e la caduta-risalita dei protagonisti, non dipendono in alcun modo dall’atmosfera natalizia. Il Natale è un’iconografia scenografica; le feste aziendali, le decorazioni, i costumi natalizi, sono un ornamento più che altro visivo che produce una dissonanza cognitiva tra immaginario festivo e brutalità sociale. Inoltre il Natale come sfondo neutro richiama le strategie di straniamento analizzate dallo studioso Noël Burch: un apparato visivo che smaschera l’ideologia invece di rafforzarla.
Redenzione e rifiuto sotto l’albero
I personaggi/protagonisti del blockbuster natalizio tipico, vivono necessariamente della propria redenzione morale realizzata attraverso l’aria del Natale. La commedia classica hollywoodiana, tende proprio a risolvere il conflitto mediante una risoluzione e trasformazione etica al fine di ribaltare l’individuo all’interno dell’ordine sociale. In Una poltrona per due, invece, tale trasformazione è costantemente negata; basta osservare come si muovono moralmente i personaggi ad iniziate da Louis( Dan Aykroyd) che non sviluppa empatia ma solo consapevolezza strategica, così come Valentine (Eddie Murphy) non interiorizza valori solidaristici apprendendo rapidamente i codici del potere. Infine i deus ex machina dello scambio di ruoli, i fratelli Duke, nell’happy ending non si redimono ma vengono semplicemente esclusi dal gioco economico.
Quindi nella sua contro-etica la morale del film è finanziaria, ossia cinicamente capitalistica. Come del resto osserva l’accademico Tom Schatz nel suo saggio Hollywood Genres : Formulas, Filmmaking, and the Studio System, lo spostamento verso una morale economica del film è indicativo della crisi etica del cinema degli anni ottanta.

Il ribaltamento della commedia natalizia
L’attenta operazione di John Landis e degli sceneggiatori Harris e Weingrod, mira ad effettuare un drastico ribaltamento del genere cinematografico del Natale sul grande schermo. In Una poltrona per due non esiste la bontà, e quindi nell’America economica di Landis i valori se non sono cancellati sono quantomeno sospesi. L’unico personaggio che incarna la gentilezza e l’altruismo paradossalmente è la prostituta interpretata da Jamie Lee Curtis, Ophelia, fedelmente coerente con lo schema del film dove i ruoli ordinari e le categorie sociali sono volutamente ribaltati.
Nel suo cinismo strutturale il cult racconta della giungla degli anni ottanta dove il più forte vince e il più debole soccombe. Ultima prova di ciò è il finale: i protagonisti si rilassano su una spiaggia tropicale grazie alla messa in scena (riuscita) delle loro bugie. Valentine e Louis sono diventati tutto ciò contro cui avevano combattuto. Plastica metafora dell’infinita e stratificata metamorfosi del capitalismo americano.
Una poltrona per due può essere letto come una satira materialista sul Natale, un rito festivo incapace di mitigare la violenza strutturale del capitale. Il Natale diventa quindi non una festa dei buoni propositi ma essenzialmente una festa del dono, una dimensione di dominio che estingue l’unità comunitaria. Il cult di Landis rappresenta una delle più efficaci decostruzioni del christmas film : il Natale non trasforma il male in bene e l’unica morale che conta è quella della contro-etica finanziaria.