Cinquemarzo è il secondo cortometraggio di un giovane e promettente regista scomparso precocemente a soli 32 anni: Stefano Malchiodi.
Dopo Anne (2019)
Primo short film di Stefano Malchiodi e Domenico Croce (vincitore del David di Donatello Miglior Cortometraggio nel 2021), realizzato con animazione in rotoscoping mescolata ad immagini di repertorio e ispirato alla storia vera di James Leininger, presunto caso di reincarnazione. Il bambino statunitense del 1996 sin da piccolo è preda di incubi che lo gettano nelle battaglie combattute nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale: i ricordi combaciano incredibilmente con le vicende dell’aviatore James Huston II, morto durante la battaglia di Iwo Jima nel 1945.
L’espressività fotografica
Cinquemarzo è un progetto molto più personale. Nato da appunti emotivi scritti di getto, successivamente rielaborati insieme al collega e amico Lorenzo Bagnatori (con cui aveva scritto anche Anne). Il voice over, prima catalizzatore del racconto, ha ceduto nella stesura finale il posto alle immagini. Dentro lo scorrere dei frammenti di una storia d’amore, la memoria ripercorre negli scatti il tempo fermo delle suggestioni di paesaggi, spazi urbani, fisici, emotivi di un incontro, della condivisione di corpi, sentimenti, delle paure, dei blocchi, dello smarrimento. Di ciò che resta di una fine.
Esordio alla XXI edizione del Rome Indipendent Film Festival, Cinquemarzo raggiunge l’intento di lasciare tracce personali da assorbire e rielaborare: frammenti sciolti di ricordi che incasellano tappe emotive nelle quali ritrovarsi, confrontarsi. Gli scatti fotografici mantengono il potere di catturare l’essenza degli odori, dei colori, degli oggetti, un flusso intrecciato da una efficace e ipnotica colonna sonora firmata da Dario Tatoli, in arte Makai. La catarsi finale del racconto è lasciata a Giulia Vallisari, che ha composto e interpretato la traccia finale di Cinquemarzo.
Diplomato alla Civica di Cinema a Milano in Produzione Cinematografica e Televisiva nel 2014, attratto dal montaggio, Stefano Malchiodi entra al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2015. I suoi primi passi nel cinema toccano la sperimentazione, la necessità di coinvolgere l’occhio in una partecipazione emotiva sottile, percettiva. Un’embolia polmonare lo ha sottratto alla vita e ad un percorso creativo che partiva da stimolanti premesse.
