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Netflix Film

‘Una terapia di gruppo’ – Disturbi in sala d’attesa

La leggera commedia corale di Paolo Costella per intrattenere in un pomeriggio invernale

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una terapia di gruppo

Prodotto da Picomedia e Warner Bros. Pictures, scritto e diretto da Paolo Costella, Una terapia di gruppo è uscito nelle sale nel novembre del 2024 ed è attualmente disponibile su Netflix. La pellicola, che vede tra i suoi protagonisti Claudio Bisio, Margherita Buy, Claudio Santamaria e Valentina Lodovini, è il remake del film spagnolo Toc Toc del 2017.

Un simpatico gruppo di pazienti

Come esplicitato nel titolo, la commedia corale vede un gruppo di sei sconosciuti con tic, fobie e patologie differenti che si sono riuniti, per via di un disguido dell’orario dell’appuntamento, all’interno della sala di attesa del dottor Stern, un luminare della psicoterapia. Il variopinto ensemble è composto da Federico (Claudio Bisio), un archivista comunale affetto dalla sindrome di Tourette, Annamaria (Margherita Buy), giudice meticoloso con disturbo-ossessivo-compulsivo, Emilio (Claudio Santamaria), tassista aritmomane e accumulatore seriale, Bianca (Valentina Lodovini), tecnica di laboratorio estremamente germofobica, Otto (Leo Gassmann), un giovane tirocinante che soffre di FOMO, ossia la paura di essere tagliato fuori dalle situazioni sociali, e Liliana (Ludovica Francesconi), acrobata aerea ossessionata dalla simmetria e costretta a ripetere le frasi due volte.

Nonostante le evidenti differenze di genere, età, personalità e disturbi, che inizialmente interferiscono con le interazioni tra i protagonisti, durante l’evoluzione della vicenda i sei pazienti si trovano costretti a legare l’un l’altro e ad aiutarsi a migliorare. I motivi che li hanno spinti a fare richiesta per un appuntamento dal dottor Stern, dal quale apparentemente risulta impossibile trovare un posto libero, sono i più disparati: dai problemi di coppia a quelli che influiscono il lavoro, dall’elaborazione di un lutto alla delicata tematica del revenge porn.

 

Una regia a servizio della commedia corale

Paolo Costella opta per una messa in scena fondamentalmente teatrale, fedele all’impianto del materiale di partenza e calibrata su dialoghi serrati e situazioni da commedia corale. L’adattamento italiano conserva in maniera abbastanza fedele la struttura dell’originale e cerca di calare i tic e le nevrosi dei personaggi nel nostro immaginario quotidiano. Il regista sceglie di adoperare il setting, ossia la sala di attesa dello studio, la reception e persino il balcone, come un vero e proprio personaggio aggiuntivo, che collabora con il raggiungimento degli obiettivi drammaturgici dei protagonisti e si rende partecipe della terapia di gruppo.

Le interpretazioni si sposano bene con la regia lineare della classica commedia leggera contemporanea, ma sfortunatamente non risultano tutte allo stesso livello. Claudio Bisio è il fulcro comico ed emotivo del film: la sua interpretazione di un uomo affetto da sindrome di Tourette è tra le poche a bilanciare veridicità e comicità, restituendo sprazzi di umanità oltre alla gag.

Claudio Santamaria offre invece un’ottima prova nei momenti più misurati, dando peso alla caratterizzazione del suo personaggio invece che alla caricatura. Margherita Buy, pur dimostrando grande talento nei momenti più drammatici, non convince del tutto: il suo personaggio rimane spesso in bilico tra macchietta e dramma, senza sviluppare una coerenza che permetta allo spettatore di empatizzare completamente.

Interpretazioni a confronto

Allo stesso modo, il personaggio interpretato da Leo Gassmann, la cui ossessione è la FOMO (fear of missing out), risulta sottosviluppato e ai limiti del macchiettistico. La colpa, più che nelle sue doti attoriali, sembra che vada ricercata proprio nell’introduzione della patologia, assente nella versione originale e idea di Costella stesso: nel contesto qui proposto non viene resa come una condizione ossessiva di pari spessore drammaturgico rispetto alle altre, e suona a tratti come un vezzo più che come un tratto di nevrosi approfondito.

In Toc Toc, infatti, il personaggio di Otto, interpretato da Adrián Lastra, risulta affetto da un disordine simmetrico, che in Una terapia di gruppo viene assegnato alla giovane Lili (Ludovica Francesconi), insieme al rito della reiterazione delle frasi. L’amicizia che si viene a creare tra i due giovani protagonisti – forse qualcosa di più – risulta inoltre basata più sulla vicinanza anagrafica che su un legame realmente costruito.

una terapia di gruppo

Un equilibrio tonale non sempre raggiunto

Il limite più evidente del film è il ritmo: la pellicola oscilla con fatica tra toni drammatici e comici, e non riesce completamente nell’intento di scegliere una vera direzione tonale. Questa indecisione produce momenti che non decollano né come gag né come momenti di introspezione credibile, lasciando la sensazione di un equilibrio mai completamente raggiunto. Non mancano, tuttavia, momenti di leggerezza che riescono a strappare un sorriso, in particolare legati ai rapporti che si instaurano tra questo simpatico gruppo di sconosciuti.

Sul versante drammatico, la pellicola fatica a instaurare un reale coinvolgimento emotivo: pur mettendo in scena situazioni tutt’altro che leggere e potenzialmente cariche di pathos, il film non riesce mai a tradurre questa materia in una vera commozione. Alcune sequenze cercano apertamente di sollecitare l’emotività dello spettatore, ma il risultato resta spesso artificioso e poco incisivo, lasciando emergere più l’intenzione che l’effettiva forza del racconto.

Tra intuizioni riuscite e forzature narrative

Senza entrare nei dettagli, il film riesce a introdurre un plot twist finale capace di sorprendere e stimolare la riflessione dello spettatore, rappresentando una nota positiva nella chiusura di una pellicola nel complesso godibile per la sua leggerezza. Tuttavia, un ulteriore stravolgimento sul finale stona decisamente con il tono costruito lungo tutto il racconto: più che offrire una chiusura soddisfacente, quel colpo di scena rischia di spezzare la coerenza emotiva del film. La volontà di sorprendere è perfettamente comprensibile, ma in questo caso la sorpresa appare più artificiosa che necessaria.

Se dunque si è interessati a vedere come il materiale spagnolo è stato tradotto nel contesto italiano, vale la pena per le singole performance, alcune più riuscite di altre. Se invece si cerca una commedia corale dal ritmo solido e dall’equilibrio tonale impeccabile, questa versione lascia qualche rimpianto, sebbene si tratti di un prodotto che nel complesso riesce a intrattenere un placido pomeriggio invernale con la sua leggerezza.

Una terapia di gruppo

  • Anno: 2024
  • Durata: 100'
  • Distribuzione: Warner Bros. Italia
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Paolo Costella
  • Data di uscita: 21-November-2024