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ULTRACINEMA

‘Body’: la resilienza a Ultracinema Art Festival

Cosa ci dà la forza di perseverare

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Body di Petra Seliškar

Body inaugura la primissima edizione di Ultracinema Art Festival .  É un documentario intimo firmato dalla regista slovena Petra Seliškar. Prodotto da Seliškar per Petra Pan Film, coprodotto con Tamara Babun della casa di produzione di Zagabria Wolfgang&Dolly e Sara Ferro della casa di produzione macedone PPFP, con il produttore associato Victor Ede della francese Cinéphage Productions.

Presentato nella sezione Ultradoc del festival, Body osserva da vicino le sfide e le trasformazioni di un corpo segnato da rare malattie autoimmuni, mantenendo sempre uno sguardo sensibile, umano e profondamente onesto.

Body di Petra Seliškar

La regista Petra Seliškar. Immagini gentilmente concesse da Ultracinema Art Festival.

Body: cosa ci dà la forza di perseverare

Utilizzando uno stile creativo e visivamente intrigante, l’autrice Petra Seliškar intreccia attimi di vita passata e presente della protagonista, la sua cara amica Urška Ristić, a elementi della natura che lasciano senza fiato.

Girato nell’arco di vent’anni, il documentario pone al centro della narrazione la battaglia di Urška contro rare malattie autoimmuni che hanno completamente stravolto la sua carriera di pianista e numerosi altri aspetti della sua esistenza.

Attraverso filmati di repertorio molto intimi, conversazioni spontanee e riprese della natura macedone, slovena e croata, seguiamo il viaggio burrascoso di una donna verso l’accettazione del suo stato.

La rappresentazione del dolore

La forza di Body sta nel rifiuto di qualsiasi edulcorazione del dolore. La sofferenza non viene mai nascosta né resa accettabile: è esposta, viva, attraversata con audacia e affidata allo sguardo empatico dello spettatore. Non siamo semplici osservatori esterni del calvario di Urška. La regista ci trascina nella sua esperienza attraverso immagini distorte, dai colori scuri e intensi, in costante mutazione, che sembrano respirare come se fossero il corpo stesso di Urška.

La voce della protagonista accompagna il film come una confessione intima e straziante. Racconta i cambiamenti, la rapidità con cui è scivolata nel coma, l’iniziale perdita dei ricordi. Un flusso che si concentra sulle sensazioni, amplificando il senso di smarrimento e vulnerabilità.

A questo montaggio diretto e preciso si alternano frammenti di passato e di futuro. Momenti in cui emerge il carisma di Urška, la sua vitalità, la sua leggerezza. Colpisce particolarmente il suo sorriso, elemento ricorrente soprattutto nel passato. Nonostante una trasformazione sia ormai evidente e irreversibile, Urška affronta la sua fragilità e si riappropria di un sorriso genuino, che da quel momento non la abbandona più. È proprio in questo contrasto che Body trova una delle sue immagini più potenti, che mostrano l’espressività del volto della protagonista.

La regista Petra Seliškar. Immagini gentilmente concesse da Ultracinema Art Festival.

Un racconto intimo e personale

Nato da una storia vera, profondamente personale, Body attinge a filmati originali di oltre vent’anni prima. Attraverso immagini dai toni seppia conosciamo una Urška solare, vivace, piena di energia. Poi arrivano le malattie e, con loro, lo spegnersi lento.

La dinamicità si affievolisce, il corpo cambia: si gonfia, la schiena si incurva e Urška è costretta a imparare di nuovo a camminare dopo essere stata costretta a letto. Deve ricominciare da zero, lasciando andare se stessa di qualche tempo prima.

L’autrice resta sempre accanto a lei. Non solo come osservatrice, ma come presenza costante, come amica. È colei che la sostiene, che la sprona, ma anche lo sguardo che non distoglie gli occhi dalle difficoltà quotidiane che Urška deve affrontare.

Eppure, nonostante tutte le sfide, il carisma della protagonista non si spegne mai. Lo ritroviamo nei piccoli gesti di ribellione, come quando ignora le indicazioni delle infermiere di restare a letto o nelle battute autoironiche sulla sua condizione di donna sovrappeso. Urška è orgogliosa, ma anche vulnerabile; è ostinata, ma anche molto sensibile. La sua è un’anima pura, una fiamma che lotta con tutte le sue forze pur di continuare a bruciare.

L’amore di una madre: la chiave di Body

Il motore che spinge Urška a rialzarsi ogni volta che crolla ha un nome preciso: Zoja. La figlia porta luce nella sua disgrazia, le restituisce il sorriso,  incarnando un’idea di felicità che forse non tornerà più nella forma di prima, ma a cui si può ancora tendere.

Non è un caso che Body si apra con una dedica alle madri e alle figlie. Il film, che è prima di tutto un messaggio di speranza e di incoraggiamento per chi soffre, trova lì il suo cuore pulsante. In quell’amore capace di salvare, di tenere in vita, di offrire al cuore qualcosa per cui continuare a battere. Non una promessa di guarigione, ma una ragione profonda per continuare a esistere.

Body

  • Anno: 2023
  • Durata: 92’
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Slovenia, Macedonia del Nord, Croazia
  • Regia: Petra Seliškar