Connect with us

Festival del cinema di Porretta Terme

Gas Station: scendere nell’abisso dei propri ricordi per tornare a respirare

Il corto di Olga Torrico, in programma alla XXIV edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme

Pubblicato

il

Essere giovani significa trovarsi immersi in un mondo di alternative, dove ogni occasione sembra un’opportunità da dover cogliere, un bivio da attraversare. Ma in questa corsa folle e compulsiva, si rischia di lasciare indietro qualcosa di essenziale, e solo più tardi ci si accorge del peso di quella mancanza. È in questo spazio di esitazione e di ricordi sospesi che Gas Station, il cortometraggio di Olga Torrico, mostra come il cammino verso il futuro possa trasformarsi in una discesa nel passato, un immergersi nell’abisso delle parti di noi abbandonate.  

A volte basta fermarsi, ascoltarsi, lasciare che ciò che tratteniamo da troppo tempo ci cada addosso.  

Un ritratto intimo tra immagini d’archivio e filmini familiari  

Gas Station, firmato da Olga Torrico e prodotto da Sayonara Film, è un cortometraggio che intreccia dimensione personale e ricerca cinematografica, costruendo un racconto intimo attraverso un montaggio fatto di sovrapposizioni visive tra passato e presente. I filmini familiari, affiancati a riprese di repertorio storico, compongono un mosaico simbolico che dialoga con la figura di Alice, la giovane protagonista interpretata dalla stessa regista.  

Presentato in passato ai David di Donatello e alla Settimana Internazionale della Critica della Mostra di Venezia, il corto sarà proiettato, nei prossimi giorni, alla XXIV edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme. 

Il Peso di un Amore Troppo Grande 

Alice lavora in una pompa di benzina, ma è stata una bambina che suonava e che amava la musica con un’intensità sproporzionata alla propria età. E il “troppo” può spaventare: quando si ama troppo, nulla sembra essere all’altezza di quel sentimento. Se si crolla, ci si lascia andare per un nonnulla, e ciò che resta è rabbia, malinconia, incomprensione. Alice è scappata da quell’amore smisurato, portandosi dietro un vuoto che non aveva il coraggio di guardare.  

«Dovresti ascoltarti un pò di più», le dice il suo maestro. E lei lo fa: pensa, pensa troppo, poi smette. Respira. Suona. Ritrova il proprio ritmo. 

Il Personaggio di Alice: un’identità Sospesa 

In Gas Station, la regista, costruisce il personaggio di Alice attraverso uno spazio fisico che diventa metafora: la pompa di benzina dove lavora, luogo di passaggi e soste, riflette una vita rimasta in stand-bay. L’incontro improvviso con il suo insegnante di musica, dopo quindici anni, la costringe a confrontarsi con le origini, con il suo talento e il suo amore. Torrico riprende l’emotività della protagonista senza spiegazioni didascaliche, affidandosi agli sguardi nascosti, alle esitazioni e ai gesti minimi che restituiscono una fragilità incredibile.  

 Il controcanto emotivo  

Il centro estetico di Gas Station risiede nell’uso dei materiali d’archivio, che non fungono da evocazione nostalgica ma da controcampo emotivo. Le sequenze frammentate dei vecchi filmati non chiariscono gli eventi del presente narrativo, ma ne restituiscono sensazioni e stati d’animo. Sono metafore visive che fanno affiorare il passato senza ricostruirlo, lasciando allo spettatore il compito di intuirne il senso. Questo intreccio tra immagini del presente e del passato costruisce una storia a più strati, dove ciò che è reale si mescola continuamente con ricordi e suggestioni che riaffiorano.  

Il flauto come riemersione 

La visione del sommozzatore trova il suo contrappunto nel flauto: uno strumento a fiato che nasce dal respiro. Alice somiglia a quel sommozzatore che le capita di incontrare nei suoi sogni: scende sempre più giù, in un’acqua fredda, buia e spaventosa, schiacciata dalla pressione che aumenta a ogni metro. Laggiù, l’ossigeno viene sempre meno. In questo stato di apnea emotiva, la perdita può diventare definitiva. Eppure, per Alice, qualcosa si muove. Il suo riemergere è improvviso e liberatorio, come lo stappo di una bottiglia: un colpo di fiato nel suo vecchio flauto che la riporta in contatto con ciò che è stata.  

Un ritorno a sè 

Gas Station è un viaggio intimo nella paura e nella possibilità, nel peso delle scelte e nella leggerezza momentanea del respiro ritrovato. Alice riemerge grazie alla musica, ma soprattutto grazie alla capacità di ascoltarsi. È un corto che parla della perdita e del ritorno, di ciò che ci schiaccia e di ciò che, se glielo permettiamo, ci libera. Una storia breve, ma vasta come un’immersione 

Gas Station

  • Anno: 2020
  • Durata: 10'
  • Distribuzione: Elenfant Distribution
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Olga Torrico