Diretto da Simon Cellan Jones e distribuito da Apple Original Films nel 2025, The Family Plan 2 riporta la famiglia Morgan in un action-comedy natalizio costruito per il grande pubblico. Con Mark Wahlberg e Michelle Monaghan affiancati da un Kit Harington chiamato a rimescolare le carte. La pellicola prosegue la formula del primo capitolo puntando su ritmo, budget visibile e ambientazioni europee da cartolina. Presentato come uno dei titoli di punta della piattaforma per la stagione delle feste, il sequel promette intrattenimento ad alto scorrimento e una confezione produttiva di livello, lasciando allo spettatore la domanda più semplice: dietro l’incarto scintillante c’è davvero un film?
Un sequel che sembra confezionato per tutti, ma proprio tutti.
Siamo in aria natalizia; si inizia a pensare a comprare i regali, preparare l’albero e, in questo contesto, arriva The Family Plan 2, disponibile su Apple TV, dal 21 Novembre 2025, che non rinnova la formula del primo film senza alcuna ambizione di rivoluzione. La regia di Simon Cellan Jones rimette in moto il meccanismo con professionalità: ritmo sostenuto, una messa in scena pulita, fotografia lucida e scenari natalizi pensati più per il trailer che per la memoria dello spettatore che sicuramente avrà già rimosso dai suoi ricordi il primo capitolo anzitempo.
Il cast fa esattamente ciò che ci si aspetta: i sopracitati Wahlberg (che porta il suo repertorio di ex-duro dal cuore buono), Michelle Monaghan è impeccabile nel ruolo della moglie che tiene insieme la baracca, e Kit Harington, nuovo innesto, interpreta un villain calibrato, più estetico che realmente minaccioso. Tutti funzionano, nessuno sorprende.
Un bel ‘pacco’ regalo
La sceneggiatura di David Coggeshall è costruita con la precisione di un prodotto industriale: inseguimenti, equivoci, moraletta familiare e un’impeccabile dose di “momento sentimentale finale”. Niente fuori posto, niente fuori registro, niente con un vero margine di rischio. È intrattenimento professionale, addestrato a non sbagliare tiro.
La produzione Apple garantisce un livello tecnico alto: montaggio pulito, dinamica action adeguata, località internazionali che fanno atmosfera e un sound design che sostiene senza mai emergere. Tutto funziona.
Niente, però, vive davvero.

Quando il cinema si accontenta: anatomia di un film che non rischia nulla
Ma se dobbiamo dire onestamente cosa pensiamo, senza fronzoli, The Family Plan 2, di cui avevamo già parlato, è il classico film che scivola via come un detersivo: pulito, profumato, innocuo.
Tutto è talmente ben levigato: regia, attori, fotografia, persino le esplosioni, da sembrare passato prima dal reparto qualità di una fabbrica di giocattoli. Funziona, sì. Ma funziona come un prodotto : preciso, prevedibile e soprattutto sostituibile/replicabile.
Wahlberg fa sé stesso con la stessa puntualità con cui si timbrava un cartellino in Transformers; Monaghan sostiene la baracca con dignità; Harington fa il cattivo da catalogo, quello che incute più simpatia che paura. Nessuno sbaglia, nessuno rischia.
Il problema è proprio questo: non c’è un passo fuori posto, e senza passi fuori posto non c’è anima. È cinema addestrato, non cinema vissuto. Una storia che procede per automatismi, come se la sceneggiatura l’avesse scritta un algoritmo con il terrore di offendere qualcuno.
Alla fine ti intrattiene, certo. È piacevole, persino simpatico. Scene d’azione ben coreografate ed una camera molto pulita e puntuale (fatte salve un paio di sequenze confusionarie).
Ma non ti resta addosso neanche per sbaglio. È l’equivalente filmico di un dolce confezionato: bello da vedere, zuccherino quanto basta, e completamente privo di sostanza, buono per ingannare il peggior mercoledì sera sul divano dopo una pessima giornata d’ufficio.
In tre parole: scorrevole, innocuo, dimenticabile.
Sicuramente non un film memorabile ma apprezzabile nella sua ignavia.