Connect with us

In Sala

‘The Running Man’ – fuggire dal gioco per entrare nella rivoluzione

La più recente creazione filmica di Edgar Wright presenta un cast stellare: Glen Powell, William H. Macy, Michael Cera e Josh Brolin.

Pubblicato

il

The Running Man, l'ultimo film di Edgar Wright

The Running Man è l’ultimo lungometraggio del regista inglese Edgar Wright, ed è la seconda riduzione filmica del romanzo L’uomo in fuga di Stephen King dopo L’implacabile diretto da Paul Michael Glaser, che disponeva di Arnold Schwarzenegger come protagonista.

Il racconto

L’opera è ambientata in un regime capitalistico statunitense distopico, ed espone la partecipazione di Ben Richards (Glen Powell) a una competizione televisiva mortale e sanguinolenta organizzata e manipolata dal magnate Dan Killian (Josh Brolin). Ben decide di prenderne parte col proposito di trionfare e sfruttare il denaro del premio per sanare sua figlia e ascendere di classe sociale. Tuttavia, questa sua azzardata e ardita lotta individuale muta progressivamente in una lotta popolare, e lui diviene vessillo e vessillifero di questa graduale insurrezione pubblica.

the running man

Una scena del film

Il contesto sociale dell’opera

La storia si sviluppa in un contesto di enorme ingiustizia sociale, una città, e uno Stato, in cui il proletariato urbano è geograficamente eccentrico e risiede in abitazioni dimesse. Mentre le classi superiori abitano centralmente in zone sorvegliate dalla brutalità della polizia e dall’invasività della tecnologia. La condizione è difatti quella di una plutocrazia che sottende una dittatura della pubblicità, in cui le persone sono assalite mediaticamente e le loro menti vengono occupate dalle ideologie subdole che i dirigenti si prefiggono di radicare.

La rivoluzione

A questa condizione si contrappongono i moti eversivi popolari scatenati indirettamente e inintenzionalmente da Ben Richards. Egli diviene difatti simbolo della ribellione, tant’è che come gesto di rivolta si graffitano i muri con la frase: “Ben Richards vive”, precisamente come nel film Z – L’orgia del potere di Costa-Gavras si usava la lettera Z come simbolo della disobbedienza civile perché significava: “Egli vive”.

Questo perché le ideologie sono imperiture e non decadono con la morte dei loro fautori, e perché la vita è sempre l’atto di sovvertimento più incisivo che esista, “scegliere la vita” – come viene proferito in Trainspotting di Danny Boyle – equivale a scegliere di lottare ed equivale a scegliere di legittimarsi spiritualmente e corporalmente in un mondo che ci rigetta.

La natura videoludica del film

Questa pellicola ha un evidente statuto videoludico che emerge tanto nell’estetica quanto nello sviluppo narrativo. Per quanto afferisce alla prima, è bastevole osservare l’aspetto anacronistico ed eclatante dei personaggi fantomatici dei cacciatori, che assolvono con tutti gli strumenti necessari l’incombenza di incalzare e trucidare chi partecipa alla competizione televisiva. Mentre per ciò che concerne il secondo è sufficiente notare le modulari mutazioni del ritmo narrativo, che avvengono simultaneamente alla messa in onda serale della trasmissione, come se l’azione reale proseguisse esclusivamente mentre il programma è in onda e cessasse nei momenti di pausa.

Le ispirazioni cinematografiche

Questo lungometraggio è nitidamente debitore di disparati film fantascientifici, dei quali principalmente si individuano: Blade Runner di Ridley Scott, per l’atmosfera di alcuni segmenti e lo sfrenato avanzamento tecnologico. E La decima vittima di Elio Petri, per le affinità tra le competizioni mortali dei due film e la rilevanza della pubblicità, che soverchia la vita umana e assume una posizione al di là del bene e del male. Da inserire in quest’atmosfera, il regista opta per un personaggio principale che segue la tradizione dei noti film d’azione statunitensi, difatti è il consuetudinario cittadino statunitense generico che esibisce la sua forza e la sua fortuna, e che per fatalità diviene un eroe; per esemplificare basti avere in mente John McClane di Die Hard – Trappola di cristallo di John McTiernan.

The Running Man

Glen Powell in una scena del film

I difetti e la conclusione

The Running Man presenta anche delle asperità, tra queste la più manifesta e stridente è la sfacciata incoerenza per la quale si prefissano giustamente di stigmatizzare l’eccessiva pubblicità del sistema odierno, per poi però, probabilmente, promuovere e pubblicizzare in maniera subdola dei marchi all’interno della pellicola stessa. Mentre per quanto concerne la costituzione dell’opera, il finale risulta pleonastico a causa della sua innecessaria univocità e a causa del suo essere smodatamente esplicativo. Quando sarebbe potuto terminare poco prima, in maniera da rendere l’interpretazione del film un’esclusiva dello spettatore, e in modo da sollecitare una più fervida e attiva fruizione della pellicola.

In conclusione, quest’ultimo manufatto artistico di Edgar Wright si dimostra un oggetto riuscito e stimolante. E, seppur rimanga il disappunto per le sue eludibili imperfezioni, non perde la consueta caratura delle opere di questo grande regista contemporaneo.

The Running Man

  • Anno: 2025
  • Durata: 133’
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Genere: azione, fantascienza
  • Nazionalita: UK, USA
  • Regia: Edgar Wright
  • Data di uscita: 13-November-2025