Connect with us

Medfilm Festival

‘Ciudad Sin Sueño’, una città senza sonno una citta senza sogno

Tra sonno e sogno un racconto di formazione alla periferia di Madrid

Pubblicato

il

In concorso alla 31esima edizione del MedFilm Festival, Ciudad Sin Sueño di Guillermo Galoe. Il film, il primo lungometragio di finzione del regista, è stato presentato in anteprima alla Semaine de la Critique a Cannes 2025 e al Festival di San Sebastian.

Ciudad. Un western alla periferia di Madrid 

ciudad

Alle porte di Madrid sorge quella che forse è la più grande comunità Rom europea, Cañada Real, una baraccopoli da cui si vedono in lontananza i grattacieli della capitale spagnola ma verso cui nessuno vuole veramente guardare, come fosse una frontiera maledetta e inconquistabile.

Il film racconta la vita di Toni (Antonio Fernandez Gabarre), un ragazzo rom di tredici anni costretto a crescere velocemente perché percepisce sempre più chiaramente l’eccezionalità della sua condizione. Gira con il nonno Chule (Fernandez Silva) a cercare ferri vecchi e si diverte con il suo levriero a correre nelle steppe che circondano il suo villaggio.

Ma la realtà è più cruda di quello che Toni vorrebbe. Come nei western più realistici c’è sempre un pericolo che ti insegue o ti aspetta.

Le ruspe della modernità

Il film è intervallato dal movimento delle ruspe che abbattono case fatiscenti e ormai abbandonate, intorno alle macchine a motore uomini con caschi e divise, quasi fossero degli alieni in quel luogo, si muovono silenziosamente. È la modernità che avanza.

Si abbattono quelle case abusive e irregolari per costruire nuovi quartieri popolari dove ospitare gli stessi rom. Il governo infatti costruisce enormi condomini a conigliera con acqua calda, riscaldamento e energia elettrica al posto delle baracche precarie in cui solo la luce del sole distingue il giorno dalla notte. Nei condomini ogni famiglia si può chiudere nella propria abitazione e vivere isolata dalla comunità con gli ovvi agi della contemporaneità. Nella baraccopoli si vive invece tutti insieme, per le strade e nei cortili, riscaldandosi su falò improvvisati di copertoni e spazzatura. Cosa scegliere? Toni non resiste e si fa travolgere o forse è costretto a farsi travolgere dal nuovo che avanza.

Il mondo a colori e la perdita dell’innocenza

ciudad sin sueno

Guillermo Galoe ha un approccio per certi versi estetizzante di questo mondo emarginato e assume il punto di vista del giovane Toni. Questi gira con l’amico nelle steppe che circondano l’insediamento e nel reticolo di strade che lo compone. Lo sguardo reale si affianca spesso all’occhio della telecamera di un cellulare, occhio mediato dall’utilizzo di filtri.

Cieli viola, terra rossa, corpi azzurri, la realtà trasfigurata dalla camera si presenta lirica e affascinante. Il mondo visto con i filtri da Toni è perfetto, ogni angolo del suo villaggio si presta ad inquadrature nuove e accattivanti.

<<questo è il futuro>>

si dicono Toni e l’amico nelle loro avventure. Ma la realtà è un altra. Toni lo percepisce. Inesorabile come l’età che avanza, quel delicato momento in cui si cessa di essere bambini e si è costretti a ritagliarsi un posto in un mondo che non è più quello che si vorrebbe. 

Il doppio registro che Guilermo Galoe utilizza nel racconto porta una doppia interpretazione del reale così come è doppio il significato del sueño del titolo del film. In spagnolo infatti sueño è sia sonno che sogno: una città senza sonno è una città in continua agitazione che non riposa mai, che si distrugge e si ricrea incessantemente, ma una città senza sogno è anche una città dove si è persa ogni speranza, ogni sogno appunto verso il futuro.

Il senso della libertà degli animali e l’occhio empatico del regista

guillermo galoe, una ciudad sin suenoL’occhio di Guillermo Galoe rimane comunque neutro, non condanna, mostra e prova rispetto per quel mondo che si sviluppa lontano dai canoni minimi della civiltà occidentale. Prova rispetto perché comunque quella è una cultura che si autodetermina, non chiede e non aspira a una diversa condizione. C’è un senso per la libertà che travalica la realtà. Lo stesso desiderio di libertà che provano gli animali quando sono costretti in cattività.

Toni vive in simbiosi con Rayo, il suo elegante cane levriero. Una razza di cane che sembra una forma di vita extraterrestre in quell’ambiente. Eppure tra Toni e il suo cane il rapporto è sincero e totale. Quando il nonno venderà il cane per ripagare un debito, l’obiettivo della vita di Toni diventerà quello di ritrovarlo. Restituire al levriero la libertà di vivere con Toni è come restituire a tutti gli animali esotici catturati dai Rom per essere contrabbandati la libertà che hanno perso. Fuori di metafora, la ricerca della libertà è il senso di identità che i Rom vorrebbero mantenere nella società che tenta di civilizzarli secondo propri canoni,

Questo mettersi dalla parte delle periferie ricorda molto il primo cinema di Pier Paolo Pasolini, Accattone e Mamma Roma, dove i sobborghi romani sono celebrati come ultimo baluardo contro la nascente e avida società dei consumi borghese.

Ciudad Sin Sueño

  • Anno: 2025
  • Durata: 97'
  • Distribuzione: Pan Distribution
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Spagna
  • Regia: Guillermo Galoe