Dopo l’acclamata anteprima mondiale al Festival di Locarno e la partecipazione al DocLisboa di Lisbona, Bobò, il nuovo film di Pippo Delbono, prosegue il suo percorso internazionale approdando al 43° Torino Film Festival. L’opera, co-prodotta e distribuita da Luce Cinecittà, arriverà nelle sale italiane il 27 novembre 2025, continuando un viaggio che toccherà anche l’IDFA di Amsterdam.
Bobò: cosa ci racconta
Definito da molti come un film “atipico, potente e personale”, Bobò restituisce dignità e voce a una vita marginalizzata, affrontando temi universali come la diversità, l’inclusione e la forza redentrice dell’arte. Al centro del racconto c’è Vincenzo Cannavacciuolo, detto Bobò, un uomo sordomuto, analfabeta e microcefalo, che ha trascorso 46 anni nel manicomio di Aversa prima che un incontro cambiasse il suo destino. Era il 1995 quando Pippo Delbono lo conobbe per la prima volta, rimanendo colpito dalla sua presenza. Da quel momento nacque un legame profondo, umano e artistico, destinato a segnare entrambi.
La costruzione del film
Realizzato grazie alla produzione Fabrique Entertainment, Luce Cinecittà, Inlusion Creative Hub, Vargo e Rai Cinema, il film si avvale delle musiche originali di Enzo Avitabile, della fotografia di Cesare Accetta e del montaggio di Marco Spoletini. Bobò si compone di materiali d’archivio raccolti in oltre vent’anni: riprese inedite, frammenti di spettacoli e momenti di vita quotidiana si intrecciano a nuove sequenze girate tra Napoli e Aversa, nei luoghi dove tutto è iniziato. La voce narrante dello stesso Delbono accompagna lo spettatore in un dialogo intimo tra memoria e presente, mentre scorrono oltre 300 ore di repertorio digitalizzato.
Bobò si è spento ad Aversa il 1° febbraio 2019, all’età di 83 anni. Con questo film, Delbono ne restituisce lo sguardo e la forza, riportandolo simbolicamente in vita a poche settimane dalla Giornata Mondiale della Salute Mentale del 10 ottobre.
Siamo orgogliosi dell’accoglienza ricevuta da questa storia dal pubblico internazionale di Locarno. È la testimonianza viva del potere dell’arte di restituire dignità e voce a chi è stato dimenticato, e ora siamo felici di portarla al pubblico italiano.
i produttori Renata Di Leone e Giovanni Capalbo.