Nella sezione Freestyle Arts alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma troviamo Ellroy Vs. L.A.. Firmato da Francesco Zippel, il documentario ritrae l’autore seduto su una poltrona di casa sua, mentre si racconta in maniera che più candida e cinica non si potrebbe. Ed è proprio ciò che conquista, non solo del progetto, quanto soprattutto del personaggio che ne è il fulcro indiscusso.
Partendo dalle sue origini sino ad arrivare all’ultimo romanzo a cui sta lavorando, James Ellroy rivela bene come e perché sia giunto a essere considerato “il maestro del Noir”. Con alcuni materiali d’archivio e attraverso la voce dell’autore, viene a comporsi un puzzle incredibilmente interessante e godibile, che ha a che fare con il luogo in cui Ellroy è nato, ma anche con tutto ciò che ha caratterizzato la sua esistenza.
I miei libri non sono per tutti.
Ellroy Vs L.A. | La trama
Nato a Los Angeles nel 1948, James Ellroy ha sempre avuto una passione travolgente per la lettura. Sin da piccolo, se doveva scegliere come trascorrere il tempo libero, la sua meta preferita era la biblioteca, da cui non usciva mai a mani vuote. Cresciuto nell’epoca, anzi all’apice dei film noir, ha respirato determinate suggestioni, che ne hanno condizionato l’operato.
L.A. era ovunque.
La tragedia che lo ha colpito a soli 10 anni d’età – la madre è stata uccisa ma il colpevole non è mai stato trovato – ha senza dubbio accresciuto questa ossessione nei confronti dell’universo criminale, con i suoi riti, le punizioni e la violenza. Grande estimatore (nonché frequentatore) delle Forze dell’Ordine, James Ellroy è stato portavoce del Dipartimento di Polizia di Los Angeles per più di dieci anni. Eppure da giovane non si è fatto mancare qualche notte in carcere.

James Ellroy e il mito della Città degli Angeli
La Città degli Angeli assume per il protagonista del documentario la forma di una tavolozza dei colori, ma anche di cornice, dentro cui vengono proiettati i suoi film. Come un pittore, ha scelto cosa ritrarre e ha utilizzato il suo particolare punto di vista per farlo. Ellroy Vs. L.A. mette sotto la luce dei riflettori un personaggio alquanto interessante e ricco, intellettualmente ed emotivamente. Dalle sue opere ne sono stati ricavati adattamenti splendidi e memorabili – un esempio su tutti è dato da L.A. Confidential (1997) di Curtis Hanson – ma nel corso della sua esistenza numerosi sono stati i modelli a cui rivolgersi, in un modo o in un altro.
La geografia è destino.
Se Paul Newman era tra i suoi preferiti, lo stesso non si può di certo dire di James Dean o Marilyn Monroe. Senza peli sulla lingua o scrupoli di sorta, sviscera i suoi pensieri davanti alla macchina da presa. E rivela il suo spirito critico e ruvido, spesso emerso nella scrittura e nella descrizione di alcune figure. Il senso dell’umorismo, prettamente nero, non gli manca. Anzi ne caratterizza uno dei punti di forza, insieme all’incredibile capacità di andare oltre alle apparenze e di creare ammalianti giochi a incastro. Sebbene l’ambiente losangelino circostante gli abbia sempre fornito degli spunti gustosi, l’indiscutibile abilità di James Ellroy resta quella di saperli modellarli a suo piacimento. Per raccontare esistenze travagliate ma irresistibili.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.