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Alice nella città

‘Fiji’ – Una scoperta inaspettata

L’immedesimazione può essere un’arma a doppio taglio: puoi far scoprire chi sei, ma allontanare ciò che vorresti.

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Andrea Lamedica, fotografo e regista italiano, concorre con il suo nuovo cortometraggio, Fiji (2025), alla 23ª edizione di Alice nella Città.

Sebbene sia di breve durata, il corto da 11’ minuti riesce a esplorare in maniera leggera ma intensa un tema ricorrente degli ultimi anni: quello dell’identità di genere, della scoperta e accettazione del sé.

Immagina di volare

Fiji si apre con la rottura della quarta parete. Una delle assistenti di volo, interpretata da Eco Andriolo, guarda dritta verso la cinepresa e inizia a ripassare, in modo alquanto meccanico, i movimenti da fare durante il volo che servono a mostrare le misure di sicurezza da adottare in caso di pericolo, di fronte alle sue tre colleghe più veterane (Angelica Elli, Federica Bonocore, Ludovica Rubino).

Visibilmente agitata per la sua prima esperienza da hostess, cerca con lo sguardo l’approvazione da parte delle altre tre ragazze. Loro la applaudono, divertite, e iniziano a scherzare per cercare di rompere la tensione. Immaginano di volare, di essere già sull’aereo, di avere tutto sotto controllo e iniziano un gioco di immedesimazione, in cui Angelica Elli, altra hostess neofita, dovrà interpretare il pilota che affascina tanto una delle ragazze e provare a flirtare con lei.

Tuttavia, questo gioco di scambio di ruoli del tutto innocente, si trasforma presto in un episodio epifanico nel quale la ragazza si scoprirà in sintonia con il suo lato maschile e imparerà a vedersi con occhi diversi.

Un’epifanica scoperta

“Un artista vede ciò che ancora non esiste; immagina un futuro che altri non riescono a percepire. L’artista interpreta la realtà rendendola più vivida e senza tempo.”

The Danish Girl

La ricerca della propria identità ha spesso inizio in modo inconscio nel periodo della pubertà, se non ancora prima. Il modo in cui ci si percepisce e ci si lascia percepire, il modo in cui si interagisce con gli altri e le emozioni che ne derivano, costituiscono i primi passi verso la costruzione e l’accettazione del proprio sé.

Nel caso della ragazza interpretata da Angelica Elli in Fiji, però, la scoperta del sé arriva proprio attraverso il gioco di ruolo che vogliono fare le amiche e che in poco sembra rovinare l’atmosfera di serenità che si era creata nella stanza d’hotel. Eco Andriolo, nel far immedesimare la sua collega nel ruolo di Luca Mancini, l’ambito pilota che le piace tanto, ha disegnato sull’amica dei baffi, le ha scompigliato i capelli e l’ha resa pronta a interpretare una scenetta sensuale che però non va come aveva immaginato.
L’amica infatti inizia a piacersi in questa sua nuova versione. Si guarda, la guarda, inizia ad immaginare di sorvolare le Fiji e a ballare con lei. Poi la sfiora e tenta di sedurla di fronte agli occhi delle altre che guardano incuriosite e perplesse la scena, scatenando però nell’assistente di volo neofita una reazione alquanto brusca che la porta a scansarla via: “ma che fai? Era solo un gioco”.

Il tema dell’identità

Solitamente, nei film che raccontano la scoperta della propria identità di genere, il percorso inizia con un travestimento e prosegue con un conflitto interiore, in cui il protagonista fatica ad accettare il cambiamento. Nel film di Tom Hooper, The Danish Girl (2015), ad esempio, Einar Wegener (interpretato dal candidato Oscar Eddie Redmayne), è intimorito quando inizia a capire di sentirsi donna e a piacersi, a sentirsi a suo agio nel corpo del suo alter ego Lily.
In Fiji, invece, la ragazza non prova paura o vergogna, ma tutto il contrario. Si guarda allo specchio, che diventa vera metafora del “riflesso del vero sé” e si inizia a osservare.
>Andrea Lamedica, attraverso la cinepresa, si sofferma sui suoi movimenti, sugli sguardi piacenti che la giovane rivolge al proprio corpo mentre si guarda e si riscopre in questa nuova veste.

Anche la fotografia stessa usata nel cortometraggio mostra il processo di accettazione del personaggio con l’uso delle luci, prima calde ma “gratinate”, poi più limpide ma fredde nella scena finale.

Un tema da scoprire e riscoprire

Tuttavia, il tema dell’identità di genere e la figura rappresentata dallo specchio all’interno del racconto non sono nuovi al regista. Non a caso, anche in Paramore (2022), progetto scritto a quattro mani insieme a Francesco Mastroleo, il protagonista del nostro racconto, affronta la stessa scoperta identitaria, ma in un contesto più cupo. In una società che prevede uno standard predefinito, il protagonista di Paramore inizialmente si nasconde. Lo specchio non riesce a mostrare la sua vera natura e a farlo sentire bene, e la maschera che il ragazzo ha indossato per conformarsi al resto delle persone fa difficoltà a cadere.

Dunque, è evidente come il regista abbia scelto di mostrare con i suoi cortometraggi, con estrema delicatezza, prima con Paramore e poi con Fiji, due reazioni possibili di momenti rivelatori della percezione del sé: parte dalla paura con il primo corto e arriva alla conferma e alla rivelazione con il secondo.

“Io non mi trovo più, sono un altro. E un altro ancora.”
– Uno, nessuno e centomila

Fiji

  • Anno: 2025
  • Durata: 11'
  • Distribuzione: Panoramic Studio
  • Genere: Cortometraggio
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Andrea Lamedica
  • Data di uscita: 17-October-2025