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Alabama Monroe – Una storia d’amore

“Alabama Monroe” è una struggente storia di un amore, della sua costruzione, della sorpresa, di un dolore che annienta. Il cineasta belga Van Groeninger con la sua regia strizza l’occhio al cinema indipendente americano in una narrazione borderline tra passato e presente, tra la felicità e la forma più feroce del suo contrario

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Alabama Monroe - Una storia d'amore

Anno: 2012

Distribuzione:  Satine Film

Durata:  100′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Belgio 

Regia:  Felix Van Groeningen

Data di uscita: 

Come un vaso d’argilla è l’amore, modellato a quattro mani da chi lo trova in un incontro che non contempla il caso, mentre gira su un tornio chiamato destino. Sarà fragile, l’amore, davanti alle botte per tutta la vita e, molto spesso, andrà in pezzi e dovrà essere ricomposto con minuzia dalle stesse mani che l’hanno lavorato per costruirlo.

Elise ha tutta la sua storia tatuata sul corpo mentre Didier la canta e la suona nella sua musica. La sua voce e la sua vita da solista si piega in splendidi duetti nel momento in cui l’uomo si innamora di Elise: la loro storia che nasce e viene plasmata dalle loro dita giorno dopo giorno è solidificata dal destino che decide di regalare alla coppia una meravigliosa bambina, Maybelle. Ma i tumulti dell’esistenza non risparmiano la bella famiglia e i due, straordinari, genitori musicanti di trovano a fare i conti con l’impossibile, rimanendo orfani della loro bambina.

Alabama Monroe è una struggente storia di un amore, della sua costruzione, della sorpresa, di un dolore che annienta. Il cineasta belga Van Groeninger con la sua regia strizza l’occhio al cinema indipendente americano in una narrazione borderline tra passato e presente, tra la felicità e la forma più feroce del suo contrario.

È la musica a essere la vera protagonista di Alabama Monroe con una colonna sonora incentrata unicamente sul Country che tenta quasi di consolare lo spettatore immerso in uno spettacolo che va letto, per sopportare il carico emotivo degli avvenimenti, come una sorta di esorcizzazione della peggiore delle disgrazie.

Risulta impossibile non empatizzare con i due protagonisti del lungometraggio, con i loro sorrisi e con la loro disperazione: Veerle Betens e Johan Heldenbergh rendono naturale, per chi li guarda, l’azione di poter piangere le lacrime di qualcun altro.

Sandra Martone

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