Connect with us

FESTIVAL DI CINEMA

Festa del Cinema di Roma: ‘Good Boy’ di Jan Komasa in Concorso

L’intenso thriller del regista candidato all'Oscar® Jan Komasa, con il premio Emmy Stephen Graham, la candidata all'Oscar® Andrea Riseborough e il giovane talento Anson Boon

Pubblicato

il

Good Boy

Good Boy di Jon Komasa dopo il passaggio all’ultimo festival di Toronto, arriva presentato da Minerva Pictures e Filmclub Distribuzione, in Concorso alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Progressive Cinema.

Interpretato da Stephen Graham (premio Emmy per la serie “Adolescence”), Andrea Riseborough (candidata all’Oscar® per “To Leslie”) e Anson Boon, il film è un thriller intenso e inquietante, una fiaba dark che solleva domande scomode sulla libertà, i pericoli della cura e le scelte che definiscono chi siamo.

‘Good Boy’ il fine giustifica i mezzi?

Tommy, teppista diciannovenne, vive una vita di droga, feste e violenza. Dopo una notte di baldoria sfrenata con i suoi amici, si separa dal gruppo e viene rapito da una figura misteriosa. Sebbene non sia estraneo alla violenza, resta inorridito quando si risveglia con una catena al collo nel seminterrato della casa isolata della ricca famiglia di Chris (Graham), di sua moglie Kathryn (Riseborough) e del loro giovane figlio Jonathan. Il rapimento fa parte del disegno di questa strana famiglia che vuole trasformare Tommy in un “bravo ragazzo”. Sottoposto a una riabilitazione forzata mentre è intrappolato in una famiglia disfunzionale, Tommy deve scegliere tra compiacere i suoi implacabili aguzzini o cercare di fuggire a tutti i costi.

Le parole del regista candidato agli Oscar

«Good Boy è nato da un’idea che non riuscivo a togliermi dalla testa: in un mondo affamato di attenzione, la libertà è ancora desiderabile se nessuno ti vede?Sceglieremmo l’autonomia in solitudine o preferiremmo rinunciare alla libertà per il conforto di cure costanti? – dice il regista Jon Komasa. Lavorando con Stephen Graham, Andrea Riseborough e Anson Boon, ho voluto esplorare la sottile linea di demarcazione tra amore e tirannia, silenzio e violenza, il tutto intriso di un senso dell’umorismo nero britannico e polacco senza compromessi, che aleggia provocatoriamente nella zona grigia della moralità».