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Euganea Film Festival

‘The Moving Garden’ – Il giardino siamo noi

Inês Lima regala un viaggio fantastico in stile anni ’70 sulla riconciliazione dell’uomo con la natura all’Eugenea Film Festival.

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Inês Lima regala un viaggio fantastico in stile anni ’70 sulla riconciliazione dell’uomo con la natura. The Moving Garden, in concorso all’Eugenea Film Festival, ha lasciato una grande riflessione sull’impatto delle azioni dell’uomo sulla natura.

Sinossi

Accompagnati da due guide botaniche, un gruppo di escursionisti si avventura tra i paesaggi incontaminati (o almeno in apparenza tali) del Parco Naturale di Arrábida. La macchina da presa li segue con passo lento e contemplativo, quasi a voler trasformare ogni sentiero, ogni cespuglio e ogni scorcio di mare in un quadro vivente. A prima vista, il film sembra voler celebrare la bellezza selvaggia di un territorio che conserva ancora tracce di un’armonia primordiale, ma ben presto l’osservazione minuziosa della flora e della fauna rivela un’altra verità: l’ombra dell’uomo, con il suo intervento invasivo, si insinua ovunque. La trasformazione non è opera esclusiva della natura, ma conseguenza di una presenza antropica che rimodella un ambiente fragile, segnando la distanza tra ciò che era e ciò che rischia di non essere più.

La critica

La critica ambientalistica che emerge dal corto è incisiva, diretta, eppure non priva di sfumature poetiche. Non si tratta di un’opera che grida allo spettatore la necessità del cambiamento, ma di un film che sussurra, che lascia sedimentare un senso di inquietudine e malinconia. La nostalgia per un mondo che sembra perduto si mescola a una dimensione quasi mistica, come se la natura avesse ancora un’anima capace di parlare, di reclamare la propria voce. In questo senso, la regista non si limita a documentare: cerca di restituire alla natura quella sacralità che le apparteneva quando era l’uomo a piegarsi di fronte ai suoi capricci, e non il contrario.

Interessante è anche l’approccio estetico. L’opera sembra attingere a suggestioni visive provenienti dal cinema degli anni Settanta, quando il linguaggio cinematografico era ancora innamorato della sperimentazione. Alcuni effetti visivi, volutamente fuori dal tempo, evocano un’epoca in cui la magia del cinema passava attraverso trucchi ottici e artifici artigianali. Oggi, in un contesto dominato dal digitale, quella scelta stilistica appare come un gesto nostalgico, ma anche come un atto di resistenza: riaffermare il valore della manualità, dell’imperfetto, del tangibile.

Il corto non è dunque soltanto un grido d’allarme ecologista, ma anche un viaggio emozionale, impregnato di poesia e memoria cinefila. È un film che invita a guardare la natura non come semplice scenario, ma come protagonista ferita, custode di segreti e misteri che il tempo e l’uomo rischiano di cancellare.

The Moving Garden

  • Anno: 2024
  • Durata: 19 min