Classe 1999, Lorenzo Quagliozzi approda per la seconda volta alla Settimana Internazionale della Critica con ARCA, dopo il successo di De l’amour perdu (2023), acclamato cortometraggio anch’esso presentato in concorso nella sezione SIC@SIC.
Come De l’amour perdu, ambientato in un convento di suore nella Francia occupata dai nazisti, anche ARCA affonda le sue radici in un contesto bellico, che questa volta il regista trasfigura in un universo parallelo e fantascientifico, facendo leva sulla materia prima di ogni autore: la passione per il cinema.
Il linguaggio visivo di ARCA tra realtà e fantascienza
Il film si apre con la celebre voce di Hitchcock, ricreata artificialmente, che in un’intervista immaginaria illustra il progetto ARCA: un programma segreto concepito da un gruppo di registi hollywoodiani dell’epoca d’oro con la speranza che, un giorno, possa salvare l’umanità.
Poi, il racconto compie un salto temporale di cento anni. Le scenografie reali, scelte con straordinaria cura e potenza evocativa, suggerisce una complessità produttiva che sorprende per un’opera di questo formato. A queste immagini si intrecciano frammenti del grande cinema americano, ma è il montaggio di Quagliozzi a dar loro voce: le accosta, le contrappone, le mette in dialogo costante, trasformandole in un linguaggio nuovo e inaspettato.
Estremamente rigoroso nella sua ricerca artistica e visiva, il regista sperimenta con le inquadrature fino a trasformarle in veri e propri tableaux che richiamano l’estetica dei grandi editoriali. Ombre nette e luci morbide si incontrano in un equilibrio sofisticato, amplificato da una costante sensazione di smaterializzazione, ottenuta attraverso la grana e le particelle sospese che pervadono la scena. È un artificio che dissolve i confini tra realtà e sogno, rafforzando l’impianto fantascientifico dell’opera e rendendola un’esperienza visiva quasi ipnotica.

Il cinema come memoria vivente
Impossibile non soffermarsi sul montaggio “finale” – che finale realmente non è, occupando quasi metà della durata complessiva – una sequenza vertiginosa di immagini tratte dalla storia del cinema, prevalentemente nordamericano, orchestrata su una colonna sonora sinfonica dal tono epico, a cura del compositore Nico Palermo. Il ritmo serrato richiama i grandi mash-up celebrativi delle scene più iconiche, ma qui assume un significato più ambizioso: le opere, giustapposte e rimesse in circolo, sembrano appartenere a un unico universo narrativo, testimoni silenziose l’una dell’altra. Ed è in questo dialogo, a tratti frenetico e imperfetto, che ARCA trova la sua dichiarazione più radicale: il cinema come memoria vivente, capace di reinventarsi e resistere al tempo.
Premiato con il Premio FEDIC dalla Federazione Italiana Cineclub, ARCA segna il quarto cortometraggio del giovane talento Lorenzo Quagliozzi, che continua a costruire una produzione artistica raffinata, guidata da uno sguardo chiaro e audace.