Pochi registi accendono l’attesa come Paolo Sorrentino, e il suo ultimo lavoro, La Grazia, ha già fatto scalpore al Lido. Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, il film ha ricevuto una standing ovation di sei minuti e mezzo, segno inequivocabile che la visione di Sorrentino ha nuovamente conquistato il pubblico.
Ora, Mubi ha confermato che il film arriverà nelle sale statunitensi e canadesi il 5 dicembre, portando il suo entusiasmo festivaliero nel dibattito della stagione dei premi.
Il Presidente a un bivio
Al centro di La Grazia c’è Mariano De Santis, l’immaginaria figura del Presidente della Repubblica Italiana. Vedovo, cattolico e padre, la sua vita tranquilla inizia a frantumarsi con l’avvicinarsi della fine del suo mandato presidenziale. Mariano deve confrontarsi con due richieste di grazia, casi che non sono semplici esercizi politici, ma labirinti morali intrecciati con la sua storia personale.
Mentre il dovere si scontra con la fede, la famiglia e la coscienza, Sorrentino pone una domanda senza risposta: come può un leader bilanciare umanità e responsabilità?
Un cast stellare e una produzione di alto livello
Il film riunisce Sorrentino con Toni Servillo, suo collaboratore abituale e protagonista de La Grande Bellezza, che conferisce a Mariano De Santis sia solennità che vulnerabilità. Servillo è affiancato da Anna Ferzetti, che interpreta Dorotea, figlia del presidente e a sua volta giurista.
Dietro la macchina da presa, il film è prodotto da The Apartment di Fremantle, in collaborazione con Numero 10 e PiperFilm, con un team produttivo di tutto rispetto che include Annamaria Morelli, lo stesso Sorrentino e Andrea Scrosati di Fremantle, insieme a Massimiliano Orfei, Luisa Borella e Davide Novelli per PiperFilm.
L’eredità in evoluzione di Sorrentino
Con La Grazia, Sorrentino conferma ancora una volta il suo ruolo di una delle voci cinematografiche italiane più distintive. Il suo capolavoro del 2013, La grande bellezza, si è aggiudicato l’Oscar come miglior film straniero, mentre La mano di Dio del 2021, un film profondamente personale ispirato alla sua giovinezza, ha ricevuto una nomination all’Oscar nella stessa categoria.
Mentre quei film si dilettavano di memoria e spettacolo, La Grazia appare più austero, ma non meno ambizioso: una meditazione sul dubbio, la fede e le silenziose tempeste della carica politica.
Un inverno di grazia
L’uscita di dicembre posiziona La Grazia come un contrappunto contemplativo ai blockbuster più rumorosi della stagione, un film che cerca di scuotere le menti tanto quanto i cuori. Se l’ovazione di Venezia è indicativa, il pubblico si ritroverà a soffermarsi sui dilemmi di Mariano ben oltre i titoli di coda.
Per Sorrentino, La Grazia potrebbe rappresentare l’inizio di un altro capitolo decisivo della sua illustre carriera.
Fonte: Deadline