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Anticipazioni

George Clooney e Noah Baumbach illuminano Venezia con ‘Jay Kelly’

Un ritorno trionfale al Lido

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Noah Baumbach ha fatto di Venezia una sorta di patria creativa. Dopo Marriage Story (2019) e White Noise (2022), il regista è tornato al festival con la prima mondiale di Jay Kelly, una commedia drammatica che ha chiuso giovedì sera in Sala Grande con una standing ovation di dieci minuti.

Gli applausi a mezzanotte non sono stati solo per la mano abile di Baumbach, ma anche per George Clooney, Adam Sandler e Laura Dern, tre star le cui interpretazioni hanno strappato risate e autentico pathos al pubblico.

Il silenzioso trionfo di Clooney

Clooney ha rischiato di non farcela – in mattinata aveva saltato la conferenza stampa a causa di una sinusite – ma è apparso sul red carpet in piena forma e sullo schermo ha ricordato al pubblico perché rimane una delle ultime vere star del cinema di Hollywood.

Interpretando il protagonista Jay Kelly – “solo un attore diventato famoso” – offre una delle sue interpretazioni più sfumate degli ultimi anni. Il ruolo, apparentemente semplice sulla carta, è in realtà un gioco di equilibri: una star del cinema che incarna in modo convincente una star del cinema, senza cadere nella parodia o nella vanità. I ​​critici l’hanno già definito una delle migliori interpretazioni di Clooney sul grande schermo.

Leggi anche: George Clooney fa i conti con fama e rimpianto in ‘Jay Kelly’ di Baumbach

Un viaggio attraverso l’Europa e il sé

Nel profondo, Jay Kelly è una storia di reinvenzione. Jay intraprende un viaggio vorticoso attraverso l’Europa con il suo manager Ron (Adam Sandler), e quello che inizia come un diario di viaggio comico si approfondisce in un’analisi del rimpianto, dei legami familiari e delle eredità che ci lasciamo alle spalle.

Sandler – così spesso sottovalutato al di fuori del suo ambito comico – dimostra ancora una volta di prosperare nell’universo di Baumbach. Insieme, Clooney e Sandler danno vita a una relazione che è al tempo stesso esilarantemente disfunzionale e silenziosamente profonda.

Venezia, Ensemble e Applausi

Venezia ha accolto il film con il suo consueto glamour. Oltre a Clooney, Sandler e Dern, il red carpet ha brillato con Emily Mortimer – che ha anche co-scritto la sceneggiatura con Baumbach – Eve Hewson, Riley Keough, Billy Crudup, Greta Gerwig e Alba Rohrwacher.

Un ensemble sorprendente, ma ancora più sorprendente è stata la sensazione che il pubblico avesse assistito a qualcosa di giocoso e penetrante allo stesso tempo.

Identità e interpretazione

Alla conferenza stampa, Baumbach è stato sincero sul tema centrale del film.

“Se fai un film su un attore, stai facendo un film sull’identità, la performance e la ricerca di sé”.

In Jay Kelly, questa idea risuona oltre il personaggio di Clooney. Il film si chiede se la persona che presentiamo al mondo sia la persona che siamo veramente, o semplicemente una maschera che abbiamo imparato a indossare. Sandler, riflettendo sull’interpretazione di Ron, ha riecheggiato quell’intimità:

“Ammiro chiunque si dedichi a qualcun altro, che resti saldo nonostante gli alti e bassi. Questo è ciò che rappresenta Ron”.

Dal Lido a Netflix

Prodotto da David Heyman, Amy Pascal e dallo stesso Baumbach, Jay Kelly uscirà nelle sale il 14 novembre, prima di approdare su Netflix il 5 dicembre. La première a Venezia conferma che Baumbach ha ancora una volta creato un film a cavallo tra leggerezza e profondità, offrendo momenti di comicità disarmante e di autentico dolore.

Clooney sarà anche arrivato a Venezia sottotono, ma alla fine della serata, sia lui che Baumbach avevano regalato uno degli spettacoli più entusiasmanti del festival.

 

 

Fonte: Deadline