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Paramount Serie tv

‘Matlock’: Un cappotto, una voce, una guerra silenziosa

Sul Paramount+ il remake del legal drama anni ’80. L’attrice premio Oscar, Kathy Bates, trasforma ogni processo in un duello silenzioso, dove le parole colpiscono più forte di qualsiasi verdetto

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Un corridoio lungo, luci al neon, passi lenti che rimbombano. Una porta che si apre. Entra Madeline Matlock. Un cappotto scuro, una borsa consunta, un sorriso appena accennato. Sembra una signora qualunque. Poi parla. E con la prima frase ti accorgi che è lei a possedere la stanza, a dettare il ritmo, a decidere quando iniziare e quando finire. Matlock comincia così: con la calma apparente di una marea che, piano piano, ti sommerge.

Il remake CBS, reboot dell’omonimo legal drama del 1986 creato da Dean Hargrove e interpretato da Andy Griffith, ha adesso per protagonista l’attrice premio Oscar Kathy Bates, ed è una riflessione sulla giustizia, sull’età, e su cosa significa combattere quando il mondo ti dà già per sconfitto.

“Kathy Bates cammina nei corridoi della giustizia come un’onda invisibile che scuote ogni certezza con la forza sottile del silenzio.”

La prima stagione di Matlock

Madeline Matlock, detta Matty, (Kathy Bates) è una brillante settantenne che, all’improvviso, decide di tornare nel mondo del lavoro unendosi a un prestigioso studio legale. Viene così assegnata a Olympia (Skye P. Marshall), un’avvocata senior dello studio, brillante e assetata di giustizia, alle prese con la separazione dal marito Julian (Jason Ritter), nonché figlio del capo Senior (Beau Bridges). Matty si troverà così a lavorare a stretto contatto anche con il team di Olympia: Billy (David Del Rio), carismatico e disponibile, e Sarah (Leah Lewis), determinata a farsi notare per la sua intelligenza e disposta a fare qualsiasi cosa per salire di livello.

Puntata dopo puntata, caso dopo caso, verrà fuori il segreto che Matty nasconde.

Matlock

“Nessuno ci vede arrivare”

Il remake di Matlock è come riportare in vita una pellicola in bianco e nero con un proiettore digitale. Matty è l’equivalente femminile di Andy Griffith, protagonista della precedente serie cult degli anni ’80. Kathy Bates si cala perfettamente nel personaggio: voce rauca, capelli bianchi, modi delicati. Ma dietro quella facciata si cela una mente investigativa implacabile. Il suo essere sottovalutata diventa la sua arma vincente. “Nessuno ci vede arrivare“, è questa la frase che Matty ripete sin dalla prima puntata. E ciò significa che può origliare, intrufolarsi negli edifici e guadagnarsi la fiducia di sconosciuti incapaci di vederla come una minaccia. Distribuisce caramelle e usa una miriade di trucchetti per ottenere ciò che vuole. Con il progredire degli episodi, vengono fuori dettagli della sua vita personale e la ragione che l’ha spinta a tornare al lavoro.

La straordinaria Kathy Bates

La vedi entrare in aula con passo lento, quasi incerto. Ma sotto quei capelli bianchi, dietro quello sguardo mite, c’è una lama affilata. La forza di chi ha visto tutto e non ha più paura di niente. Kathy Bates, con il suo carisma innato e la sua ironia affilata reinventa il personaggio del leggendario avvocato difensore. Ma, a differenza di quest’ultimo, è più complessa e meno idealizzata. Niente più giacca di tweed e lentezza: la sua Matlock è un’ elegante donna di mezza età che ha deciso di tornare a lavorare dopo anni di pensione, armata di un’intelligenza tagliente e di un fiuto investigativo invidiabile. Ogni interrogatorio è una sfida psicologica avvincente. Bates costruisce il suo personaggio lavorando soprattutto sul tono: una pausa nel parlare, una frase sussurrata, un sorriso artefatto. È una stratega che usa la sua apparente fragilità come arma letale.

Matlock riesce a bilanciare abilmente il peso di un’eredità importante con la necessità di parlare a un pubblico nuovo. Non reinventa il genere ma lo affina. La serie mescola casi giudiziari ricchi di colpi di scena con sottotrame personali che danno profondità ai personaggi. E ogni episodio è attraversato da un’ironia sofisticata. La regia alterna momenti di ritmo serrato in aula a scene più intime che raccontano il lato umano dell’avvocato e del suo team. E la presenza di Kathy Bates è il principale punto di forza della serie: ti ipnotizza e ti ricorda che il talento non ha età.

Matlock è una serie che sa farsi specchio del nostro tempo: la dignità che resiste, la giustizia che si costruisce piano piano, il silenzio che parla più dei tanti clamorosi drammi televisivi.

Matlock: ieri e oggi

Matlock debuttò sulla NBC nel 1986 con Andy Griffith nei panni dell’avvocato Ben Matlock. Lo scopo era quello di intrattenere il pubblico con casi avvincenti e un protagonista rassicurante. Uomo cortese, astuto e con un metodo investigativo semplice ma efficace: ascoltare, osservare e far crollare il colpevole con una domanda inattesa. Ogni episodio era un caso chiuso in sé. Il colpevole veniva smascherato e la giustizia trionfava, quasi sempre. Quarant’anni dopo, quel personaggio ritorna ma in una veste nuova. Kathy Bates, la nuova protagonista, porta in scena un’avvocata settantenne che torna in attività dopo anni di pausa. Cinica se serve ed empatica quando necessario, porta con sé una fragilità e un vissuto personale complesso, che rende il personaggio più sfaccettato e reale. Del resto, non sempre la giustizia coincide con la verità, e spesso vincere un caso significa pagare un prezzo etico.

Il trailer della serie Matlock

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Matlock