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Prime Video Film

‘Marked Men’: l’inchiostro che non macchia

Un film che vorrebbe lasciare il segno, ma si accontenta di scivolare via tra cliché patinati, drammi prefabbricati e tatuaggi temporanei.

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Con un titolo come Marked Men, ci si aspetterebbe un film che lasci il segno. Invece, quello che rimane è più simile a una traccia sbiadita. L’ultima pellicola di Nick Cassavetes, disponibile su PrimeVideo, tenta di raccontare una storia di redenzione e dolore, ambientata in un universo fatto di tatuaggi, esistenze difficili e amori tormentati. Ma ciò che avrebbe potuto essere un affresco urbano ruvido e sincero si risolve in una narrazione levigata, piatta, eccessivamente patinata, dove il tormento resta in superficie e le emozioni faticano a sporcare. 

Marked Man la trama

Il protagonista si chiama “Rule”, e già il nome fa intuire quanto il film punti tutto sul simbolico, senza però affondare davvero nella carne delle sue metafore.
Rule è l’ennesimo bello e dannato da poster, tatuatore dal passato oscuro e dall’animo (troppo) ferito, che cammina a testa bassa come se ogni passo portasse con sé il peso del mondo. Il problema? Tutto ciò che dovrebbe turbare resta in superficie. Il suo dolore è estetizzato, levigato, patinato. Un tormento da vetrina. 

Marked Men di Nick Cassavetes tenta di raccontare una storia d'amore tra dolore e redenzione, ma finisce per sprofondare in cliché già visti.

Rule e Shaw in una scena del film.

Al suo fianco Casper — vero nome Shaw — ragazza benestante, apparentemente fuori dagli schemi: dolce, indipendente, con la battuta pronta. Anche lei marchiata da un dolore enorme. Ma non appena compare in scena è già chiaro anche allo spettatore meno perspicace che finirà tra le braccia di Rule. Nessuna sorpresa. Nessuna evoluzione. Solo una progressione sentimentale da manuale, dove ogni gesto è previsto, ogni battuta suona scritta nel marmo.

Un dramma indie

Cassavetes (figlio di John, autore di capolavori senza tempo come Una Moglie, Ombre, L’ assassinio di un allibratore cinese) tenta l’incursione nell’universo dei drammi indie, ma si ferma a fare il compitino, o forse anche qualcosa in meno. Costruisce un’architettura narrativa che dovrebbe parlare di dolore, riscatto, solitudine, ma che invece si limita solo ad accennarli con l’eleganza sbiadita di una brochure. Tutto è posticcio. I personaggi si confidano con frasi da segnalibro, i traumi ci sono ma non sembrano lasciare alcuna traccia. E paradossalmente, in un film che si intitola Marked Men, nessuno pare davvero segnato. Non nel corpo, non nell’anima. L’inchiostro c’è, ma non attecchisce. 

John Cassavetes

John Cassavetes, padre di Nick.

La love story tra Shaw e Rule — interpretati da una Sydney Taylor e un Chase Stokes quasi sempre uguali a se stessi, espressione compresa — si trascina senza scosse. Il loro rapporto evolve come da copione, senza sussulti, senza inciampi. Il dramma sociale che vorrebbe emergere dal contesto (lutto, emarginazione, differenze di classe) è poco più di una patina narrativa. Nessuna riflessione, nessuna tensione reale. Solo parole appoggiate lì, senza peso, senza eco. Il mondo che ci viene mostrato non ha consistenza: sembra cartone. Perfino le porte sembrano fatte di carta velina — e forse lo sono, dato che ogni conversazione viene magicamente spiata attraverso muri troppo sottili per essere credibili.

Sullo sfondo

Marked Men, dunque, più che un’opera completa, ricorda il disegno preparatorio della stessa. Le figure dei personaggi si distinguono appena dal bianco fondo della tela, mentre nello sfondo si può notare qualche forma approssimativa che rimanda vagamente al contesto nel quale l’opera ha luogo. Ma nulla di più. I colori, le sfumature, i particolari e soprattuto la profondità non sono in alcun modo definiti. 

Rule, Casper e i loro co-protagonisti sono quindi delle semplici maschere, sagome costrette a vagare su una tela opaca, dove nulla è in grado di definirsi. Neppure il sentiero  narrativo che dovrebbero percorrere è ben tracciato: per tutti i novanta (lunghissimi) minuti di pellicola, i personaggi si muovono in continuazione, animati da una frenesia quasi febbrile, senza però mai arrivare da nessuna parte.

Non c’è traccia di evoluzione psicologica. Nessuno cambia davvero, nessuno attraversa un conflitto autentico, nessuno approda a una catarsi. I personaggi restano inchiodati a sé stessi, immobili, bidimensionali. Figure da esposizione, sospese in una vetrina levigata e senza polvere. Non vivono, posano. Anche quando dovrebbero crollare, restano composti. Anche quando dovrebbero esplodere, restano belli. 

Marked Men di Nick Cassavetes tenta di raccontare una storia d'amore tra dolore e redenzione, ma finisce per sprofondare in cliché già visti.

Marked Men di Nick Cassavetes tenta di raccontare una storia d’amore tra dolore e redenzione, ma finisce per sprofondare in cliché già visti.

In Marked Men non c’è nessuna traccia d’inchiostro. Nemmeno una goccia. Cassavetes non ha il coraggio – o la voglia – di far sporcare i suoi personaggi. E di conseguenza rimane solo l’anonima impalcatura di una storia che poteva essere, ma non è stata. 

Il film di Cassavetes non lascia nessun segno, non sporca, non rimane. Si estingue praticamente subito, come se non fosse mai esistito. È come un tatuaggio per bambini: basta un goccio d’acqua, una passata distratta di realtà, e si dissolve. Nessun dolore, nessuna traccia, nessun rischio. Un film che parla di ferite senza mai ferire, che gioca coi traumi senza mai toccarli. Il cinema, quando ha paura di sporcarsi le mani, non può che restare in superficie. E Marked Men, purtroppo, scivola via proprio lì: sulla pelle.

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Marked Men: Rule + Shaw

  • Anno: 2025
  • Durata: 93 minuti
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: sentimentale
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Nick Cassavettes
  • Data di uscita: 11-July-2025