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INTERVISTE

“Pan Play Decadence”: Intervista a Giovanni Aloi, regista, e Carlo Valentine, produttore

Fernando G. Maistrello intervista per Taxi Drivers Giovanni Aloi e Carlo Valentine

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Dopo l’anteprima italiana al Visioni Fuori Raccordo 2013 di Roma e la prima uscita in sala a Bologna, giunge il momento di raccontare e approfondire Pan Play Decadence, il film-documentario di Giovanni Aloi, realizzato in simbiosi con il produttore e promoter Carlo Valentine. Partendo dalla scena underground e alternativa italiana, Decadence nel corso degli anni si è affermato (e continua ad esserlo) come unica realtà di clubbing estremo, caratterizzato da commistioni stilistiche fra generi musicali, visivi ed espressivi. Il film si propone come una tranche de vie, uno spaccato della vita dei personaggi che popolano abitualmente questa realtà.

Before going any further, spiegaci Decadence. 

Carlo: DECADENCE, unico nel suo genere, è un movimento, un’istituzione ed evento tra i più importanti. Nato 9 anni fà, dall’idea di unire sotto lo stesso progetto più sottoculture alternative e correnti estetiche, che riguardano ambienti e generi musicali differenti, il Decadence è partito da Bologna, per poi attraversare diverse location italiane, europee e internazionali più suggestive come ville storiche e castelli importanti. Decadence è la mia passione.

Dove finisce il club e comincia la vita?

Carlo: Decadence và oltre le 4 mura di un evento. A dimostrazione ci sono i tatuaggi del logo sulla pelle degli avventori.

Perchè un documentario sulla vita, meglio, la doppia vita di questi personaggi nati e cresciuti in seno a questo movimento?

Giovanni: Per dare occhi e voce ad una realtà che in Italia non era mai stata raccontata così da vicino e per demistificare i pregiudizi che credono gli amanti delle pratiche fetish/BDSM come degli individui al di fuoridella società. Questo film dimostra come un corpo e mente possano adattarsi vivere realtà diametralmente opposte.

Carlo: La doppia vita viene racchiusa comunque in un unica vita.

Se non li conoscessi personalmente, direi che sembrano nati appositamente per la finzione del film. Come è stata scelta la loro caratterizzazione?

Giovanni: Nel film non c’è assolutamente finzione, quello che hai visto sullo schermo è reale. Ho impiegato parecchi mesi a conoscere i protagonisti di Pan Play, e nel tempo ho provato a cogliere l’aspetto delle loro vite che fosse più incisivo per caratterizzarli.

Carlo: Sono loro che hanno scelto Decadence.

Uno dei momenti più incisivi a parer mio, è il discorso di Ariel.

Giovanni: Il discorso sulla purificazione e sulla volontà di un cambiamento? Si, Ariel è un personaggio cardine del “racconto”. Credo che tu l’abbia sentito più “tuo”: all’interno di ciascuno c’è questa necessità di mutare, alcuni ci riescono, altri ci provano e basta.

Carlo: L’hai già detto tu.

Dolore e piacere. I due fuochi dell’ellisse poetico di Pan Play Decadence. Mi incuriosiscono in quest’ottica Aneta e Sammpa.

Carlo: Passione e ossessione. Aneta e Sammpa. Loro sono stati scelti/adottati da noi invece. Li volevo nella famiglia.

Giovanni: Nella performance di Sammpa e Aneta, dolore e piacere coabitano lo stesso istante, sono parte di un unico fuoco che brucia i limiti imposti dal corpo. Detto ciò Aneta e Sammpa Von Cyborg sono i performers di body modifications più importanti al mondo, è stata una vera fortuna che accettassero di partecipare al film e la scena che li vede coinvolti è una delle più forti di tutto il film.

Affrontare l’erotismo, specie se in chiave feticista/sadomasochista, non è mai cosa da poco. Quali elementi hai ritenuto opportuno sottolineare circa la poetica del film?

Carlo: L’erotismo và insegnato, illustrato e soprattutto c’e’ bisogno di qualcuno o qualcosa che ti apra le finestre su nuovi orizzonti.

Giovanni: Un elemento chiave del film sono immagini del mondo dell”infanzia affiancate a quelle degli adulti e quindi del BDSM, alla ricerca della purezza del gesto. Una delle domande che pone il film è: come ti comporteresti se tuo figlio fosse uno dei personaggi del film? Lo accetteresti?

Qualche ispirazione stilistica, visiva o formale dal film di genere e/o dai cult del BDSM?

Giovanni: Direi Gummo di Harmony Korine, per la struttura frammentaria e l’utilizzo mirato di immagini d’archivio.

Il momento più difficile.

Carlo:  La ricerca di una distribuzione.

Com’è stata l’accoglienza?

Carlo: Ottima.

Giovanni: Ho ricevuto molti messaggi entusiasti, dal pubblico e dagli addetti ai lavori, di gente che è riuscita ad immergersi totalmente nel film. Una parte dell’audience invece si è sentita poco soddisfatta dalla mancanza di una linea narrativa, si aspettava un inizio e una fine, mentre “Pan Play Decadence” è un estratto dalle vite di alcune persone e quindi una sorta di “life/work in progress”: il film non finisce quando si riaccendono le luci in sala.

Come si è svolto il calendario delle riprese? In quanto tempo è stato girato e come?

Carlo: Circa 3 anni. Senza calendario, in amicizia e adattandosi ai vari cambiamenti che segnavano man mano il Decadence.

Giovanni: Nell’arco di tre anni, con il collettivo theSPONKstudios tra cui Giovanni Fumu, Marco Putignano e il direttore della fotografia, Andrea Barone, che ha scelto di utilizzare la grana digitale della Canon Mark II associata ad un set di ottiche Olympus anni ’80.

L’aspetto musicale nel film, come nel club, è fondamentale. Mi riferisco infatti ai diversi stili che contaminano la proposta delle serate e che si ritrovano puntualmente come commento sonoro nel film.

Giovanni: Per la colonna sonora hanno collaborato artisti emergenti italiani tra cui i Vanity, Tying Tiffany, T.T.L, Bahntier e Futuro. Puoi trovare un mixtape con i vari pezzi sulla pagina FB del film.

Qualche aneddoto che non si dovrebbe sapere dal set?

Carlo: Oddio, Mirabilandia. E’ successo un casino incredibile e siamo stati anche cacciati in malo modo, scortati.

Giovanni: Più che un aneddoto, ci sarebbe un’altro film montabile con le scene tagliate. Magari verranno usate per fare un secondo capitolo, chissà.

Casa ci dobbiamo aspettare per il prossimo futuro?

Giovanni: Il film verrà presentato nuovamente a Roma, a fine febbraio, in occasione del Fetish Film Festival e in altre proiezioni internazionali: Londra, Copenhagen e Los Angeles sono previste durante il corso del 2014 e altre tappe ancora da confermare.

Concludendo, Pan Play Decadence a parte, cosa è nato da questa esperienza?

Giovanni: Sono nate amicizie, collaborazioni e scambi di idee: tutte cose che nel futuro permetteranno di realizzare altri film.

Carlo: La fratellanza.

Giungiamo così alla fine di una piacevole chiacchierata con i due creatori di Pan Play Decadence, un film che ci auguriamo faccia ancora parlare di sé.

Fernando G. Maistrello

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