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ShorTS International Film Festival Maremetraggio

Un sogno ad occhi aperti: cosa cattura e cosa smarrisce ‘Sovrappensiero’

Giulia Camba disegna una vignetta della mente

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Sovrappensiero di Giulia Camba, proiettato nella categoria Express al Maremetraggio ShorTS International Film Festival di Trieste, è un breve lavoro sperimentale che rispecchia l’essenza frammentaria del suo titolo.

“Sovrappensiero” si può tradurre liberamente con “perso nei suoi pensieri”, e il film si sviluppa esattamente così: una sequenza fluttuante di immagini – sia personali che tratte dai social media – stratificate con suoni ambientali, una voce fuori campo sussurrata e una musica onirica.

Non è una storia con un inizio o una fine, ma piuttosto una sensazione fugace, uno stato d’animo, catturato in meno di tre minuti.

Immagini in libera associazione

Al suo meglio, Sovrappensiero raggiunge una sorta di risonanza poetica. Pecore al pascolo, fuochi d’artificio che esplodono nella notte, un cervo che sfreccia, sconosciuti che osservano le cascate: queste inquadrature disparate si fondono attraverso l’umore piuttosto che attraverso la trama. Il montaggio crea ritmi che ricordano i tagli profondi dei collage video sperimentali dell’era di TikTok o Tumblr: fluidi, malinconici e venati di una strana nostalgia per momenti mai vissuti.

L’esperienza di Camba in antropologia visiva e fotografia si manifesta nel suo attento occhio per la composizione e l’atmosfera, offrendo un’opera che è più una pittura impressionista che un cinema narrativo.

Sovrappensiero

Un concept in sintonia con il festival

La sua inclusione nella categoria Express – una sezione pensata per presentare opere molto brevi che lasciano comunque il segno – sembra appropriata. Questo è un film che non pretende di raccontare una storia lineare, ma presenta invece un tono, un’emozione, una deriva mentale.

La brevità costringe lo spettatore ad arrendersi alla sensazione piuttosto che alla comprensione, rendendolo un abbinamento ideale per un festival che spesso celebra la forma tanto quanto il contenuto. In questo contesto, Sovrappensiero non cerca di impressionare con la narrazione, ma di evocare un respiro, un pensiero fugace, e ci riesce.

Dove l’astrazione vacilla

Eppure la forza effimera del film è anche la sua principale debolezza. Tre minuti non sono molti per sviluppare un arco tematico, ma nonostante ciò, Sovrappensiero fatica a offrire più di una deriva estetica. La voce fuori campo, ariosa e introspettiva, appare vaga al punto da svanire. C’è poca ancora narrativa e persino la connessione emotiva diventa sfuggente.

Sebbene l’intenzione sia chiaramente quella di fluttuare tra i pensieri, il risultato rischia di sembrare un montaggio senza bussola: girato magnificamente, certo, ma troppo autosufficiente per coinvolgere appieno. Ci si chiede non solo cosa stia cercando di dire, ma se stia cercando di dire qualcosa.

Sovrappensiero

Consapevole o inconsapevole?

A tratti, Sovrappensiero evoca autenticamente la sensazione di essere persi nei propri pensieri – non quelli meditativi e ispirati, ma la vaga confusione di un cervello in modalità autopilota. Sfida il significato ma non si impegna, oscillando tra meraviglia e distacco.

La giustapposizione di filmati di repertorio tratti dai social media con inquadrature più intime e dal sapore analogico evoca il disorientamento emotivo della memoria digitale. È tutto molto in tema – ma per alcuni spettatori potrebbe non essere sufficiente.

Considerazioni finali

In definitiva, Sovrappensiero è più un’impressione fugace che un cortometraggio. Non cerca di offrire chiarezza o una conclusione, e questo è parte del suo fascino – e della sua frustrazione. Per un pubblico sintonizzato su forme sperimentali e disposto ad abbandonare le convenzioni narrative, il cortometraggio di Camba offre un viaggio ambientale nei ritmi sconnessi della coscienza contemporanea.

Ma per chi cerca una direzione o una profondità, potrebbe sembrare più di essere intrappolati in un bellissimo ma infinito loop, l’equivalente cinematografico di scorrere l’ennesimo nostalgico montaggio di TikTok, con Ethel Cain che suona dolcemente in sottofondo.

Sovrappensiero

  • Anno: 2025
  • Durata: 3'
  • Distribuzione: Sayonarafilm
  • Genere: Cortometraggio
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giulia Camba