Per la sezione Short Lights del festival internazionale Le giornate della Luce, che è giunto alla sua undicesima edizione, è in concorso Kavalyé o dam (2024), un cortometraggio del regista Sacha Teboul, direttore di altre brevi prove come Les yeux verts (2023), Les Nuits les plus Longues (2021) e Le Drap Bleu (2022).
Legami generazionali
Kavalyé o dam tratta di Simon, un giovane uomo che, mentre sta sgomberando la casa della nonna Maryse, trova delle cassette musicali appartenenti all’anziana; arrivato alla casa di cura in cui è tenuta la parente, la donna non lo riconosce subito, e per questo Simon le innesca degli input specificando il proprio nome e quello di suo padre. Ne inizia una conversazione in equilibrio tra passato e presente, attraverso la musica delle cassette.
Quello che viene messo in scena da Sacha Teboul è un cortometraggio tenero e delicato; nel dialogo e nelle parole che Simon e Maryse si scambiano, c’è la dolcezza di un legame che riesce a persistere nonostante l’anziana soffra di Alzheimer. Proprio di Kavalyé o dam è uno stile sobrio, dall’estetica naturalistica e senza troppi movimenti di camera. È quasi come se fosse un dramma caratterizzato dalla timidezza, una peculiarità che lo rende piuttosto elegante.
L’amore e la nostalgia
E quest’eleganza arriva al suo massimo tramite il modo in cui il regista utilizza il montaggio, e nei flashback innescato dal suono della musica fatta partire da Simon. Le note scaturite dalle cassette investono Maryse, che diventano un mezzo per tornare a un ricordo, un passato lontano in cui lei era giovane e, ballando, stava salutando un’ultima volta l’uomo da lei amato.
Kavalyé o dam opera una fine sovrapposizione concettuale delle immagini e delle situazioni – presenti e passate – vissute dalla donna, restituendo una potente scarica emotiva che riesce a parlare di emozioni e storie altrimenti taciute dalla stessa Maryse.
Per tali motivi, il cortometraggio Sacha Taboul è sicuramente da considerarsi riuscito, soprattutto per come in nove minuti riesce a essere contemporaneamente sintetico e denso, portando lo spettatore a diventare testimone di un breve momento di amorosa nostalgia.