È facile immaginare come A Useful Ghost, la cui premessa ruota intorno a fantasmi che infestano elettrodomestici, abbia stuzzicato la curiosità degli avventori del festival di Cannes. La fiducia non è stata tradita. Questo esilarante debutto thailandese è stato infatti eletto miglior film dalla giuria della Semaine de la Critique.
Il film si apre con una delle frasi più iconiche di questa edizione: “Queste dannate polveri sottili hanno reso un inferno la mia vita da ladyboy”.
Un incipit che suscita subito il sorriso, ma che introduce anche due delle grandi tematiche cardine del film. L’inquinamento ambientale è infatti l’elemento alla base della peculiare distopia tratteggiata da A Useful Ghost, così come lo sono le relazioni queer (che si tratti di persone dello stesso sesso o di esseri umani che si uniscono a dispositivi elettronici).
Tutto ha inizio quando il nostro protagonista acquista un aspirapolvere, solo per scoprire che l’elettrodomestico sembra posseduto da uno spirito che di notte starnutisce in giro per casa tutta la polvere aspirata di giorno. Ma ecco che alla sua porta si presenta il tecnico, chiamato per risolvere il problema; un uomo che comprende immediatamente la situazione e procede a raccontare al nostro ladyboy la tragica storia che rappresenterà il filone narrativo principale del film.
A Useful Ghost: la trama

Il racconto del tecnico ci immerge subito nel passato.
Dopo la tragica morte della moglie, Nat, a causa dell’inalazione di polveri sottili, il dolore inizia gradualmente a consumare March. Questo però non è un film sul superamento di un lutto, e non è nemmeno la fine della storia d’amore tra i due sposini. La vita di March viene infatti sconvolta quando scopre che lo spirito di Nat si è reincarnato in un aspirapolvere, e che in questa nuova forma lei sembra più determinata che mai a soddisfare i bisogni del partner (si, avete capito bene). Per quanto assurdo possa sembrare, il loro legame si riaccende più forte che mai. Tuttavia la famiglia si rifiuta categoricamente di accettare questa relazione soprannaturale.
Per spiegare il motivo (nel caso non vi suoni abbastanza logico desiderare per il proprio figlio qualcosa di meglio di un aspirapolvere) bisogna aggiungere un altro fantasma all’equazione. La madre di March è infatti tormentata dalla morte accidentale di un operaio, che con le sue apparizioni dall’aldilà durante l’orario di lavoro fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote all’attività della fabbrica di famiglia, grazie alla quale hanno sempre potuto vantare una posizione di rilievo nella società.
Per convincere la famiglia di March a chiudere un occhio, Nat si offre di ripulire la fabbrica dalle presenze infestanti che ostacolano gli affari. Dimostrerà di essere un ‘fantasma utile’ (da qui il titolo del film), iniziando un percorso che metterà alla prova la moralità di tutte le parti in causa, vive o morte che siano.
Il ricco sottotesto politico

L’obiettivo di Ratchapoom Boonbunchachoke con A Useful Ghost è quello di richiamare l’attenzione sui precedenti della Thailandia nello sfruttamento dei lavoratori, oltre che sui sotterfugi politici mirati a coprire questa (e altre) realtà scomode. Questa sorprendente commedia-fantasy si rivela quindi come la più inaspettata delle critiche sociali, che con il suo strepitoso finale catartico mira a scaricare tutta la propria rabbia nei confronti di un sistema che ha messo i propri interessi davanti ai più basilari diritti umani.
Il talento di questo regista, già premiato a Locarno nel 2020 per il suo primo cortometraggio (Red Aninsri; or Tiptoeing on the Still Trembling Berlin Wall), è pari alla difficoltà di pronuncia del suo nome. Il consiglio per gli abituali avventori dei festival internazionali è però di iniziare a memorizzarlo, poiché siamo indubbiamente di fronte alla nascita di una nuova voce, capace di sfruttare al meglio il proprio linguaggio cinematografico distintivo per formulare tesi urgenti e confezionare al tempo stesso prodotti di grande intrattenimento.
Elegante nella forma e insospettabilmente romantico, A Useful Ghost è una commedia esilarante e arguta, macchiata dall’unica pecca di tirare le proprie vicende per le lunghe.