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L’Animation Day 2025: Cartoons Across Borders

Una vetrina dell'animazione italiana, con tanti ospiti e serie mostrate in anteprima

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Dopo la prima fortunata edizione del 2024, l’Animation Day è tornato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con un programma ancora più ambizioso ed ospiti dal respiro internazionale. L’evento è stato inserito all’interno dei programmi del Master in Screenwriting and Production e della magistrale Narration: the Art of Storytelling”, così come per la lecture con Meg LeFauve, sceneggiatrice dei due capitoli di Inside Out.

L’intervento di Philip LaZebnik

Ad aprire la giornata è stato Philip LaZebnik, sceneggiatore de Pocahontas (1995), Il Principe D’Egitto (1998) e Mulan (1998), il quale ha tenuto un panel sulla sua esperienza in grandi studi come Disney o Dreamworks.

Come sceneggiatori, (io e gli altri) avevamo un grande ufficio dove lavoravamo dalle 9 alle 17, ma tutte queste ore non le passavamo mai a scrivere, perché eravamo sempre incastrati tra diversi incontri: da quelli editoriali a quelli con le sessioni di registrazione delle voci dei personaggi. Perché tutti questi incontri? Credo che Disney in realtà volesse che gli scrittori se ne andassero (ride), ma allo stesso tempo sono proprio gli scrittori gli unici che sapevano cosa stesse succedendo nel film, come le cose stessero andando avanti. I registi non potevano, perché correvano da un incontro all’altro senza sosta. E soprattutto, ogni singola operazione partiva dalla sceneggiatura, che era stata dietro una continua riscrittura per 2-3 anni. Finché questa non era approvata, lo status  del film era incerto.

Proprio in questo passaggio, un film della Dreamworks, oggi diventato cult, ha avuto un periodo particolarmente tumultuoso in questa fase della produzione.

Un film veramente problematico sotto questo aspetto fu il primo Shrek. Era il film sul quale nessuno voleva lavorare, perché non era chiaro di che cosa parlasse veramente. Se ci pensate, alla fine l’idea dietro il concept del film non è complicata, si tratta di un rovesciamento della fiaba classica, con l’orco nel ruolo dell’eroe ed il principe azzurro che invece è il vero antagonista. Si tratta di qualcosa di semplice, e nella scrittura non c’è niente di più difficile che essere semplici.

Photo Credits: Università Cattolica

Tuttavia, vista la schedule così piena negli studi, in che momento LaZebnik e i suoi colleghi riuscivano effettivamente a scrivere la sceneggiatura?

Come ho detto prima, eravamo pieni di incontri durante la giornata. Quindi il tempo per scrivere dove lo trovavamo? Tra un incontro e l’altro, durante le pause di 15/20 minuti. In quel periodo a guidare lo studio c’era Jeffrey Katzenberg, il quale, a prescindere dalle situazione, avrebbe sempre risposto 24 ore dopo ai nostri messaggi e chiamate. Se gli scrivevi in un giorno, lui ti avrebbe risposto quello successivo, non c’era niente da fare. Ma con le sceneggiature la storia era diversa, in quella caso lui era molto più veloce nei tempi di risposta. Gli consegnammo una sceneggiatura un pomeriggio e già la mattina dopo aveva le note pronte.

LaZebnik è poi andato avanti condividendo degli interessanti aneddoti riguardo la produzione di Pocahontas, suo primo film in Disney.

Quando lavorammo su Pocahontas, eravamo in 3 e nelle prime due settimane ci impegnammo a trovare una voce unica con cui esprimerci agli altri reparti dello studio. Fu in queste settimane che trovammo una frase, la più stupida immaginata, ma che sarebbe poi diventata il tema centrale del film. Da quel momento è stato un continuo confrontarsi, ricevere domande e dare risposte sui personaggi e sulla storia del film, per arrivare poi alla fase dello storyboard. In questi momenti di solito agli storyboardisti viene data la massima libertà nella creazione degli storyboard, che non seguono del tutto l’idea dello scrittore. Tuttavia, questo comporta anche delle interessanti modifiche a volte. Faccio un esempio che mi capitò con Il Principe D’Egitto: c’era una scena in cui Mosé cercava Ramses per dei corridoi. Uno degli artisti decise di inserire all’interno del corridoio una gigantesca statua del faraone e pensò di mostrare Ramses seduto sotto la statua del padre quando Mosè lo avrebbe trovato. Era un modo perfetto per raccontare di più di Ramses e della storia, decisi quindi di seguire quella visione invece che la mia.

Poco prima di chiudere il suo panel, LaZebnik ha condiviso un curioso aneddoto sul primo screening di Pocahontas e ad una canzone che avuto vita non facile dopo l’anteprima.

Quando ci fu il primo screening di Pocahontas, gli spettatori seguivano attentamente il film, erano catturati. Erano con noi nella storia… finché non è partita la canzone If I Never Knew You, il duetto fra John e Pocahontas. In quel momento li abbiamo persi, è venuta meno la loro attenzione. C’era molta attesa su quella canzone, anche perché era la prima volta che Mel Gibson cantava, ma a seguito dello screening abbiamo capito che era meglio tagliarla. L’obiettivo è sempre di far che i tuoi spettatori stiano con te dall’inizio alla fine del film.

La canzone è stata poi reinserita nel film in delle versione restaurate del lungometraggio.

Come sta andando l’animazione italiana e lo sviluppo di IP

Il secondo panel dell’Animation Day è stato dedicato a Cartoon Italia, associazione che coinvolge tutte le case italiane di animazione, e ha visto come moderatrice Alessandra Principini, sua vice Presidente. Il suo intervento ha trattato principalmente di come Cartoon Italia sia pensata per agevolare i produttori nell’ambito italiano, specie quelli esordienti. Il sistema ideato dai dirigenti di Cartoon Italia agisce in modo che, quando un esordiente (produttore o autore) ha una produzione di successo, gli venga attributo un tipo di credito virtuale, quando poi si dedica alla produzione di un nuovo progetto.

Un punto particolarmente esplorato è stato quello dei finanziamenti, qualcosa su cui Cartoon Italia, come la stessa Vice Presidente ha affermato, sta duramente lavorando negli ultimi anni. Una soluzione è stata raggiunta con l’istituzione di fondi regionali per produzioni legati all’animazione, ma lo stesso anche per supporti proveniente dell’Europa: i produttori italiani infatti hanno accesso a produzioni che coinvolgono anche altre nazioni europee. Successivamente è stato mostrato una lista di bandi di coproduzioni europee a cui le case italiane possono partecipare. Fra gli esclusi c’è ancora il Euromages Tv Series Pilot Program, al quale l’Italia non può partecipare ufficialmente, ma può comunque collaborare ed essere fra i protagonisti.

Il panel è stato concluso con un tema particolarmente odierno, quello dell’AI. Sotto questo aspetto, l’Italia è  avanti, in quanto è una delle prime nazioni europee ad introdurre specifiche richieste per segnalare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella produzione. Visto la sua rapida evoluzione, l’intelligenza artificiale deve essere monitorata ed il suo utilizzo devo essere documentato in maniera precisa. L’intervento si è concluso con un invito di rassicurazione da parte di Alessandra Principini: Cartoon Italia è impegnata in una strategia regionale, nazionale ed internazionale per migliorare le condizioni dei produttori e professionisti italiani nel campo dell’animazione.

A seguire è stata Cristiana Buzzelli di Movimenti Production, la quale ha tenuto un discorso sullo sviluppo di IP, da sempre ricchissima e costante fonte di ispirazione per le produzioni animate. Tuttavia l’intervento non è stato tanto sullo scouting in sé dell’IP, quanto sulla sua necessità di essere adattata e sviluppata per un progetto internazionale.

L’animazione è un’arte internazionale nella sua stessa natura. Si tratta di un’industria globale dove talenti e studi di diversi  paesi possono collaborare, condividendo le stesse tecniche, vocabolario, step di produzione ed anche la tecnologia in alcuni casi.

Buzzelli ha sottolineato quanto sia importante rendere un progetto internazionale perché accada, e lo sguardo dei produttori debba essere quindi rivolto ai pitch internazionali, come d’altronde dimostrano tutti i cartoni di successo del nostro paese (tutte coproduzioni internazionali, con la Francia come partner ricorrente).

I case studies

I panel successivi dell’Animation Day sono stati dedicati a dei case studies di diverse case di produzione. La prima a mostrarsi è stata la serie Mortina, un co-produzione italo-irlandese, presentata da Valeria Brancia, di Cartobaleno e basata sul personaggio di Barbara Cantini. La serie vede per protagonista per l’appunto Mortina, una bambina zombie, in 52 episodi da 11 minuti ciascuno per un target bridge. La presentazione ha mostrato anche un trailer contenente la sigla di questo promettente prodotto, le cui atmosfere ricordano molto da vicino quelle disegnate e nei libri e riecheggiano molto prodotti come la Famiglia Addams e Wednesday.

Il secondo prodotto presentato è stato Pino e Shinobi, una serie di Studio Bozzetto, il cui intervento è stato moderato da Pietro Pinetti. La serie offre un case study interessante, trattandosi di una coproduzione fra Italia e Giappone (Yomiuri Telecasting Corporation). I protagonisti della serie sono Pino, un ragazzino italiano ispirato a Pinocchio, e Shinobi, un piccolo ninja, alla scoperta delle ricchezze culturali dell’Italia e il Giappone. Nella presentazione sono stati mostrati diversi sketch e storyboard della serie, alimentando l’interesse del pubblico al riguardo.

Successivamente è stato il turno di Red Monk Studio, rappresentata da Pedro Citaristi, il quale ha mostrato al pubblico l’anteprima di un curioso prodotto in sviluppo in co-produzione con la Francia: Underdog. La serie, che vede una collaborazione con Dreamworks, è basata su un IP, un fumetto americano per bambini con protagonista Underdog, un supereroe canino, accompagnato da improbabili alleati. Essendo ad uno stadio più avanzato di sviluppo, la presentazione ha mostrato design definitivi dei personaggi e uno spezzone da un episodio, caratterizzato da gag umoristiche che cattureranno tutti i bambini.

Purtroppo non è stato possibile seguire tutto l’evento pomeridiano, che ha avuto come protagonista lo scrittore e produttore spagnolo Jordi Gasull, mente dietro lungometraggi come Taddeo l’Esploratore (2017), Mummie: A Spasso nel Tempo (2023) e Buffalo Kids (2024). L’autore ha infatti tenuto un workshop rivolti agli studenti dei due corsi, condividendo la sua esperienza personale dietro il processo creativo di questi film.

L’Animation Day, come nella sua prima edizione, si riconferma ancora una volta una splendida e ricca vetrina di quest’industria nel nostro paese e non vediamo l’ora di vedere cosa ci aspetterà nella terza edizione.