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Cannes

‘Drunken Noodles’ di Lucio Castro: Un’odissea queer in anteprima a Cannes 2025

Un viaggio tra ricordi queer nel nuovo trailer dell'opera di Castro.

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Il regista argentino Lucio Castro torna sul grande schermo con Drunken Noodles, un’esplorazione meditativa, sensuale e frammentata della memoria e dell’intimità queer, che debutterà nella sezione ACID del Festival di Cannes 2025.

Noto per il suo debutto lirico End of the Century, Castro gioca ancora una volta con il tempo, lo spazio e il desiderio in una narrazione che disorienta delicatamente, ma al contempo radica emotivamente lo spettatore.

Memorie frammentate, desideri fluidi

Drunken Noodles non segue una trama convenzionale. Piuttosto, invita il pubblico a navigare la storia come si farebbe con un sogno: liberamente connesso, emotivamente ricco e intriso di desiderio.

Il protagonista, interpretato da un attore ancora sconosciuto, vaga tra incontri con amanti del passato, momenti di solitudine e paesaggi sensoriali che sembrano riecheggiare l’inquietudine interiore di un uomo che cerca e al tempo stesso fugge dall’intimità. Come in Fine del secolo, Castro si affida a dialoghi essenziali, lasciando che gesti, sguardi e atmosfere svolgano il ruolo più emotivo.

Un viaggio visivo e sensoriale

Visivamente, Drunken Noodles è un film lussureggiante. Girato in ambienti intimi – camere da letto, mercati notturni, finestre appannate – utilizza colori e texture per suggerire sia erotismo che malinconia.

Il collaboratore di Castro dietro la macchina da presa crea una tavolozza sognante di ori, blu e rossi intensi, evocando sia il comfort che l’isolamento. Il titolo stesso, che fa riferimento al popolare piatto thailandese, funge da metafora del sapore emotivo del film: caldo, caotico, un po’ disordinato e intensamente umano.

Una casa nella sezione ACID di Cannes

Il film trova la sua collocazione ideale nella sezione ACID (Associazione per la Distribuzione del Cinema Indipendente) di Cannes, che promuove film audaci, personali e indipendenti. Drunken Noodles incarna perfettamente questa filosofia.

È un film profondamente soggettivo, stilisticamente audace, emotivamente intimo e orgogliosamente queer. La sua presenza a Cannes segnala la continua espansione del cinema queer nei principali spazi festivalieri e il crescente impegno del festival nel mettere in luce voci ed estetiche diverse.

Riflessioni su amore e identità

C’è una bellezza inquietante in Drunken Noodles che avvicina Castro a registi come Apichatpong Weerasethakul o Alain Guiraudie, registi che comprendono come il desiderio sia spesso plasmato più dai ricordi e dagli stati d’animo che dalla conclusione narrativa. Con la sua discrezione, Drunken Noodles diventa un film sulle storie che ci raccontiamo sull’amore e su come portiamo dentro di noi gli altri anche molto tempo dopo che se ne sono andati.

Per coloro che hanno amato i precedenti lavori di Castro, Drunken Noodles promette un’immersione più ricca e articolata nel suo mondo cinematografico, un mondo in cui il passato non è mai passato e l’amore rimane un enigma irrisolvibile e meraviglioso.

 

 

 

 

Fonte: IndieWire