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In Sala

Un weekend da bamboccioni 2

“Un weekend da bamboccioni 2” non è di certo degno del suo predecessore – e dire che ci voleva veramente poco – in quanto più che una strutturata storia leggera, come la pellicola impone, ci si ritrova davanti a una moltitudine di sketch di basso spessore

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Anno: 2013

Distribuzione: Warner Bros 

Durata: 101′

Genere: Commedia

Nazionalità: USA

Regia: Dennis Dugan

Data di uscita: 7 Novembre 2013

La famigerata sindrome di Peter Pan non è l’unica che porta un individuo a voler fermare il tempo o, peggio, a comportarsi come se realmente il tempo si fosse fermato: ci sono anche i così detti bamboccioni che, come le persone affette dalla su citata patologia non vogliono crescere e rimangono non bambini, ma forse qualcosa di peggio, rimangono adolescenti.

I segni distintivi dei bamboccioni sono facilmente riconoscibili: girano in branco con gli amici del liceo, vestono come si vestivano al liceo e si comportano esattamente come allora. Di solito sono affiancati da donne molto belle con cui, nonostante il loro comportamento – queste creature quasi mitologiche, mezzo uomo e mezzo teen – mettono su famiglia.

Esempio lampante di tale tipologia di esseri ibridi è Lenny Felder che, forte dei suoi successi Hollywoodiani, torna in Connecticut con tanto di moglie e figli ritrovando i suoi vecchi e poco cresciuti amici.

Un weekend da bamboccioni 2 non è di certo degno del suo predecessore – e dire che ci voleva veramente poco –  in quanto più che una strutturata storia leggera, come la pellicola impone, ci si ritrova davanti a una moltitudine di sketch di basso spessore. Poco serve, quindi, il ritorno al passato e lo scontro generazionale tra chi bamboccione lo è davvero, come i ragazzi del college, e chi tenta con tutte le sue forze di rimanerlo a vita, nel momento in cui non viene quasi per nulla sviluppata la malinconia soft del ritorno al passato e la demenzialità di alcune azioni/reazioni non riesce a portare lo spettatore alla risata.

La narrazione labile, tanto che in certi punti diventa nulla – e il sapore di già visto che rende il lungometraggio privo anche delle poche qualità che richiede -, non viene tirata su neanche da Adam Sandler che, da veterano del genere, comunque riesce perfettamente a impersonare i panni del Peter Pan di nuova generazione. Tra gli interpreti spiccano anche un’autoironica Salma Hayek e un rapper d’eccezione come Steve Bushemi, entrambi pronti a ridere e a far ridere, anche se non aiutati affatto dal nulla che li  circonda e, purtroppo, li fagocita.

Sandra Martone

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