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Lovers Film Festival

‘Queerpanorama’: solitudine esistenziale a Hong Kong

Direttamente dalla Berlinale 2025 arriva a Torino il lungometraggio diretto da Jun Li

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Tra i lungometraggi in concorso al Lovers Film Festival emerge Queerpanorama, scritto e diretto dall’hongkonghese Jun Li. Girato in bianco e nero, il lungometraggio spicca per la sua estetica impattante e il suo interessante approfondimento di numerose tematiche, sia legate al mondo LGBTQIA+, sia riguardanti quello cinematografico.

Queerpanorama: la trama

Hong Kong. Un ragazzo (Jayden Cheung) si incontra con alcuni uomini conosciuti sulle dating app. Ogni appuntamento gli permette di incontrare una nuova identità, con differenti età, preferenze sessuali, estrazioni sociali e provenienze geografiche. A restare un mistero è proprio il protagonista, che porta con sé elementi della personalità dell’amante precedente nell’incontro successivo.

Luci e ombre

L’opera di Jun Li è interamente girata in bianco e nero. Questa scelta, oltre a esprimere una precisa scelta estetica che si ispira al cinema d’autore (soprattutto alla Nouvelle Vague francese, presa come riferimento anche riguardo al tempo delle azioni che, con un approccio quasi documentaristico, si sviluppano con i propri ritmi), mette in risalto il mood del film. Infatti, non di rado sono presenti forti contrasti chiaroscurali che suggeriscono e amplificano il conflitto interiore del protagonista, rafforzando così la tensione emotiva delle scene.

Discorsi metacinematografici: il rapporto attore-personaggio

Una delle caratteristiche che rende Queerpanorama interessante è proprio la sua capacità di riflettere su molteplici questioni, tra cui proprio il cinema stesso e, in particolare, la recitazione.

Prendiamo in considerazione il personaggio principale del film. Egli, lungo il corso della vicenda, finge di essere qualcun altro, assumendone caratteristiche, interessi e modi di fare. Ciò non può non richiamare il mestiere d’attore, sia esso cinematografico o teatrale. Che sia una recitazione distante dal personaggio, oppure fortemente immedesimata, quando un attore si trova in scena assume inevitabilmente le qualità del proprio personaggio. Inoltre, ogni ruolo interpretato continuerà in qualche modo a vivere nell’attore, che talvolta farà proprie alcune delle peculiarità presenti nelle figure interpretate.

Attraverso la recitazione di un personaggio è possibile creare e impersonare una versione totalmente differente rispetto a sé, magari diventando momentaneamente chi avremmo sempre voluto essere. Tuttavia, questa si dimostra un’arma a doppio taglio: se si è sprovvisti di una forte personalità e consapevolezza, infatti, è possibile perdere la vera coscienza di sé.

La solitudine dietro la maschera

Nel corso della storia, il protagonista assume progressivamente nuove identità, basandosi su quella dell’ultima persona con cui ha avuto rapporti sessuali. Così facendo, manifesta chiaramente una scarsa percezione del proprio sé e della propria personalità. Egli, quindi, appare un personaggio dall’Io abbastanza indefinito, che sceglie consapevolmente di indossare diverse maschere, di diventare camaleontico e di fingere di essere qualcun altro di fronte a degli sconosciuti.

Cosa accade, però, quando egli si ritrova solo a fare i conti con sé stesso?

Verso la fine, il protagonista giace nudo e in completa solitudine accanto alla riva del mare. Lo vediamo rannicchiato, seduto, poi mentre si alza. La cinepresa si sofferma sul suo corpo nudo per diversi minuti, quasi con il tentativo di indagare, finalmente, i misteri che si celano all’interno di esso. Chi è realmente? Quali sono i suoi reali desideri, le sue aspirazioni, i suoi sentimenti? È giunto il momento, quindi, di fare i conti con sé stesso e di realizzare che, in realtà, dietro alle maschere si cela un grande senso di vuoto, solitudine e malinconia.

Proprio la sua estrema drammaticità, questa risulta essere, quindi, una delle scene più potenti dal punto di vista emotivo e non può che ricordare una frase di Pirandello:

C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.

Queerpanorama

  • Anno: 2025
  • Durata: 87'
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Jun Li