Boiling Pointè una pellicola esplosiva che, come l’acqua che bolle lentamente in una pentola, costruisce un’atmosfera sempre più frenetica, simile a quella di un ristorante londinese alle prese con il sabato sera.
“Boiling Point” prima di “Adolescence”: la prova di Philip Barantini
Adolescence è una serie molto discussa che ha portato visibilità al suo regista, Philip Barantini. Tuttavia, c’è un’altra sua opera di qualche anno fa che ha già dimostrato la sua abilità narrativa: Boiling Point.
un momento di Boiling Point
Interpretato da Stephen Graham (presente anche in Adolescence), racconta una storia dal ritmo incalzante e talvolta asfissiante, che però apre spunti di riflessione. Andy è lo chef di un ristorante londinese alle prese con uno di quei turni lavorativi che non ti aspetti nemmeno dal lunedì mattina: clienti difficili che rischiano di far esplodere la situazione, conflitti tra colleghi e, soprattutto, le sue problematiche personali. Nonostante la sua determinazione per portare a casa la giornata che sembra non finire mai, l’atmosfera diventa sempre più insostenibile.
Dal cortometraggio al lungometraggio
La ricetta perfetta per questo film nasce da un cortometraggio dello stesso regista. Visto l’interesse suscitato e ispirato dai giorni del lockdown, Barantini sviluppa il lungometraggio pensandolo in un ambiente unico. Questa scelta ha ridotto i costi di produzione e ha creato quella sensazione di nevrosi e claustrofobia che rende Boiling Point così potente.
La scelta del piano sequenza
Se paragonato ad altri film sul mondo della cucina, Boiling Point risulta senza dubbio il più particolare, come un piatto gourmet che ti rimane impresso per l’unicità della sua esperienza. Un altro aspetto da sottolineare è la tecnica di ripresa scelta: il piano sequenza che seppur affascinante e dal forte impatto narrativo, è estremamente complesso perché basta un piccolo errore e bisogna ripetere tutto. Le riprese sono durate solo 4 giorni e il risultato che vediamo sullo schermo è frutto dell’ultimo tentativo della crew di ottenere materiale di alta qualità e possiamo dire che ci sono riusciti.
Dentro la cucina di “The Boiling Point”
Il film al limite del reality assolutamente da vedere
L’impresa di Barantini sembrava quasi impossibile, ma c’è un motivo per cui Boiling Point segna il punto: è tutto incredibilmente reale. Non c’è trucco, non c’è inganno. Per rendere possibile questa impresa, oltre al piano sequenza, il regista ha coinvolto veri chef e lavoratori delle cucine per rendere il tutto autentico. Le pietanze vengono realmente cucinate e impiattate al momento, senza tagli, aggiustamenti o piani B.
Un altro personaggio con cui lo spettatore riesce ad empatizzare é quello della sous-chef Carly, interpretata da Vinette Robinson. In lei si percepisce una tensione crescente che si integra perfettamente con l’atmosfera del resto del gruppo e con la tecnica di ripresa scelta. l’Alexa Mini montata su steadycam ha permesso movimenti di macchina capaci di raccontare la frenesia della cucina intenta a servire i piatti in tempo ai clienti. L’idea del regista di far sentire lo spettatore parte del caos di un sabato sera in un ristorante è riuscita alla perfezione. La pellicola è un’esperienza visiva (purtroppo non culinaria) da non perdere, sia per i cinefili più esigenti che per i tradizionalisti.
Boiling Point è disponibile in abbonamento su Prime Video, Apple TV, Chili, YouTube e Rakuten TV.